24 ottobre 2007

SE QUESTO E’…UN MINISTRO

Rappresentazione teatrale
Titolo: Se questo è un ministro
Genere: tragedia…ma anche farsa (dipende dai punti di vista)
Protagonisti in ordine d’occupazione della scena:
- Mastella, ministro di grazia e giustizia, iscritto sul registro degli indagati
- Di Pietro, ministro delle infrastrutture
- De Magistris, giudice dell’inchiesta Why-not
- Favi, procuratore generale facente funzioni; firma il decreto di avocazione
- Prodi, presidente del consiglio
- CSM (consiglio superiore della magistratura)
- Tifosi: vari ministri, numerosi parlamentari, giornalisti
Co-protagonisti: ispettori del ministero, talpe, procuratori
Luoghi del mis-fatto (sceneggiata): i più vari (Tribunale di Catanzaro, Ministero della giustizia, Palazzo dei marescialli, Consiglio dei ministri, vari studi televisivi…)

Basterebbe questa locandina per uno spettacolo, forse tragi-comico, di grande successo, specie se dato a Broadway, ma, purtroppo, siamo in Italia e l’irreale, il fantastico della fiction diventa cruda realtà.
I palazzi delle istituzioni e gli studi televisivi diventano palcoscenici dove attori consumati (come i cerini, s’intende!) si esibiscono incuranti del male che fanno a loro stessi e alla politica, in ciò aiutati da numerosi fans, rinomate firme dell’informazione, esponenti di spicco (spiccassero davvero il volo verso altri lidi!) di partiti e movimenti.
Una regia sapiente che fa sì che si decada dal serio (i fatti veri) al comico; i protagonisti diventano clown mentre la platea applaude alle “battute” dell’uno e dell’altro.
Il dramma arriva quando si ripone il giornale o si spegne il televisore: la “platea”, prima inebriata dalla bravura (vis comica) degli attori, ritorna alla realtà e gli attori, tolta la maschera (come nelle tragedie greche), ritornano i miseri protagonisti della locandina.
Allora, ai cittadini vengono in mente tutti i sotterfugi, tutte le manchevolezze, tutte le miserie dei nostrani politici, molto autoreferenti e poco disposti al confronto democratico, che mimetizzano i loro privilegi e le loro mancanze dietro il cosiddetto garantismo, fatto di leggi e regolamenti ad hoc che non valgono per i comuni cittadini e che li mettono al sicuro da ogni ”curiosità”.
La separazione dei tre poteri sui quali si fonda ogni stato democratico spesso viene misconosciuta, in buonafede o per ignoranza…s’intende.
Se, prima del giuramento, ai neo-onorevoli si chiedesse la conoscenza dei principi fondanti della democrazia e della nostra Costituzione in particolare?“Ma sarebbe una perdita di tempo, interviene il mio amico, a quell’età….”.

20 ottobre 2007

I COSTI DELLA POLITICA: LE FORBICI “AZZANNATE” (senza filo)

Leggo (la Repubblica del 17/10/07) con stupore e disappunto che il tanto strombazzato provvedimento allegato alla Finanziaria riguardante il taglio al numero dei consiglieri (da 12.800 a 6.866) e delle cosiddette Comunità montane (da 355 a 250) ha subito un arresto che ne cambia i termini iniziali, riducendone gli effetti. Insomma, l’antipolitica è sempre nel “palazzo”. Cambiamo (o almeno diamo questa impressione) tutto per non cambiare niente.
Il numero dei consiglieri rimarrà invariato ma, è questo il topolino partorito, le indennità forfetarie saranno sostituite dal gettone di presenza. In tal modo avremo, escludendo le feste e le vacanze estive, un consiglio comunale permanente, come esercizio democratico, s’intende!
Saranno solo 80 e non 250 le Comunità montane cancellate. Non serviranno più criteri altimetrici per la costituzione di nuove Unioni, così si chiameranno, saranno necessari almeno sette comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, come dire che molti comuni usciranno dalla porta per rientrare dalla finestra. Clientele politiche, appannaggi, prebende….a ciascuno il suo…ora e sempre.
Dulcis in fundo, l’ICI. Non ci sarà più il tetto di 50.000 € annui per usufruire delle detrazioni sulla prima casa. In compenso non godranno del beneficio le case di lusso (cat. A1) e le ville.
Un sospiro di sollievo per i poveri evasori e quei poveri paperoni che, loro malgrado, abitano la casa di categoria A2. Niente timori, ben presto si metterà mano al catasto. I ricchi ritorneranno ricchi e gli altri saranno ricchi…sulla carta.
Per i Comuni che vedranno scomparire gran parte delle loro entrate, niente paura. Potranno ricorrere, come stabilito dalla finanziaria precedente, alla tassa di scopo.
Non è un complemento ma…una tassa allo scopo di…
Quindi, continua il mio amico,…complemento di fine…
Si! Fine della politica, fine della speranza e, forse, fine di una classe politica imbelle, piena di boria, litigiosa e incapace di andare al di là del proprio naso.

16 ottobre 2007

ALLARME MUTUI: IL GOVERNO STA A GUARDARE

E’ormai acclarato che, grazie (!) all’atteggiamento tenuto dal sistema bancario italiano, stiamo assistendo, nell’immobilismo totale delle autorità competenti, a una miriade di pignoramenti e di esecuzioni immobiliari (fonte Adusbef) e al crollo delle richieste di mutui per l’acquisto della casa.
Stando alle stime dell’Adusbef, le esecuzioni immobiliari e i pignoramenti dovrebbero aumentare del 19%, in quanto le famiglie italiane (1,9 milioni) fanno fatica o non riescono a pagare le rate di mutuo,.
Le cause di un tale evento, che non è certamente fisiologico, possiamo farle risalire al mondo della finanza in genere e al sistema bancario italiano, il peggiore in Europa nel rapporto di fiducia con l’utente, in particolare.
L’estrema ingordigia della finanza ha dato credito, negli USA, ma non solo, ai mutui subprime (concessioni di denaro a soggetti privi chiaramente di risorse per mantenere gli impegni assunti) che hanno arricchito gli agenti promotori e le banche interessate, formando quella bolla che poi, a forza di essere gonfiata, è esplosa, coinvolgendo anche gli utenti virtuosi che stanno ripianando, con l’aumento delle rate, le perdite annunciate.
La BCE ha nell’ultimo anno e mezzo aumentato i tassi (euribor), per cui molte famiglie, la maggior parte composte da giovani, non sono più nelle condizioni di pagare le rate di mutuo.
Ciò diventa un dramma per una famiglia appena costituita, creando instabilità e mancanza di serenità, che quasi sempre arriva a coinvolgere le famiglie dei due coniugi spesso alle prese con problemi di altra natura.
Sicuramente il problema non è solo italiano, è la linea di difesa delle nostre banche.
Ma, mentre in Europa, proprio grazie alle banche che hanno offerto ai loro utenti una buona consulenza, il 50% dei mutui è a tasso fisso, in Italia il tasso fisso riguarda solo il 9% dei mutui.
Ogni commento sulle “nostre” banche è superfluo, come è superfluo aspettarsi dal governo una presa di posizione perentoria nei loro confronti per recuperare le situazione di disagio in cui versano 1,9 milioni di famiglie e il conseguente malcontento sociale che sbocca sicuramente in quei fenomeni che politici e giornalisti compiacenti chiamano antipolitica.
Al cittadino comune, a quello che vive di salario, sempre più spesso lavoratore precario, non interessa la disputa sul PD o sui lavavetri, interessa poter portare avanti la famiglia che ha formato e vedere crescere i figli in un contesto lavorativo e abitativo stabile.
Le banche sono le uniche aziende in attivo dell’azienda Italia…ci sarà pure un motivo!
Il governo non può più ignorare il grave problema, deve intervenire e dare certezze ai cittadini che, precari o salariati, sono quelli che, in un Paese di evasori, sicuramente pagano le tasse.

09 ottobre 2007

POVERO MASTELLA: COAGULO DI TUTTI I MALI DELLA POLITICA

Povero Mastella, povero ministro di indulto e giustizia! Ormai è nel pallone e, così, a New York, mentre gli americani celebrano il Columbus Day, fa resuscitare i fantasmi del terrorismo, partendo da lontano, dall’anno di … grazia 1976, affare Lockheed, quando Moro pronunciò la celebre frase: “non ci faremo processare nelle piazze”.
Ma, dico, come si fa a processare un ministro della Repubblica sulle piazze italiane se le uniche piazze che frequenta sono quelle televisive (Porta a porta, Ballarò, Anno zero…)?
E poi, su quali capi d’accusa? L’avere firmato l’indulto, l’avere chiesto il trasferimento del pm De Magistris e del procuratore Lombardo, l’averci messi in guardia dal rischio terrorismo, l’avere notato una spinta anticlericale nel paese o, infine, l’aver chiesto le dimissioni del cda della RAI?
Ma non scherziamo. Come ministro di competenza può chiedere al CSM il trasferimento dei magistrati che nel corso di indagini hanno avuto un comportamento deontologico scorretto; come politico componente del governo in carica avrà avuto buone ragioni, forse in possesso di informazioni segrete, per temere una rinascita del terrorismo e dell’anticlericalismo; come profondo democratico sente il bisogno di un’informazione libera dai partiti e finalmente autonoma.
Dobbiamo, quindi, stare attenti a non assumere atteggiamenti o comportamenti demagogici e qualunquisti che possono portare alla deriva lo stato di diritto e vigilare sulle sorti della democrazia…cristiana (stando alle cosiddette radici cristiane dell’Europa e a maggior ragione dell’Italia), continuamente minata da esternazioni di politici irresponsabili e populisti.
Penso che almeno una volta ognuno di noi abbia mangiato la marmellata o sia scivolato….
- Ma fammi il piacere, interviene il mio amico, c’è gente che di marmellata ne ha mangiato tanta e di scivolate…di più.
In fondo procura più danni al Paese un qualunque ministro dell’economia che un ministro di giustizia che si è solo fatto interprete di un malcontento popolare (carceri sovraffollate, condanne spesso ingiuste, prescrizioni non arrivate in tempo, giudici troppo rigidi e di colore acceso…) e ha redatto la legina sull’indulto, votata con soddisfazione da ampia parte dell’opposizione..Previti compreso.
- Si. Però chiedere il trasferimento del pm De Magistris solo perché oltre al nome di Prodi è emerso il suo…?
Queste sono illazioni. Gli ispettori che Mastella ha mandato hanno potuto verificare delle inadempienze, forse formali e non sempre sostanziali, ma pur sempre inadempienze gravi (avete dimenticato il giudice di cassazione Carnevale), per cui è stato doveroso chiederne il trasferimento. Se non l’avesse fatto i soliti garantisti l’avrebbero messo in croce. FI il partito più garantista di tutti non lo avrebbe perdonato.
- Vogliamo forse dimenticare la spinta anticlericale che monta nel Paese con l’assurda proposta di legge sui Dico, per fortuna accantonata, o con la presa di posizione dell’Europa dell’ICI non pagata sugli immobili non adibiti a culto ( si dice che il patrimonio immobiliare della Chiesa rappresenta il 22% dell’intero patrimonio immobiliare italiano) o con la pretesa che il Papa o un suo stretto collaboratore non appaiano almeno una volta al giorno nei nostri telegiornali per esternare le loro posizioni sui vari aspetti della politica …sociale, come farebbe un qualsiasi governo che avesse in cuore il benessere dei suoi sudditi?
Certo, su questo aspetto hai ragione. Due Concordati non sono bastati per definire con certezza i limiti delle interferenze, viste come limitazione al pensiero assoluto, espressione massima del diritto naturale su cui si fonda la verità…che sia rivelata o no è un’altra cosa.
- Ma è giusto che un’informazione di parte metta alla gogna la classe politica italiana e un ministro in particolare, facendo solo anti-informazione, diffondendo così i semi del terrorismo come se tutti mali dell’Italia siano imputabile a loro che altro non sono, come afferma Prodi, che lo specchio della società?
Il libro inchiesta “La casta”, il fenomeno del grilliamo, le proteste verso presunti privilegi di una classe politica sempre più autoreferente e sempre più chiusa nella sua torre d’avorio, le reazioni incontrollate dei tanti, i conflitti sempre più numerosi tra le istituzione, esprimono sicuramente un malessere cui paradossalmente la stessa classe politica sotto esame deve porre rimedio nel più breve tempo possibile per evitare che il Paese precipiti nell’anarchia, ricordando che la politica, il governare, è servizio, tra l’atro, oggi, ben retribuito.