17 gennaio 2008

MASTELLA E SIGNORA INQUISITI: LA SOLIDARIETA’ DELLA “CASTA”

Un intero partito, l’Udeur, è stato inquisito: non solo il ministro Mastella e la moglie, presidente del Consiglio della Regione Campania, ma anche il capogruppo, due assessori e il sindaco di Benevento, ventitre in totale, la maggior parte dei quali agli arresti..
La signora Mastella è agli arresti domiciliari, mentre al marito vengono contestate ben sette reati.
Il Ministro, al termine di un accorato e violento, nonché applaudito, intervento, ha dato le dimissioni che il premier Prodi si è premurato di respingere. Sapremo in breve, se “tra l’amore per la famiglia e il potere” sceglierà il primo. Intanto la signora Sandra ha dichiarato che non si dimetterà. Bene, vuol dire che dirigerà in video conferenza il Consiglio regionale!
Se è istintivo stare vicino all’uomo Mastella, è difficile esprimere solidarietà al politico Mastella che ha espresso giudizi inaccettabili, almeno in un Paese che non è il nostro, nei confronti di un’istituzione e di un suo rappresentante in particolare.
Le sue affermazioni, oltre a buttare fango e a delegittimare un’istituzione paritetica, la Costituzione è chiara a tal proposito, rappresentano, assieme agli applausi della “casta” il buio della Repubblica.
Sono dichiarazioni inaccettabili: “…devo prendere atto che …sono stato percepito da frange estremiste come un avversario da contrastare, se non un nemico da abbattere”; vede un “…tiro al bersaglio nei miei confronti, quasi una caccia all’uomo, un’autentica persecuzione”; “un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento giudiziario manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa”. E’, inoltre, inqualificabile affermare che lo stesso procuratore “non ravvisa (colpa) nell’esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono i suoi stretti parenti e (quasi una minaccia) delle quali è bene che il CSM e altri (?) si occupino”.
Infine dichiara di dimettersi per riaprire “la questione delle intercettazioni a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte…”. Aspettiamoci, quindi, nell’immediato una “moratoria” delle intercettazioni, almeno di quelle che sono invise al potere, a quella casta d’intoccabili che ha steso attorno a se una rete di garanzie legali che spesso ne determina l’impunità.
Ma la cosa più vergognosa è la solidarietà, con alcuni distinguo, bipartisan della casta, l’applauso complice, senza che alcuno di loro conoscesse le motivazioni dei provvedimenti. E’ bastato scagliarsi contro la magistratura.
Vale la pena elencare alcune dichiarazioni a caldo dei nostri intrepidi leaders politici:
- Berlusconi: “E’ successa una cosa di una gravità assoluta”.
- Schifani: “Film che conosciamo già.Con una tempistica più che sospetta la magistratura scende in campo per influenzare l’attività politica e legislativa”.
- Casini: “Siamo all’emergenza democratica: Questa giustizia ad orologeria è frutto non di una causalità ma di una concertazione”.
- Fini: “Una parte della magistratura agisce per ragioni esclusivamente politiche e personali”.
- Fabris: “ Siamo sconcertati e colpiti dalla tempistica”.
- Dini: “A volte la magistratura se la prende con le mogli e io ne so qualcosa…”.
- Mancino (vice presidente del CSM): “Esprimo umana solidarietà a Clemente Mastella e alla moglie e spero che la vicenda giudiziaria si possa chiarire al più presto.
Il ministro Di Pietro si allontana dal coro affermando che “Mastella ha fatto un discorso eversivo. Non può più fare il Guardasigilli se non ritratta quelle dichiarazioni”.
Altri esponenti del centro sinistra hanno espresso perplessità cercando di separare il discorso umano dal politico. Casson parla di “toni da abbassare”; il ministro Chiti butta acqua sul fuoco
perché “Mastella ha parlato di frange di giudici”; Finocchiaro invita a “scacciare il fantasma dello scontro tra politica e magistratura”. Di Lello è più duro in quanto afferma che “L’attacco generalizzato della magistratura ci riporta indietro di molti anni..Mastella si è lasciato andare, è difficile che possa tornare a fare il Guardasigilli”.
Questa squallida vicenda, che presumo essere solo all’inizio, rappresenta lo stato di decadimento delle istituzioni, in primis della politica, i cui esponenti si sentono al di sopra di tutti e di tutto pretendendo di controllare uno dei tre poteri fondanti di ogni democrazia che è la magistratura. Forse per ignoranza, forse per puro calcolo di potere la Repubblica sta vivendo uno dei periodi più oscurantisti della sua breve storia, che potrebbe condurre al disastro.
E’ infine deprimente l’affermazione della signora Mastella secondo cui “ci fanno pagare la nostra battaglia per vedere affermati i principi di moderazione e di tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo. Basta guardare alla vicenda del Papa per capire cosa avviene a noi cattolici”.
Il sasso è lanciato, qualcuno di sicuro lo raccoglierà!

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