22 giugno 2006

IL CAIMANO E LA MALEDUCAZIONE

Ancora una volta, ma non sarà l’ultima, il Caimano mostra tutto il suo disprezzo per chi non la pensa come lui, signore e padrone.
Il populista-maleducato usa una terminologia degna del peggiore dei ragazzi di strada che un’attenuante almeno ce l’hanno ed è la loro precarietà sociale, economica e culturale.
Ma un ex presidente del consiglio, lasciamo perdere tutto il precedente dell’imprenditore capace o studente alla Sorbona (così ha dichiarato), non può cadere così in basso e, considerando i precedenti (kapò, coglioni…), sembra proprio che questo sia il suo linguaggio abituale. O rappresenta il suo modo di mostrarsi forte e determinato e il linguaggio, si sa, fa immediatamente colpo tra la gente (così si fa…cantagliele pure a questi…).
Sono in tanti, frustrati di ogni tipo, umiliati dalla vita e tartassati da ogni forma d’ingiustizia, a vedere nel Caimano il loro portabandiera, colui che, novello Zorro, li salverà dallo strapotere delle istituzioni “occupate militarmente” dalla sinistra.
Mi chiedo come sia possibile assistere a un simile degrado del linguaggio divenuto specchio della decadenza dei rapporti umani che non sono altra cosa dei comportamenti politici.
E’ possibile che non si riesca a mettere un freno agli sproloqui di un personaggio che nessuno al mondo sicuramente c’invidia?
Un personaggio, che nella sua strana coerenza è sempre pronto a ritrattare con la stessa facilità, non faciloneria, quanto ha dichiarato un attimo prima, quale messaggio di fiducia può darci?
Ma forse la colpa è dei cittadini italiani (o di quella metà cui si rivolge la CdL) che non hanno capito, non si sono calati nel momento contingente, né hanno recepito i toni e, cosa grave, non si sono calati nell’animo del personaggio, altruista come può essere un padre.
E poi, ma dove sta scritto che le parole hanno un senso, intendo un solo senso…
E’ giusto che ognuno dia l’interpretazione autentica delle parole proferite.
P.S.
Dichiara l’on. Berlusconi: “Nessuno italiano può sentirsi degno di essere tale se non sarà andato a dare il proprio sì alla riforma che darà a questo paese più democrazie e libertà.”
Interpretazione autentica: intendeva riferirsi solo a chi non andrà alle urne.
Interpretazione del presidente emerito Cossiga: “ E così, oltre che immorale, sono indegno di essere italiano!...”
Cologno 22,06,06

18 giugno 2006

BOSSI, IL REFERENDUM, LA DEMOCRAZIA

“Il lupo perde il pelo ma non il vizio.”, un antico saggio popolaresche risulta sempre applicabile ai politici nostrani.
Chi aveva dato per certo l’abbandono da parte di Bossi della politica di “Roma ladrona” è bello e servito. Pur di non perdere il consenso del “suo popolo” (re, stregone o re-stregone?), come alcuni, e sono tanti, incautamente scrivono, il capopopolo ha ripreso l’antico e provocatorio linguaggio.
Non che in cinque anni di governo l’avesse dimenticato. Ma veniva artatamente nascosto per riesumarlo all’occorrenza (Borghezio al Parlamento europeo, Calderoni in TV). Parodiando Enrico IV di Francia, il suo dire così suonerebbe: “Il potere val bene un viaggio a Roma.”
Finché ha potuto sfruttare bene l’asse Berlusconi – Tremonti, la Lega si è inserita nelle istituzione democratiche del Paese, governandolo con propri ministri e dando corpo e spesso nome alle riforma più infelici della trascorsa legislatura (chi non ricorda la “porcata” della riforma elettorale?),ma ora che occorre fare esprimere i cittadini in modo diretto emerge la vera natura, il lupo, della Lega: servirsi delle istituzioni finché possibile, poi torneremo all’antico.
“Se vincono i NO….Bisogna trovare altre vie, perché democraticamente non sarà più possibile cambiare niente….”. E ancora:”Dobbiamo vincere alla grande in Lombardia e in Veneto per dimostrare che abbiamo una grande forza e che i nostri popoli, con un referendum legale, hanno chiesto la libertà….Così guadagneremo un passaporto per andare all’ONU…”.
Le due dichiarazione dimostrano grande confusione ideologica e culturale, ma rappresentano un mix di farneticazioni eversive molto pericolose.
Vediamo di esaminare i concetti che emergono da alcune parole chiave:
- “i nostri popoli (Lombardo e Veneto)”. L’on. Bossi dimentica che la nostra Costituzione parla di Popolo Italiano, in nome del quale ha governato assieme ai ministri della Lega, prendendo in tal modo in giro non solo gli Italiani ma, soprattutto quei “popoli” cui fa appello. Ricordo, inoltre, che l’Italia di oggi è il risultato di quel movimento storico che è stato il Risorgimento e che l’Unità è stata voluta fortemente da illustri figli della Lombardia e del Veneto. Nei muri di Milano dominata dall’Austria si leggeva “Viva Verdi”, che voleva significare “Viva Vittorio Emanuele re d’Italia”.
- “guadagneremo il passaporto per l’ONU”. L’Italia da grandissimo tempo fa parte dell’ONU e non sembra che un semplice referendum confermativo di una modifica costituzionale, che dite non avrà conseguenze sul piano dell’integrità nazionale, possa dare il diritto alle regioni in cui si afferma il SI o il NO di proclamarsi Nazioni. Se così fosse, avremmo 20 Nazioni con 19 enclave al loro interno.
- “con un referendum legale”. Se il referendum viene riconosciuto come una grande espressione di democrazia, allora bisogna accettarne il risultato complessivo, senza lasciare intendere che “bisogna trovare altre vie.” Non pensa l’on. Bossi che ci sia in questa sua affermazione una grave contraddizione: usare due linguaggi diversi a seconda delle convenienze? Il suo elettorato, formato da cittadini comuni, intende, giudica e dà il responso: le ultime consultazioni, quelle di Aprile, non penso siano stati, nonostante i cinque anni di governo, per la Lega molto entusiasmanti.
Cologno, 16,06,06

16 giugno 2006

I PRIVILEGI N. 3: I POLITICI ARRAFFONI (L. n. 43 dell’1/2/2006)

La legge n. 43 dell’1/02/06 sulle “professioni sanitarie”, varata dal governo Berlusconi ma votata pure dall’opposizione (i punti di convergenza tra governo e opposizione si trovano…basta cercarli), così modifica il comma dell’art. 3 bis del DL 30/12/92:
“…Gli aspiranti devono essere in possesso dei seguenti requisiti: …….b) esperienze…..ovvero espletamento del mandato parlamentare di senatore o di deputato della Repubblica nonché di consigliere regionale.”
Dell’invadenza della politica tutti ne parlano, anche i nostri “dipendenti – parlamentari”, specie se sono inquadrati dalle telecamere. Eliminare, eliminare, eliminare…. Ma non fa niente nessuno per eliminarla in quanto, diciamocelo francamente, i parlamentari (certo non si può fare di tutta l’erba un fascio….ma , allora, perché tutti hanno votato la Legge n. 43?), cercano di raccogliere (arraffare non suona meglio?) quanto più possono. In questo caso per meglio gestire il bene comune. (Ma che cos’è il bene comune? Esiste una pur minima etica del bene comune? E poi, comune a chi? ….che domande del c….!).
Trovo singolare, oltre che ingiusto, che i politici (trombati dai cittadini o, vista la legge elettorale, dai loro stessi partiti nell’atto della compilazione delle liste elettorali bloccate), possano accedere a quelle professioni manageriali riservate, prima, a personale qualificato (laurea ed esperienza dirigenziale di almeno 5 anni) e, quindi competente.
Nessuno mette in discussione che i dipendenti – parlamentari abbiano durante il loro mandato accumulato esperienze e capacità decisionali (chi li certifica, i rispettivi presidenti di camera, senato e regione o i partiti che li hanno portati in parlamento?) ma, sicuramente , non competenze specifiche. Ma , si sa, i nostri dipendenti – parlamentari hanno competenze universali!
E così, ancora una volta, il cittadino qualunque, quello che era ( è ) convinto nella sua ingenuità di realizzare il lavoro dei suoi sogni per cui ha sacrificato parte della sua vita, si vedrà scavalcato (inesistente essere, ectoplasma…) da un politico, magari da uno di quelli, tanti, che non sa che la Rivoluzione Francese è antecedente all’Unità d’Italia (antecedente… cosa?).
Ieri c’era il raccomandato da cui difendersi, oggi c’è il suo ex protettore!
I partiti, le nuove SpA della politica, stanno occupando ogni settore della vita pubblica: è, per rimanere in tema, una metastasi ormai incontrollabile.
Noi cittadini-elettori , in quanto dotati di ragione, non dovremmo fare, ma lo facciamo, come gli struzzi, che nascondono la testa nella sabbia perché noi….rischieremmo di morire asfissiati.
Mi chiedo: cosa occorre fare per avere una politica pulita, una classe politica meno famelica e, come afferma, al servizio del cittadino suo datore di lavoro?
L’unica arma democratica che ci rimaneva era il voto di preferenza, ma la trasformazione dei partiti in SpA l’ha resa inservibile.Cologno 15,06,06

I PRIVILEGI n. 2: I VANTAGGI ECONOMICI DEI SENATORI. E I DEPUTATI?

GLI STIPENDI DEI PALAZZI, VOCE PER VOCE (fonte: il Venerdì di Repubblica)

DEPUTATI

SENATORI
STIPENDIO EURO/MESE

STIPENDIO EURO/MESE
Indennità permanente 5.419

Indennità permanente 5.419
Diaria a titolo di rimborso
spese per soggiorno a Roma 4.003

Diaria a titolo rimborso
spese per soggiorno a Roma 4.003
Rimborso forfettario per il
rapporto tra eletto e elettori 4.190

Rimborso per lo svolgimento
del mandato 4.679
TOTALE 13.612

TOTALE 14.101
BENEFIT

BENEFIT
Tessere libera circolazione
autostradale, ferroviaria,
aerea, marittima sul territorio
nazionale GRATIS

Tessere per la libera circolazione
Sul territorio nazionale

GRATIS
Raggiungimento dell’aeroporto
di provenienza e di partenza
(ogni tre mesi) 3.995

Trasferimento dal luogo di
residenza a Roma (l’anno) 3.100
Spese telefoniche (l’anno) 3.098

Spese telefoniche (l’anno) 4.150

Dalla lettura delle tabelle stipendiali mensili dei nostri parlamentari (o “nostri dipendenti” come li chiama più correttamente Beppe Grillo) risalta una differenza di 489 euro tra un deputato e un senatore. Ma se guardiamo con attenzione i benefit, notiamo altre, inspiegabili differenze che portano la precedente differenza a ben 3.452 euro.
Ma come è possibile, mi sono chiesto da “datore di lavoro”, che i senatori godano di un trattamento economico migliore? Che cos’è questa discriminazione? Forse al differente trattamento economico corrisponde un lavoro più gravoso e più ricco di responsabilità? O i senatori hanno formato una lobby così potente da umiliare i deputati?
In verità io, misero mortale, non sono nelle condizioni di dare delle risposte; posso limitarmi soltanto a fare alcune semplici considerazioni per favorire delle riflessioni:
1 – Non si capisce come mai il rimborso per lo svolgimento del mandato (o rapporto tra eletto e elettore) è più alto per i senatori. Penso sia legato all’ampiezza delle circoscrizioni di pertinenza. Se sommiamo le spese per la benzina, per la posta, per il telefono, per qualche manifestazione…ecco che il rimborso è bello e finito. Per raccogliere le istanze dei propri elettori, 4.190 o 4.679 euro sono una inezia e , sicuramente, i parlamentari, specie i deputati, ci rimettono.
2 – Il trasferimento a Roma dal luogo di residenza per esercitare il mandato popolare, diciamocelo francamente, è insufficiente per i senatori, che spendono solo 13.293 euro comprensivi di taxi. Una vergogna per le istituzioni: i nostri legislatori costretti a centellinare i viaggi o a viaggiare, per risparmiare, in classe economica!
3 – Le spese telefoniche, poi, sono prossime a quelle sostenute da una famiglia media italiana. Vi rendete conto? Un parlamentare oggi può disporre di meno contatti di quanti se ne imputano a Moggi. Ma come è possibile? Selezionare le chiamate per restare nelle spese. Che figura per le istituzioni!
4 – I deputati, almeno loro, ricevono 15.980 euro l’anno per raggiungere l’aeroporto di provenienza e di partenza: e se sono costretti a spostarsi con più frequenza, per dare soluzione ai nostri problemi, chi li rimborsa?
5 – Sono previsti “viaggi (non viaggio) internazionali per l’aggiornamento” e solo per i senatori. Perchè non dare le stesse opportunità ai deputati? E poi, un viaggio in Giappone o negli USA comprese le spese di vitto e alloggio e qualche svago limitato a 3.100 euro! Ma quale agenzia pratica tariffe così basse, in quale bettola andranno ad alloggiare e cosa mangeranno?
Allora, è davvero una favola metropolitana quella che vuole i nostri dipendenti – parlamentari i meglio pagati d’Europa. Se non fosse per i viaggi gratis in tutto il territorio nazionale, come farebbero ad arrivare in parlamento e…con decoro? E con il carovita sempre in crescita come sfamano la famiglia con le poche migliaia di euro rimasti?
Privilegi, privilegi….ma quali privilegi!?!? Favole, solo favole metropolitane!
Penso che occorra, innanzitutto, rendere giustizia ai deputati: i loro stipendi vanno equiparati, con decorrenza retroattiva (sin dalla nascita della Repubblica) a quelli dei senatori.
Poi, l’altra finanziaria, quella del 2007, dovrà occuparsi di verificare lo stato d’indigenza dei nostri dipendenti – parlamentari….per una questione di dignità!
Cologno 14,06,06

01 giugno 2006

IL GOVERNO DEI RECORD

Stavo seguendo con interesse una vera commedia in TV (cosa rara ai giorni nostri!) quando la solita musica annuncia un TG straordinario a reti unificate.
Mi sono preoccupato ed ho pensato ad un altro 11 Settembre.... Cosa sarà successo di tanto grave.....
Nemmeno il tempo di abbozzare un’ipotesi ed ecco l’abituale icona, molto gaudiosa, di Silvio Berlusconi, alla cui destra si ergono don Baget Bozzo (la Provvidenza), Bonaiuti e Bondi, appena lucidato; a sinistra l’on. Fini in gessato nero, l’on. Casini con un foglio (la notifica dell’avvenuto divorzio o la lista aggiornata degli inquisiti UDC?) e l’on. Bossi con lo stendardo padanio.
La breve dichiarazione del presidente Berlusconi: “ Cari telespettatori, mio pane quotidiano, ho ricevuto appena adesso la notizia certa, per me non ci sono stati mai dubbi, che l’imbroglio dei voti, perpetrato dalla sinistra, è stato risolto. Giustizia è fatta! Abbiamo vinto! Abbiamo scongiurato l’istituzione di un regime veterocomunista! Possiamo, oramai, riprendere il cammino politico-religioso delle riforme e dei condoni! Dio è con noi! Sua Santità pregherà per noi!”
Esce, quindi, avvolto dall’abbraccio dei corifei. Solo Bonaiuti rimane: “Per evitare l’ingorgo istituzionale, domani saranno eletti di prima mattina i presidenti delle camere per applauso, come previto dal D.L.già emesso. Dopodomani si passerà all’elezione del Presidente della Repubblica, secondo le regole previste dal D.L. prima citato, che conferirà immediatamente l’incarico di formare il governo alla personalità indicata dalla coalizione vincente. La fiducia, in verità non necessaria, in quanto il popolo sovrano ci ha votato, sarà elargita da un solo ramo del Parlamento quello più favorevole (la Camera, poichè al senato la maggioranza può contare su un solo voto di differenza).D’altro canto, molti titoli sportivi non si assegnano considerando le prestazioni migliori? E, in fondo, che cos’è la politica se non uno sport di resistenza?
Vi segnalo, infine, un’edizione straordinaria di “Porta a porta” condotta da Bruno Vespa, noto per la sua indipendenza , che approfondirà la situazione alla luce delle notizie che via via arriveranno in studio.”
Attonito, prendo il telefono...ma anche questa volta la TV è più veloce...”Signore e signori, è Bruno Vespa che approfondirà.....Gli ospiti in studio sono, nel rispetto della par condicio, l’on. Tremonti per F.I., l’on. Giovanardi per l’UDC, l’on. Storace per AN, l’on. Calderoli per la Lega, sig. Rossi per i DS, sig. Grigio per la Margherita, sig. Bianchi per il gruppo unito dei comunisti e sig. Giallo per altri del centro sinistra.....Faccio zapping...Vespa, Vespa, Vespa....spengo e vado a letto.
Mi sveglio come un cane bastonato. Accendo immediartamente la TV per schiacciare l’incubo.
“...proclamo presidente del Senato l’on. Gianni Letta.... ci giunge notizia che la Camera ha appena riconfermato Pier Ferdinando Casini. Mi dicono che, considerando la velocità con cui le camere si sono espresse, tra un’ora si procederà all’elezione del Presidente della Repubblica. Nel frattempo l’on. Pivetti vi intratterrà...”
Spengo...la doccia...la colazione...il televideo...: “Grazie alla simultaneità del voto-spoglio e l’attenta, quasi poliziesca, vigilanza dell’on. Ronchi, colui a cui nulla sfugge, non potendo il candidato della sinistra, Massimo D’Amato, raggiungere i voti necessari, l’on. Casini proclama Berlusconi nuovo Presidente della Repubblica. Dopo il superato rito del giuramento, il Presidente conferirà l’incarico per formare il nuovo governo.”
Cerco di sintonizzarmi su qualche telegiornale della rete pubblica....niente...All’improvviso, come per magia, Emilio Fede: “Apprendiamo in questo momento che il Presidente onorevole dottore cavaliere e padrone Silvio Berlusconi, dopo avere sobriamente prestato giuraramento e mandato un videosaluto all’altare della Patria, ha consultato l’on. Tremonti, promosso presidente di F.I., e ha, quindi, conferito l’incarico di governo all’on. Fini (caduta definitiva del fattore F) che è salito al Quirinale, portando con se la lista e i ministri per il rituale giuramento. Renderemo noti i nomi dei ministri e dei sottosegretari quando riceveremo le “veline”. Mai visto una cosa simile: battuto ogni record....poche ore e, voila, il governo è fatto, pronto a lavorare con la solita abnegazione e competenza, per tutti... anche per i coglioni che non ci hanno votato.”
Incredulo, esco e, attraverso una foresta di bandiere governative, tra spintoni e gomitare, arrivo all’edicola sotto casa.
- La Repubblica, per favore.
- Non è arrivata.
- Il Corriere della sera.
- Non è arrivato.
- L’Unità , l’Europa, il Manifesto.....
- Non sono arrivati.
- Quale quotidiano può darmi?
- Il Giornale o Libero.
- Buona giornata.
E’ un sogno.. ma poteva accadere.
Cologno 16, 05, 06

IL DIRITTO DI GOVERNARE

Ho sfogliato con attenzione la Costituzione.
Non c’è un articolo che impedisce ai senatori a vita di votare: è un loro diritto in quanto facenti parte di un organo istituzionale deputato ad esprimersi attraverso il voto (v. di fiducia, v. legislativo, v. per eleggere il presidente, v. per eleggere il Presidente della Repubblica).
Ancora una voltala CdL, tanto per non smentirsi (ricordi atavici?), usa il dileggio e l’offesa, scambiando le aule parlamentari per uno stadio (o per lo spogliatoio?) e considerando gli avversari politici dei nemici.
Guai a chi non è in sintonia col loro sentire e con il loro capo (vero on. Schifani?): sono diversi e devono essere additati al pubblico disprezzo.
Poco importa se il sen. Andreotti sia stato il loro candidato alla presidenza del senato e il presidente emerito Ciampi indicato per essere riconfermato, data la sua equidistanza e imparzialità.
Nella politica italiana l’ipocrisia regna sovrana, ma nella CdL è un vizio diventato pregio.
E’ evidente, quindi, che sia Andreotti che Ciampi sono stati usati come strumento per scardinare l’unità del centro sinistra , con la consapevolezza che né l’uno né l’altro ce l’avrebbe fatta. E ciò ne ha reso ancora più grave il comportamento, scorretto sia verso la persona in quanto tale sia verso chi ha ricoperto le più alte cariche dello stato.
Una cosa è certa: la politica non si fa con gli insulti. Se ciò accade vuol dire che la CdL è alla frutta: l’unico progetto, così stando le cose, è la rissa.
Avevo definito sovversive le affermazioni di Berlusconi, ancora Presidente del Consiglio, quando minacciava di non pagare tasse. Reputo altrettanto sovversiva la dichiarazione a Napoli a proposito del voto di fiducia al Senato: “I senatori a vita hanno fatto qualcosa che è profondamente immorale…” Trovo, inoltre, profondamente indecoroso per il capo di una coalizione e per un ex presidente del consiglio assumere simili atteggiamenti verso chi non la pensa come lui. Il Cavaliere dovrebbe, comunque, ricordare che nel 1994 il suo governo ottenne la fiducia grazie ai voti determinanti di tre senatori a vita.
Mi piacerebbe capire se ciò è….morale.
Ma Berlusconi è in buona compagnia:
- Casini: “Io non l’avrei fischiato, ma Ciampi mi ha un po’ deluso: Ma avrei preferito non partecipasse al voto.” Ma quale concetto di democrazia alberga nel già presidente della Camera? La democrazia delle regole fai da te, come è successo per cinque lunghi anni?
- Castelli: “Voi senatori a vita non siete stati eletti dal popolo…Dovete astenervi.” Ma non sa il già ministro che l’astensione al senato è considerato voto contrario?
- Buttiglione, il professore filosofo: “I senatori a vita non hanno legittimazione democratica.” Ai senatori a vita e ai presidenti emeriti, illustre filosofo, la legittimazione viene direttamente dalla Costituzione (l’art.59 così recita: “E’ senatore di diritto e a vita, salvo rinuncia, chi è stato Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti...”)
Se proprio vogliamo parlare di legittimazione, certamente non sfugge all’on. filosofo Buttiglione (ma anche all’on. Castelli) che è stato imposto dal Partito agli elettori ed è stato eletto in base al posto che occupava nella lista. Non mi sembra che gli elettori, anche se dell’UDC, abbiano potuto esprimere un giudizio di merito.
In una democrazia matura la campagna elettorale si chiude alla mezzanotte del giorno precedente il voto.
Il dopo voto serve, nel rispetto della volontà del popolo, a dare legittimazione alla maggioranza che governerà e alla minoranza che farà opposizione: due momenti fondamentali della democrazia.
Cologno 20,05,05.

LA POLITICA INVASIVA

Non so voi, ma io ne ho piene le tasche di questa politica nostrana, mediocre e provinciale che spera di fare il salto di qualità invadendo le TV, pubbliche o private, grandi o piccole non importa, purché ci sia una telecamera e un conduttore.
I nostri politici, di destra o di sinistra, di centro o di …altrove, per lo sproporzionato culto di sé non disdegnano di apparire anzi protestano e gridano allo scandalo se non vengono invitati.
E così si moltiplicano i programmi della politica o pseudo-tali, con lo scopo dichiarato dell’approfondimento, ma che in realtà sono dei veri e propri talk show di intrattenimento, dove si vede di tutto, dal dramma alle risate. Alcune volte sembrano veri e propri riunioni istituzionali di capigruppo, trasferitisi per l’occorrenza da Montecitorio allo studio televisivo.
Ma i politici non devono stare in Parlamento? Non sono stati scelti dai cittadini ( o dai Partiti? Ma questa è un’altra questione che il centro sinistra dovrà risolvere se si dice diverso….) per legiferare e governare un Paese che, come affermano le principali agenzie di rating e la stessa ISTAT, sull’orlo del baratro economico? Oppure, non dovrebbero stare tra i cittadini, nelle piazze, nei teatri, nelle sezioni, a spiegare come realmente stanno le cose o a raccogliere le loro istante oltre a quelle della confindustria o della confcommercio o della conf….?
Siamo giunti all’overdose della telepolitica e dell’ipocrisia politica come conseguenza, in quanto i messaggi che ci arrivano sono messaggi falsi, da campagna elettorale senza fine.
Mi sembra opportuno, senza entrare nel merito della loro autonomia e indipendenza (ci addentreremmo in una foresta di contraddizioni) elencare alcuni di questi programmi, solo RAI e Mediaset: 1/2 H (Annunziata), Studio aperto, Porta a porta (Vespa), Primo piano, Matrix (Mentana), L’Antipatico (Belpietro), Otto e mezzo (Ferrara), Ballarò (Floris), L’infedele (Lerner), Liberi tutti (Pivetti), L’incudine (Martelli).
Mancano, per amor di patria, tutti i veri programmi di intrattenimento, sportivi o scientifici usati dai politici come passerella….esistenziale.
Non è che lo fanno per arrotondare le…. scarse prebende che percepiscono?
Ma, allora, non sarebbe meglio per loro e per noi, soprattutto per noi, che cambiassero mestiere? Tanto, i casi eccellenti non mancano (Pivetti, già presidente della Camera; Martelli, già ministro della giustizia) e, spesso, dalla mediocrità si può passare al successo: basta indovinare il giusto settore di lavoro. La gente ricorderà meglio un buon attore o buon comico che un mediocre politico.
Cologno 27,05,06