22 marzo 2008

buone feste

La libertà
per noi, per loro,
per tutti un dono.
La virtù dei forti,
Il pane dei deboli,
la bandiera dell’animo,
la libertà,
di una vita dignitosa,
di un lavoro giocondo.
Una bandiera per mille
la libertà,
una catena spezzata,
una vita salvata,
il sorriso di un bambino,
l’abbraccio di un amico. (G.G.)


Non scorra il sangue
tra le macerie del villaggio.
Negli occhi degli orfani
non si nascondano le bombe.
Le mani non cerchino aiuto
si stringano nell’amore.
I carnefici non immolino
l’innocenza e il sorriso.
Si ribellino ai padroni
avidi di sangue e di potere.
Si liberino dal giogo del denaro
distribuiscano sorrisi.
Prendano per mano i fratelli.
Li portino nelle proprie case
che siano anche le loro. (G.G.)

21 marzo 2008

W W IL PAPA-RE, W W MONSIGNOR BETORI, W W LA NUOVA TEOCRAZIA

Finalmente papa Ratzinger ha parlato del Tibet. Dall’alto del suo prestigio, tutto italiano, ci ha fatto sapere di seguire “con grande trepidazione le notizie che in questi giorni giungono dal Tibet. Il mio cuore di Padre sente tristezza e dolore…Vi invito a unirvi a me nella preghiera. Chiediamo a Dio onnipotente…”.
Il ritardo è giustificato a causa dei tanti e importanti avvenimenti che incalzano la Santa Sede: le elezioni italiane con i defatiganti controlli sulle liste e sui programmi, nonché gli imperativi inviti sulle priorità del prossimo governo, la via crucis mediatica e spettacolare, la pasqua….Ma questi tibetani non potevano scegliere un periodo migliore, diciamo luglio o agosto, quando ormai l’Italia avrà avuto il suo governo e le feste cristiane concluso il ciclo?
“Ah, intendo: il suo cervel, Dio lo riposi, in tutt’altre faccende affaccendato, a questa roba è morto e sotterrato” (G.Giusti, Sant’Ambrogio).
Inviti, richiami, preghiere, speranze che…parole, solo parole. Nessuna presa di posizione, nessun richiamo ai potenti della terra…meglio stare sul generale…
In Italia usiamo pure la spada, come sempre, gli accattoni di sacrestia ci ascoltano, ci temono!
Monsignor Betori, l’ultimo prelato in ordine di tempo a …pontificare, oltre a sottolineare la “povertà di contenuti e la scarsa attenzione sulla scuola e sulla formazione dei giovani” dei programmi dei partiti, informa (minaccia?) che vigileranno “attentamente sulla coerenza dei politici cattolici”, candidati prima ed eletti dopo, nei riguardi di quei “valori non negoziabili” che rappresentano una serie di “no” intollerabili in uno stato laico: “no all’aborto, no all’eutanasia, difesa della vita fin dal primo concepimento, famiglia basata sul matrimonio tra un uomo e una donna”.
Se questa non è ingerenza…ditemi voi cos’è…
Perché non si dica che qualche argomento, oggetto della campagna elettorale, venga dimenticato, ecco che il monsignore vede la necessità (“il primo dovere”) di cambiare l’attuale legge elettorale “per ridare ai cittadini un reale potere di scelta”.
Ma non è finita qui. “Famiglia Cristiana” incalza. Critica sia Berlusconi sia Veltroni (par condicio) e parla di una “classe politica impreparata e rissosa”, sottolinea, infine, che “con questa classe politica sarà difficile dare una risposta alle famiglie e ad un’Italia sempre più povera”.
Penso che sono tanti gli Italiani che la pensano allo stesso modo, ma questi sono affari interni allo Stato, non deve essere certo la Chiesa a parlare come un partito politico, a dettare l’agenda: questa è pura ingerenza.
Una classe politica con un po’ d’orgoglio e di consapevolezza istituzionale avrebbe già reagito in maniera forte, ma la sacrestia ha un certo fascino e un posto in parlamento “val bene una messa”.
Avevo scritto che “la chiesa sarà la vera protagonista della campagna elettorale”.
Mi sono sbagliato e mi sento di sostituire il futuro “sarà” con il presente “è”.

20 marzo 2008

ALITALIA E IL CONFLITTO D’INTERESSE

La proposta di Air France non è stata accettata dai sindacati per gli eccessivi tagli, 2100 esuberi, di posti di lavoro. Stando alle dichiarazioni di Spinetta, il presidente di Air France, i limiti di trattativa sono inesistenti o molto limitati.
I lavoratori sono esuberi, in altre parole rami da tagliare per una buona produttività. La società dei consumi…consuma anche la dignità dell’uomo considerato una macchina produttiva: quando esaurisce il ciclo si rottama. Questo è inaccettabile!
In un momento così delicato della politica italiana, nessun partito, nessun candidato leader parla dell’uomo come fulcro del progresso della società, al centro e non ai margini della speculazione politica, come soggetto attivo, faber, Anzi c’è un tentativo, finora riuscito, di emarginarlo, di privarlo del suo diritto fondamentale di scelta responsabile dei suoi rappresentanti. Ma, questa è un’altra cosa! Sicuramente la cosa più importante! E’ la struttura della stessa società che va ripensata, il rapporto tra imprenditore e lavoratore, il criterio di solidarietà e del giusto guadagno.
Ritorniamo alla vendita dell’Alitalia, la compagnia di bandiera, ma sarebbe più logico chiamarla compagnia delle bandiere, giacché è stata da sempre considerata dai partiti delle tante bandiere un contenitore elettorale da riempire…per non parlare dei suoi…capaci manager che hanno dilapidato una ricchezza.
Accertato che nessun partito può tirarsi fuori del disastro, ci si augurerebbe che, almeno in questa fase, tutti partecipassero alla salvezza dell’azienda, mettendo da parte interessi di parte o personali.
Ma non è così perché il caimano è entrato con durezza nell’affaire: “Spinetta col mio veto dovrà rinunciare e su Alitalia possono intervenire Air-One con Banca intesa e nella cordata altri imprenditori italiani tra cui i miei figli”.
E’ impossibile non pensare al “conflitto d’interesse”…anche se i figli sono pezze e core. I nodi, esimi signori Veltroni e D’Alema, vengono sempre al pettine, salvo che questo non sia, sdentato. E il pettine della politica è molto sdentato.
Una considerazione riguarda Banca Intesa, ma potrebbe essere lo stesso per qualsiasi altra banca.
Secondo il mio modesto modo di intendere l’organizzazione della società, le banche dovrebbero svolgere il compito proprio per cui sono nate. Non possono intervenire in prima persona nell’acquisto o nel salvataggio delle aziende, coinvolgendo, come, di fatto, accade, i risparmiatori. Non possono diventare proprietari e condizionarne la ristrutturazione e, quindi, la gestione.
Il paradosso è evidente: le banche diventerebbero i veri proprietari delle aziende produttive e avrebbero diritto di vita o di morte sui lavoratori.
I partiti politici, invece di litigare su Malpensa o sull’incapacità reciproca di risolver un annoso problema, dovrebbero esprimersi, almeno per ora, su queste cose fondamentali: il ruolo delle banche sull’economia imprenditoriale e il conflitto d’interesse.

16 marzo 2008

IL TIBET INSANGUINATO

Gli scontri a Lhasa tra i dimostranti tibetani, tra cui numerosissimi e pacifici monaci, e le forze di sicurezza cinesi, hanno causato almeno una cinquantina di morti tra i manifestanti.
Sono mortificato, innanzi tutto come uomo e poi come cittadino occidentale, per una così feroce violenza verso un Paese, colpevole solo di rivendicare la sua libertà.
Non dimentichiamo che la Cina ha invaso il Tibet, uno Stato libero e sovrano, nel 1949, completando l’operazione militare nel 1950.
E l’Occidente? Allora, come adesso, si limita alla protesta… Gli interessi economici occidentali in Cina sono sacri.
Gli Stati Uniti, solo alcuni giorni fa, hanno depennato la Cina dalla “lista nera” dei Paesi responsabili del maggior numero dei diritti umani (Rapporto Annuale del Dipartimento di Stato), anche se continua a negare alla sua popolazione diritti umani e libertà di base.
Ma il Tibet è forse una colonia, come la Cecenia o il Sudan…meglio, allora, non disturbare il manovratore.
Ma il governo cinese ha dimostrato una discreta disponibilità al confronto. Ha …concesso un ultimatum: o vi consegnate spontaneamente, entro Lunedì (il tempo che una colonna, si dice, di 200 automezzi blindati raggiunga Lhasa), o sarete puniti “severamente”.
E le stelle, pardon, i potenti e meno potenti della Terra stanno a guardare!
Oggi, all’Angelus, il nostro beneamato Benedetto XVI avrà parole di solidarietà per i morti e un formale richiamo a questi benedetti cinesi che osano disturbare le elezioni in questo santo Paese.
L’Occidente deve svegliarsi dal torpore in cui è precipitato e prendere dei provvedimenti unitari e gravi nei confronti di un Paese che non ha nemmeno l’accortezza dell’ipocrisia. Tra alcuni mesi avranno inizio le Olimpiadi, assegnate alla Cina per avvicinarla al novero delle nazioni civili. Ebbene, bisogna disertarle, senza se e senza ma.
Tutti i Paesi Occidentali, dall’Unione Europea agli USA!
Perfino il falco Richard Pele, ex sottosegretario alla difesa statunitense sostiene la necessità di disertare le Olimpiadi.
Se fu possibile bombardare l’Iraq, perso che sarebbe, non solo possibile, ma necessario boicottare le Olimpiadi e sospendere gli “affari” con la Cina, che le armi di distruzione di massa li ha per davvero.
Ma l’ipocrisia occidentale non ha limiti: basta pensare alla recente visita del Dalai Lama in Italia quando, né le autorità politiche né il portatore di pace, Sua Santità Ratzinger, lo hanno ricevuto.

13 marzo 2008

LA CHIESA IMPERVERSA, VELTRONI…BEATO S’ACCONTENTA

Avevo scritto il 13 Febbraio e ribadito il 29, che “la Chiesa sarà la vera protagonista della campagna elettorale”.
Quanto emerge dalle dichiarazioni di Veltroni e del suo entourage, e quanto si legge in “la Repubblica” dell’11 Marzo, non fanno che confermare i timori di un attivismo clericale senza precedenti che dimostra se ce ne fosse bisogno l’ingerenza della Chiesa nella politica italiana e la prostrazione servile di una classe politica parassitaria e senza idee che, invece di conquistare l’elettorato con le cose da fare legate ai problemi contingenti delle famiglie, si preoccupano di ingraziarsi le fameliche gerarchie del Vaticano che hanno come unico obiettivo di riportare l’Italia all’epoca del papa-re.
L’agenda elettorale, i tempi e i contenuti sono dettati dal Vaticano. Così i partiti, se escludiamo il Partito Socialista, fanno a gara a chi darà di più, a chi meglio si prostituisce. Il primo…comandamento degli accattoni di sacrestia è non urtare la suscettibilità della CEI, di Ruini, di Betoni o di Bagnasco….
I temi sgraditi alla Chiesa sono diventati tabù. Guai a parlare dei cosiddetti DICO o della 194 come legge di civiltà, o della scuola da valorizzare. Guai, insomma, a parlare dell’affermazione dei diritti legati alla laicità dello Stato.
Ai toni intimidatori di Bertoni, Veltroni con orgogliosa dignità risponde con una telefonata giustificativa e, alfine, può dichiarare: “Io avevo già ricevuto assicurazioni dal Cardinal Bertoni” che la Conferenza dei vescovi sarebbe stata neutrale rispetto agli schieramenti.
Veltroni, quindi, si accontenta della prolusione di Bagnasco che conferma “la linea di non coinvolgimento…in una scelta di schieramento politico o di partito”, ma…c’è un ma, pregno, come li chiama Veltroni, di “sollecitazioni”.
L’aumento dei salari minimi, la difesa del potere d’acquisto delle pensioni, le iniziative per le case, la maternità, la sicurezza del posto di lavoro, sono nei programmi dei partiti e, quindi, potremmo considerarle, anche se con tanta buona volontà, come sollecitazioni.
Ma non si può accettare come sollecitazione la raccomandazione ai cattolici di “fronteggiare con determinazione il rischio di scelte politiche e legislative” in contrasto con i fondamentali principi antropologici ed etici, con particolare riguardo alla tutela della vita umana, alla tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna con l’esclusione di forme d’unione diverse.
Né è meno invasivo il richiamo ad una scienza priva di limiti etici: “Quando essere umani, nello stato più debole e indifeso della loro esistenza, sono selezionati, abbandonati, uccisi o utilizzati come puro materiale biologico”.
Tutto ciò, democratico Veltroni, è inaccettabile, perché non ammette confronto dialettico, è il dictat di un’autorità oscurantista che nei secoli si è macchiata di colpe molto gravi, fino al genocidio e che oggi, solo una classe politica asservita e pavida sta facendo resuscitare.
Povera Italia! Se i padri del Risorgimento ritornassero, solo per un attimo, si pentirebbero della loro opera e ritornerebbero di corsa nelle loro tombe, delusi e mortificati.

11 marzo 2008

LA CHIESA ALL’ATTACCO, LA POITICA ARRETRA

Il cardinale Bertone, mentre si apprestava a ritornare in Italia, ancora a Baku, è entrato a gamba tesa nella politica italiana, con toni a dir poco intimidatori (con questi politici si può permettere di tutto e di più!): “Ritornando mi tufferò di nuovo anche nei problemi italiani e vedrò se i cattolici stanno emergendo a sinistra, al centro, a destra. E se i valori cristiani sono veramente supportati da un vero impegno”.
Verficherà, quindi, se “i leader dei vari schieramenti mettono in atto il rispetto promesso ai valori cristiani”.
Nessun politico, di nessuno schieramento, ha reagito ad un atto d’intromissione e d’arroganza.
Nonostante la gerarchia ecclesiastica si sia schierata apertamente con l’UDC di Casini, defensor fidei e sostenitore della famiglia (anzi, delle famiglie), gli accattoni di sacrestia hanno permesso (o hanno preteso che…) a Ruini di spalmare un pò di candidati sicuri nelle liste del PD e del PDL.
Ciò, ovviamente, permetterà una forte presenza trasversale cattolica nel parlamento, idonea a portare avanti o a fermare qualsiasi proposta riguardante i principi irrinunciabili ma oscurantisti di una chiesa tanto arrogante e chiusa quanto inetti e imbelli sono i politici nostrani, pagati profumatamente, tra l’altro, da tutti i cittadini italiani, anche da quelli che hanno bisogno di vedere regolate le loro attese in merito ai cosiddetti problemi eticamente sensibili.
Così la CEI, per bocca del suo presidente Bagnasco, ipocritamente dichiara il non coinvolgimento; ma poi, sempre con riferimento alla sua dottrina, si augura che le elezioni siano “un’occasione di crescita morale e civile”. Infine, prima di indicare le priorità del nuovo parlamento, come un vero e proprio partito politico, ricorda ai cattolici che è loro compito opporsi “al rischio di scelte politiche e legislative che contraddicono fondamentali valori e principi, antropologici ed etici, radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo ala tutela della vita umana in tutte le su fasi”.
Non sollecitazioni, democratico Veltroni, ma pura e semplice ingerenza; non un discorso di costruttivo, vista la presenza, voglia o no, di uno stato laico, ma imperativi (comandamenti?) forti e chiari, quasi sovversivi.
Per concludere: Zapatero, democratico Veltroni, ha vinto perché, oltre alla coerenza dimostrata nel mantenere le promesse, ha avuto il coraggio di dividere la politica dall’acqua santa.
Zapatero ha dimostrato con la sua intransigenza nel difendere la laicità dello stato e il suo diritto a legiferare come stato laico, che nella cattolica Spagna, quella della “santa inquisizione”, si può fare a meno, della gerarchia ecclesiastica e che gli spagnoli sanno distinguere e scegliere per il bene dei figli.
Anche in Italia ciò sarebbe possibile, perché, ne sono convinto, gli italiani sono molto più avanti dei politici nostrani, pronti a genuflettersi per un pugno di voti, permettendo allo Stato più reazionario della Terra profonda ingerenza nella vita d’ogni cittadino.

09 marzo 2008

BOSELLI INVITA MASTELLA, UNA VERGOGNA

“Ringrazio Boselli per la sua offerta, ma non mi candido”. Una risposta che riscatta, in un certo senso, Mastella, ma non salva Boselli da una proposta improvvida e indecente.
Boselli non ha atteso nemmeno la risposta del gip alla proposta d’archiviazione di Why not della procura di Catanzaro e, ribadendo che i socialisti sono garantisti, gli offre “di essere capolista (del Partito Socialista) completamente indipendente del Senato in Campania”.
Sono grandissimamente indignato. Pur di raccogliere voti che nessuno ha accettato, né a destra né a sinistra, Boselli non ha esitato all’avance, mettendo in difficoltà quei compagni che fino ad oggi hanno giustificato tutte le sue cervellotiche scelte continuando a votare socialista.
Se prima, accettando la massima latina “primum vivere deinde philosofhare”, abbiamo ingoiato qualsiasi rospo (Dini, per restare in zoologia…), oggi è molto meglio assai (concedetemi lo strafalcione letterario) philosophare per ricostruire, dando coraggio a quei pochi giovani che ancora ci seguono, nonostante cotanta guida (o guide).
Quel poco di dignità rimastaci è andata in fumo.
Arrivato a casa da un incontro di socialisti, mia moglie e i miei figli, che avevano appena ascoltato il TG, mi hanno duramente rimproverato, non di essere socialista, ma di seguire una ciurma di sepolcri imbiancati che ad oggi non hanno fatto altro che svendere e umiliare quei valori ancora validi per i quali in tanti hanno sacrificato la loro vita.
Domenica scorsa sono stato assieme a mia moglie a Genova. C’erano altri compagni di Milano e tra questi dei giovani. Tutti siamo rimasti delusi da un leader che non solo non sa tirare la volata, ma nemmeno correre (forse aspettava l’ultima chiamata da Veltroni).
Ma come si fa a proporre la candidatura, addirittura capolista, a Mastella, il ministro dell’indulto, l’inaffidabile, il clericale dichiarato contro i Dico e schiacciato sulle posizioni ruiniane, pronto a cambiare la 194, il boss di Ceppaloni? Come si fa a svendere i valori del socialismo per una possibilità assai remota di raggiungere l’8% al Senato?
Anche se Mastella ha rifiutato, resta il fatto in sé, il disprezzo verso tutti gli iscritti che hanno creduto nella “Costituente” e che oggi sono rimasti orfani di un’idea.

08 marzo 2008

DOVE TROVARE LE RISORSE

I politici italiani, giovani e meno giovani, ingolfano la campagna elettorale di riforme irrealizzabili e di numeri, che non sono altro che i costi delle stesse.
Qualche giornalista poco esperto ha cercato di capire dove avrebbero trovato le risorse.
Ancora attende, come noi, non la risposta, ma una risposta sufficientemente soddisfacente.
Non voglio sostituirmi a lor signori, ma nella mia ingenuità e scarsa frequentazione degli economisti del “Palazzo” mi sono chiesto:
- Se la Chiesa, che possiede circa il 20% del patrimonio immobiliare, pagasse, come tutti i cittadini, l’ICI, i Comuni non avrebbero forse più risorse e lo Stato, non intervenendo per ripianare i bilanci, non avrebbe a disposizione più denaro per interventi finalizzati o per diminuire le tasse?
Sarebbe un provvedimento d’equità sociale e di recupero di risorse…miracoloso.
Ma gli “accattoni di sacrestia” faranno mai una simile dichiarazione, avrebbero mai il coraggio o la capacità di affermare con la giusta energia la laicità dello Stato?
Altre fonti di recupero delle risorse:
- Eliminazione d’ogni forma di finanziamento alla stampa che in un paese liberista le risorse deve trovarle da sé, confezionando, come ogni altra merce, un prodotto soddisfacente per i lettori. Forse, così facendo, avremmo un’informazione libera e non aggiogata ai gruppi di potere politici. (Non vi sembra scandaloso che un qualsiasi direttore di un quotidiano non molto diffuso possa percepire uno stipendio di 15.000 € e pontificare dalle colonne del suo giornale e dalle TV?).
- Revisione della legge, perché di legge si tratta, di finanziamento ai Partiti. I politici hanno sostituito la parola “finanziamento” con “rimborso”, fregandosene del risultato referendario. Anzi l’attuale legge elargisce più soldi di prima. La casta, per queste cose, ha le mani lunghe e il cervello fino.
- Revisione verso il basso degli emolumenti spettanti ai parlamentari con l’eliminazione di privilegi, anche pensionistici, non previsti per nessun altro cittadino e che sono un’offesa per i molti che vivono in condizione d’indigenza, allineandoli alla media europea.
- Considerevole ritocco dei compensi dei manager pubblici, legati ai risultati conseguiti, eliminando le scandalose buonuscite, che somigliano più ad un premio che ad un risultato gestionale negativo.
- Tassazione delle rendite finanziarie come avviene in Europa, evitando sterili discussioni sui risparmi degli italiani con l’introduzione di un ragionevole tetto o una tassa progressiva.
Come ho detto prima, non ho la presunzione d’insegnare il mestiere ad illustri economisti, ma queste proposte non sono solo mie e molti cittadini aspettano delle risposte.

06 marzo 2008

PANNELLA E LO SCIOPERO DEL POSTO

Pannella fa lo sciopero della fame e della sete perché uno o due dei nove posti sicuri nelle liste del PD sono traballanti.
Io ho pensato, ascoltando la notizia, che lo sciopero riguardasse un forte principio etico-politico, non “la parola data” da Veltroni. Cosa vuole che importi agl’Italiani l’interpretazione di un accordo sui posti da occupare in parlamento.
Dai radicali mi sarei aspettato qualcosa di diverso: la richiesta di una riforma in senso partecipativo della politica, la conferma di una visione laica dello stato, la revisione del rapporto Stato – Chiesa, l’applicazione reale della divisione fondamentale dei poteri fondanti della democrazia…
Da Pannella uno sciopero per la salvaguardia della 194 e non per una richiesta di posti.
Questo è accattonaggio politico di un movimento e di un leader in disarmo.
Altri soggetti politici più gloriosi, come il Partito Socialista, che ha dato ai lavoratori il diritto all’emancipazione, attraverso un riformismo tuttora vincente, non hanno accettato il ricatto dell’allegra brigata veltroniana e correranno da soli col proprio simbolo, con la propria identità e la propria storia antifascista e di libertà.
Come mai i radicali e Pannella, quello delle due tessere, non hanno pensato di affiancare i socialisti o di correre da soli mettendosi in gioco? Come mai, tradendo numerosi militanti, hanno messo su un mercato delle vacche con chi hanno escluso i socialisti con i quali i radicali hanno sostenute numerose battaglie d’avanguardia?
Forse perché comandare è meglio di f….re, o forse perché Bonino e Pannella sono molto più vecchi di quanto dimostrano. La vecchiaia arriva per tutti e stare al calduccio evita l’influenza!

04 marzo 2008

UN NUOVO SOGGETTO POLITICO E’ POSSIBILE

Avrei voluto essere all’Assemblea dei democratici laici, liberali e socialisti di Firenze, ma avevo preso un impegno a Genova. Ho letto, comunque, con interesse i resoconti ricevuti sui quali desidero esprimere alcune considerazioni.
Il messaggio scaturito dall’assemblea (“comunque vada la vicenda elettorale ci saranno già… persone circoli, associazioni ad iniziare una nuova storia”) non è del tutto chiaro, forse perché i riferimenti ideologici di partenza sono diversi, così come i percorsi per arrivare all’obiettivo di ”un soggetto nuovo da costruire tutti insieme”.
Mi trovo, pertanto, d’accordo con Cariglia quando afferma: “vogliamo che laici, liberali e socialisti contribuiscano tutti a costruire una cosa più grande, non interessa essere ospitati nella piccola cosa di questo o di quello”.
Il problema non è “la piccola cosa”, ma i contenuti ideologici e il progetto di società che ne derivano. L’unico collante che permetterà a soggetti diversi di stare assieme è un progetto comune che guardi al futuro con ottimismo; l’utopia, che ha permesso ai nostri padri, mirando alla costruzione di una società ideale, di realizzare passo passo riforme di giustizia sociale e d’emancipazione delle classi più sfortunate. Sarà questo il cammino, arduo e difficile che non ammette ipocrisie, che potrà permetterci di recuperar, innanzi tutto, “la gente che ha creduto in noi nel passato”. Su quest’ipotesi di partenza possiamo costruire “una cosa più grande”.
Manteniamo i comuni valori di libertà, di giustizia, di solidarietà e di laicità dello Stato e buttiamo a mare i vecchi schemi della politica che non ci permettono di intercettare il nuovo.
Sono gli stessi ostacoli di cui parla Baldini che lucidamente afferma che “manchiamo prima di tutto per colpa nostra: per i nostri vizi che ci spingono al settarismo irrazionale”.
Che cosa fare in questa campagna elettorale? Non è semplice e, se accettiamo l’analisi fatta da Baldini, non ci rimane, ma occorrerebbe un confronto serrato su questo tema che è sicuramente legato al futuro, che guardare al Partito Socialista, unica fiammella, ad oggi, che ci tiene legati all’Europa riformista”.
Non so quali siano i retroscena che portano all’affermazione perentoria che “non sarà quello che propone Boselli”, ma senza Boselli e i socialisti che raccoglie, indipendentemente dai tanti errori da lui e dai suoi collaboratori certamente commessi, non si può costruire quel soggetto politico “nuovo” cui tutti tendiamo. Non dimentichiamo che, nonostante tutto, Il Partito Socialista corre da solo e ha bisogno di nuova linfa per iniziare una decisa opera di rinnovamento generazionale.
E’ con esso, compagni e amici, che occorre trovare un’intesa elettorale da subito che andrà perfezionata a partire dal 15 Aprile per dare sostanza alla speranza di tanti italiani.
Caro Cariglia, con i no perentori non si costruisce niente. Qualche volta, per la riuscita di una causa, occorre, se opportuno, fare, non uno, ma più passi indietro. Saremo tanti ad apprezzare.

03 marzo 2008

BREVI dal Partito Socialista

Turci: la Cei smentisce Veltroni
"Walter Veltroni si è preoccupato ieri di fare sapere che 'la Chiesa non ingerisce' ma dà un prezioso contributo al dibattito politico italiano. Oggi la Cei lo smentisce drasticamente pubblicando un vero e proprio ukase in cui afferma che 'il legislatore cristiano non può partecipare alla elaborazione di leggi intrinsecamente negative'. In questo modo vanno a farsi benedire tutte le belle parole i questi giorni sul valore della mediazione e sulla laicità del Pd". Lo afferma Lanfranco Turci, vicepresidente del gruppo dei socialisti alla Camera. "Naturalmente non tutti i parlamentari cattolici si adegueranno - prosegue il parlamentare del Partito socialista - ma è chiaro che i compromessi dentro al Partito democratico sono cuciti con un filo sottilissimo che le componenti cattoliche integraliste si riservano di spezzare in ogni momento. Solo un approccio coerentemente laico e liberale, rispettoso di tutte le fedi e le sensibilità morali, può garan tire lo sviluppo della libertà e dei diritti civili nel nostro paese. Il Partito socialista - conclude Turci - è la sola forza politica a offrire questa garanzia a tutti gli elettori democratici, credenti e non credenti".


Angius: incredibile sentenza del Tar del Lazio. La legge elettorale è incostituzionale
"IL 13 e 14 aprile andremo al voto con una legge anticostituzionale sulla quale c'è il silenzio sia del Pd sia del Pdl, i cui costituzionalisti che avevano promosso il referendum per abrogarla ora tacciono". Lo afferma il Vice Presidente del Senato ed esponente del Partito socialista, Gavino Angius. "E' incredibile - prosegue Angius - la sentenza del Tar del Lazio che, pronunciandosi sul profilo di costituzionalità dell'attuale legge elettorale in merito in particolare al premio di maggioranza previsto sia alla Camera che al Senato, ha demandato alla Giunta per le Elezioni, che sarà eletta dopo il voto del 13 e 14 aprile, di decidere se sottoporre la questione alla Corte Costituzionale. In questo modo coloro che saranno eletti con una legge incostituzionale decideranno su loro stessi. Con questa sentenza - conclude Angius - gli eletti si garantiscono una blindatura anche se la legge elettorale fosse giudicata palesemente incostituzionale."

02 marzo 2008

BOMBE SU GAZA

L’Esercito israeliano attacca con un contingente di 2000 uomini supportato da elicotteri e mezzi corazzati i palestinesi della striscia di Gaza. Non l’attacco di un esercito invasore, ma la rappresaglia di chi ha subito un’aggressione e risponde simbolicamente con attacchi mirati: 60 terroristi morti e più di 150 feriti.
I palestinesi tutti senza distinzione, bambini e civili compresi, per i rappresentanti istituzionali d’Israele sono terroristi crudeli e senza scrupoli che vanno eliminati, carne da macello, nell’indifferenza di Stati e istituzioni internazionali e con la complicità del presidente dei presidenti, di quel Valery Bush, esportatore di bombe e democrazia.
Un Paese civile e democratico, che ha provato sulla pelle dei suoi avi umiliazioni disumane e l’onta della diaspora, non trova niente di meglio che le bombe per dare serenità e pace ai suoi cittadini.
I sette bambini innocenti…futuri terroristi; le donne…future mamme di terroristi.
Io sono indignato. Mi riesce difficile comprendere i motivi di tanto odio che portano il popolo “prediletto” a procurare tante e tali sofferenze ad un popolo fratello. Come mi riesce difficile giustificare l’assedio di Gaza, i bombardamenti alle centrali elettriche e l’innalzamento di mura. Ma ancor più difficile è giustificare l’ipocrisia di Bush e dell’ONU che non sono riusciti (o non vogliono) a risolvere il problema arabo-israeliano dirimente per risolvere il terrorismo internazionale. L’Afganistan e l’Iraq hanno dimostrato che con la guerra non si risolvono i problemi, ma si aggravano. Occorre percorrere tutte le strade possibili per portare la pace in due Paesi martoriati, sempre all’erta e mai sicuri. Volere è potere.

Le rappresaglie chiamano rappresaglie,
i morti chiedono vendetta,
i padri cercano i figli,
i figli chiamano i padri,
coprono le bombe il pianto delle madri. (G.G.)