19 agosto 2008

L’ICI E I RICATTI INCROCIATI

La pax governativa è durata poco. L’opposizione cerca d’inserirsi e aumenta la confusione delle dichiarazioni. Quanto sono bravi, questi nostri dipendenti…se c’è da dichiarare…dichiarano. Se poi c’è una telecamera dichiarano di più. Tutti in prima pagina: Bossi che ha fatto da apripista e via via tutti gli altri da Berlusconi a Veltroni, da Calderoli a Napolitano, da Gasparri a Bonanni, da Scajola ad Angeletti, da Cicchitto a Rotondi…. Un’orchestra con tutti i musi-canti fuori tempo. Ma, si sa, i nostri tuttologi sono esperti di tutto, tranne che di cose lontane da casa nostra come il conflittuccio Russia-Georgia (se la veda l’ONU ma intanto il nostro premier ha forti amicizie e, deus ex machina, finite le ferie, risolverà la questione con una telefonata…come nel caso dell’expo milanese). Intanto la Russia rinsalda l’occupazione e lancia moniti all’Occidente che invece gioca a mosca cieca e procede s fila indiana con capofila il “nulla sacciu” Bush.
Dice Bossi: “Rimetto l’ICI per dare autonomia agli Enti locali (meglio tardi che mai!)”. Risponde il ministro Scajola: “Solo se arriverà il federalismo sarà dato ai sindaci il potere d’imposta sulla prima casa”. Ecco, il vero problema non riguarda l’Ici ma il federalismo fiscale. Bossi manda a dire al suo premier che al rientro dalle vacanze il governo dovrà affrontare il federalismo come problema prioritario altrimenti…incominciano i ricatti. Dovrà essere “a regime” nello spazio massimo di cinque anni e consegna la proposta di legge al ministro Tremonti, proprio nel giorno del suo compleanno, altrimenti…procedono i ricatti. Ricatto oggi, ricatto domani, il governo entrerà in confusione, perderà pezzi importanti, s’indebolirà numericamente…il federalismo da incombente sarà avvolgente.
Scaloja tenta anch’egli il ricatto. Ma è un ricatto debole, come di chi tiene il coltello ma dalla parte della lama, e patetico: se dovremo affrontare il tema del federalismo e possibilmente portarlo avanti, allora lasciamo stare l’Ici o altro.
Il braccio di ferro sul federalismo, arbitro un parziale Berlusconi se vuole stare al governo, si sa già chi lo vincerà…povero Scajola.
E l’opposizione? In giro per l’Italia a raccogliere firme di “non gradimento “ dell’attuale governo. Mi vien da ridere…invece di lavorare su un progetto e incalzare il governo…ancora una volta chiede (ma a chi se non ai suoi elettori?) di esprimersi contro Berlusconi che, intanto, si diverte nella sua villa di Sardegna. Meglio di così….
Ancora una volta il centro-sinistra, scusatemi se uso una terminologia ormai stantia, si affiderà al malcontento degli italiani contro chi li governa, invece di dare agli elettori un sogno di cambiamento! Veltroni o un altro degli attuali dirigenti, vecchi e ripetitivi nelle proposte e negli atteggiamenti, non modificheranno la situazione. Forse, dopo aver ridotto al silenzio i partitini di sinistra, dovrebbero proprio eliminarli e raccoglierne i pochi voti per sperare…nella Provvidenza.

17 agosto 2008

CRISI RUSSO-GEORGIANA: Berlusconi tace, Veltroni medita.

Nella crisi russo-georgiana, o meglio russo-statunitense, i politici italiani hanno fatto del silenzio una virtù: o perché non hanno niente da dire o perché sono in ferie, come il ministro degli esteri Frattini, che al vertice europeo si fa sostituire dal suo vice Scotti (toh, chi si rivede!) o come il premier occupato a mettere d’accordo i suoi amici personali Putin e Bush, più il primo che il secondo.
Le penose passerelle televisive in questo scorcio di agosto ci sono state risparmiate. Rimangono immagini e voci dalla Georgia (Ossenzia del Sud e Abkhazia), più di 2000 morti e oltre 200.000 profughi. Emerge l’impotenza degli USA di Bush (una politica estera fallimentare in tutto lo scacchiere internazionale) e dell’ONU, ormai ridotta ad un’organizzazione burocratica incapace di gestire anche la più insignificante crisi regionale. Ma si erge i tutta la sua potenza la rinata Russia di Putin, capace di tenere sotto scacco sia politicamente che economicamente l’Europa e gli USA.
Questo sarebbe il momento opportuno per l’opposizione veltroniana di chiedere a Berlusconi di esprimersi in politica estera come conviene a una grande nazione quale crediamo di essere. La sua amicizia per Putin è più importante dell’alleanza con gli USA? O per mantenere una stolida equidistanza di visite e ricambi, familiari più che di stato, applica la politica del coniglio (altro che caimano!)?
Purtroppo in Italia in ferie c’è anche l’opposizione …e chissà per quanto tempo ancora!

12 agosto 2008

L'umanità violentata

La terra violentata,
straziata,
mostra le sue ferite
che a rimarginare
nessuno pensa.
Subisce giornalieri martiri
nel nome del diritto
(della forza il diritto).
Capi dal volto sorridente
plaudono il cessate il fuoco,
pronti i caldi fucili
a infierire sull’inerme umanità.
Il pianto dei bambini,
tese le mani verso colei
che più non ci sarà,
nessuno lo sente,
coperto da speaker compiacenti,
manipolatori d’immagini e d’informazioni.
Immagini soft e lontane,
così lontane da non disturbare,
così pulite da sembrare dipinti surreali
di un tempo remoto
che non ci appartiene.
Un attimo… immagini nuove,
il peso della coscienza scompare.
La vita continua… la nostra.
La loro è disturbo, fastidio.
Intrusa, è a tavola con noi,nel quotidiano rituale banchetto.

10 agosto 2008

petrolio e morte

Perfido strumento di morte
il petrolio ha ucciso.
Come ieri.
La mano armata
dal profitto e dalla violenza
targata Russia,
giochi mortali e distruzione
mette sulla scena.
Il solito mesto quadro
di lontane macerie fumanti,
parto insano dell’umana follia.
Una città cerca tra le bombe.
Disperata piange i suoi figli.
Sommerso dal dolore
non una lacrima
segna il mio volto di pietra.
Mi vedo figlio e padre,
madre e fratello,
fidanzato e marito…
Poveri corpi straziati
stringo al petto inaridito.
Un televisore d’improvviso
trasmette delle olimpiadila cerimonia d’apertura.

02 agosto 2008

UN SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

“Un premier non può essere al di sopra della legge. Se devo scegliere tra me, la consapevolezza di essere innocente, e il fatto che restando al mio posto possa mettere in grave imbarazzo il Paese che amo e che ho l’onore di rappresentare, non ho dubbi: mi faccio da parte perché anche un primo ministro deve essere giudicato come tutti gli altri”. “Voglio che sia chiaro che sono fiero di far parte di uno Stato in cui un premier può essere investigato come un semplice cittadino”.
Nel leggere queste dichiarazioni, il mio cuore si riempie d’orgoglio: finalmente il nostro Presidente del Consiglio ridiventa un cittadino…e che cittadino! Capace di fare autocritica, dandosi in pasto alla stampa! Ma dov’è andato a finire, mi sono chiesto un po’ attonito, il vecchio Bellusconi, quello delle toghe rosse e della persecuzione giustizialista? Quello, per intenderci, delle leggi ad personam e della legge al suo servizio?
Mi stropiccio gli occhi per leggere meglio e… il sogno svanisce. Infatti, il premier in questione non è Berlusconi, ma Olmert, il premier d’Israele.
Troppo bello per essere vero, impossibile, se scorriamo il suo cammino politico. Le dichiarazioni, grosso modo, avrebbero suonato così: “Un premier è al di sopra della legge. Se devo scegliere…non ho dubbi: cambio la legge perché un primo ministro non può essere giudicato come tutti gli altri. Nella mia magnanimità, mi lascio affiancare dalle altre tre alte cariche dello Stato”. “Voglio che sia chiaro che sono fiero di far parte di uno Stato in cui un premier non potrà mai essere investigato come un semplice cittadino”.
Ora che tutto è ritornato nel giusto equilibrio, mi rassereno: sono sempre in Italia e il mio presidente del Consiglio, checché ne dica questa sgangherata opposizione fatta di giustizialisti e di amebe senza speranza, è ritornato ad essere Berlusconi, l’unto, l’uomo della provvidenza, quello che vola alto con una compagnia di bandiera all’occhiello che non ha svenduta ad Air France, che per evitare il fallimento delle Poste blocca i procedimenti di riassunzione di malintenzionati precari, che per evitare gli sprechi nella sanità taglierà centinaia di posti letto e non erogherà più servizi essenziali verso i più bisognosi, che bloccherà l’inflazione che corre oltre il 4%, che nonostante gli incidenti in Francia costruirà le centrali atomiche e, soprattutto, che metterà a posto quei fannulloni di statali che rappresentano il vero cancro della spesa pubblica…