20 gennaio 2008

L’IMAM RUINI

Oggi, l’Imam Cardinal Ruini potrà contare i soldati della Chiesa schierati in Piazza San Pietro all’Angelus e tutti gli altri sparsi in tutte le piazze d’Italia davanti ai maxi-schermi, come se stessero assistendo ad una partita di calcio e non ad una manifestazione politica, perché di questo si tratta.
Saranno presenti i politici teo-com, sparsi con molta perspicacia in tutti gli schieramenti a dimostrazione che il parlamento italiano, nella sua pochezza culturale e politica, altro non è che l’emanazione del papa-re. Essi, abituati ai sotterfugi del Palazzo, pensano di strumentalizzare l’evento “pro domo sua”. Ma non sanno che l’Imam Ruini sorride sornione. Pensano di essere in piazza come graduati, invece sono considerati questuanti di sacrestia. Già si sbracciano nel loro servilismo con dichiarazioni forti, da crociata, come la senatrice Binetti: “I teo-com. sono il braccio armato della chiesa”.Altri pensano che non bisogna fermarsi alla sola presenza all’Angelus, ma proseguire con atti concreti, forse pensando alla 194 o ai Dico o al testamento biologico.
Il cardinale Ruini dal suo canto non disdegna di alimentare il fuoco della contrapposizione. Così in un’intervista, rilasciato ad A.Cazzullo (Corriere del 17 scorso) dichiara che “la Chiesa non ha responsabilità per le divisioni. Ritengo che abbiamo detto solo quello che dovevamo dire, che potevamo non dire. Qualche volta non abbiamo detto tutto quello che potevamo e forse dovevamo”. Ma lo schiaffo più pesante la riserva al governo: “Alcune solidarietà sarebbero state più significative se fossero state più tempestive. Da parte di alcuni si è atteso troppo. Sono intervenuti dopo che il triste episodio si era consumato”.
E poi accusiamo l’Islam di fondamentalismo!
Come si deve chiamare il fenomeno che viviamo in Italia, in cui la vita sociale e politica, ma anche quella privata, viene condizionata dalla presenza invasiva di una dottrina che non sempre ha dato, nel corso dei secoli, un’immagine limpida?
Che dire dell’atteggiamento del cardinale Ruini che, novello Pietro l’Eremita, chiama alla guerra santa, invece di rasserenare gli animi, visto che dichiara che “la Chiesa è la voce di pace e di conciliazione”.

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