20 settembre 2007

IL VENDITORE DI COMPLOTTI di Curzio Maltese e IL PIFFERAIO MAGICO

Un nuovo epiteto per Grillo, coniato da Curzio Maltese, un giornalista di “la Repubblica”, da me molto stimato che, nel suo articolo (17/9/07)sembra schierarsi col coro dei denigratori..
Non voglio difendere Grillo, lo sa fare meglio di me, ma voglio fare alcune considerazioni poiché l’articolo suona come un’assoluzione di una classe politica arrogante e inefficiente il cui unico vero impegno consiste nel creare attorno a sé una rete legale di protezioni che assicura loro impunità verso ogni forma d’illecito o comportamento indegno.
Tutto ciò, tra l’altro, emerge chiaramente nel libro di Rizzo e Stella “La casta”.
Anche loro sono venditori di complotti, fautori dell’antipolitica, qualunquisti e populisti?
Afferma Maltese che “la prima proposta, il divieto di candidare alle elezioni condannati in primo grado (ricordo che la proposta riguarda anche i condannati in via definitiva, in secondo grado e quelli in attesa di giudizio), rappresenta una resa avvilente della democrazia”.
Una tale legge sarebbe, infatti, una resa avvilente della democrazia, ma è più avvilente vedere legiferare in parlamento con arroganza e prosopopea dei pregiudicati che, nel caso degli onorevoli Pomicino e Vito, partecipano addirittura alla commissione antimafia.
E’ vero che alcuni reati non possono precludere il parlamento, ma sta al legislatore dare la giusta dimensione alla legge e affrettarsi a legiferare in proposito..
“Dovrebbe bastare la libera volontà del popolo ad impedire che dei criminali siano eletti”. E’ un assioma valido in una democrazia matura e osservante delle regole, ma in Italia, e Maltese lo sa bene, la democrazia, specie ai livelli alti, è un’altra cosa, mortificata da ciò che avviene nei “palazzi del potere”.
Ma come può il popolo esercitare la sua libera volontà se gli vengono propinate, per legge (una maglia delle rete), le liste bloccate (retaggio di regime), impedendogli così di esercitare, attraverso il voto di preferenza, la sovranità come prevede la costituzione (art. 1, comma 2).
E’ demagogico, invece, affermare che “quando c’erano le preferenze…spesso ha vinto Barabba…”
Potremmo paradossalmente affermare, stando alle sue affermazioni, che era la conseguenza della”libera volontà del popolo”.
“Se gli italiani continuano ad eleggere certa gente, la colpa non può essere sempre dei partiti”.
Allora mi chiedo: chi ha approvato in parlamento il “porcellum”? I cittadini o i parlamentari?
Non prendiamoci in giro! Sappiamo tutti che i partiti ormai sono delle SpA che difendono i loro interessi diffusi (basta pensare al rimborso elettorale: scandaloso!) invadendo tutti i gangli dalla società, dal più piccolo al più grande CdA, dalla sanità ai tanti consorzi, dai trasporti ai servizi….
Esempio: se non voglio votare Previti ma sono sostenitore di FI, o la moglie di Fassino e sono sostenitore dei DS…sto a casa o cambio convinzione politica? Mi vien da …piangere.
“O ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra”, recita un vecchio adagio.
Ma è ora che il popolo rifiuti di mangiare la minestra e rivendichi la partecipazione più completa alla vita pubblica, pretendendo che i partiti si ritirino da quelli che credono essere i loro campi d’intervento e si limitino a raccogliere le istanze dei cittadini e legiferare a tale scopo.
Conclude Maltese: “Ma l’etica pubblica è un patto fra cittadini che non s’inventa con uno slogan o una trovata”. Ma che cos’è il patto tra cittadini se non la Carta Costituzionale? Perché non viene applicata nella sua interezza? E se non è abbastanza moderna, perché non si apportano le giuste modifiche? E l’informazione perché con il coraggio non si fa portatrice di valori senza aspettare il “venditore di complotti”, prima che arrivi un qualsiasi “pifferaio magico”?

09 settembre 2007

EMILIO MARRESE DEMONIZZA BEPPE GRILLO: GRAZIE!

E. Marrese, noto giornalista del quotidiano “la Repubblica”, nel suo articolo sul supplemento del “Venerdì” del sette scorso ci mette in guardia dalla demagogia profusa a piene mani dal “socio-comico “ e “guru” Beppe Grillo.
Dall’articolo emerge un'immagine non proprio esaltante del “disincantatore” che viene indicato come qualunquista (“le sue invettive sconfinano nel qualunquismo”) a rischio di delirio di onnipotenza che “da quasi comunista (colpa o vergogna?) ” diventa “luogo-comunista”, come quello che vuol prenderne il posto.
Si viene, quindi, a sapere che è stato condannato ad un anno e due mesi per omicidio colposo (incidente stradale), che possiede due ville di cui una con impianto fotovoltaico che gli permette di vendere l’energia residua all’ENEL (chiunque ha un impianto simile deve cedere all’ENEL l’energia residua), che “colui che lancia anatemi contro gli evasori ha approfittato del condono tombale di Tremonti”, che è tirchio e “si dimentica di pagar chi lavora per lui”, che “abitava nello stesso palazzo del serial killer Donato Bilancia e frequentavano la stessa compagnia (?) …, che “qualche ingenuo rimane stupito dei prezzi delle sue esibizioni (ma come predica a pagamento), che aveva Ferrari e yacht.
Grazie dottor Marrese, grazie per averci aperto gli occhi su questo “demagogo”, come lei lo chiama.
Ma che vuole, come potevamo noi miseri mortali, sapere tutto questo! Pensavamo ingenuamente che i demagoghi in Italia fossero altri: molti politici e alcuni giornalisti smaliziati, entrambi le categorie bravi a vendere fumo e a conservare la carne.
Lei sostiene che Grillo ha buon gioco nelle sue invettive perché “gli italiani (al suo posto avrei usato la lettera maiuscola…ma forse la minuscola è stata usata con molta accortezza considerando quanto segue…) non aspettano altro che essere trattati da povere vittime del sistema”.
Onore a Grillo che ha capito l’antifona, ma….mi scusi, non lo dice lei stesso che nonostante “qualche bufala” (quale mortale non ne prende mai almeno una?) lancia sacrosanti messaggi, che ha anticipato mani pulite, il crac parmalat, le inchieste contro telecom o Fazio…?
Penso, deve convenirne, che “il demagogo più divertente d’Italia” per avere un tale seguito e una tale considerazione internazionale qualche verità scomoda la dice e gli Italiani, che poi così scemi non sono, sono più consapevoli di quanti politici e giornalisti credano, vedono in Grillo colui che può riuscire ad intaccare lo smisurato potere accumulato dalla “casta”; combattere le malefatte del potere politico sperando che uniti attorno ad un socio-comico possano creare un movimento di consapevoli che riporti il Paese nei binari giusti di una vera democrazia (è utopia, ma l’utopia ha il potere di muovere la storia).
Ed è molto grave che uomini di cultura che si dicono indipendenti confondono l’antipolitica con la presa di coscienza dei cittadini del proprio stato di sudditti e dei molti privilegi dei politici e di quanti girano loro attorno. Basta leggere il libro dei suoi colleghi del “Corriere della sera”.
E mi creda, l’antipolitica non la fa chi denuncia la crisi del sistema politico italiano ma quei politici che vivono lontano dalla gente e che hanno costruito attorno a loro una rete di protezione che si avvale di tutte le garanzie che offre il sistema democratico.
Ma quale scandalo sarebbe la nascita di un partito con Grillo, Travaglio, Fo e Beha?
Non mi sembra che qualcuno abbia mosso contestazione al movimento parapolitico di Pezzotta!
Forse siamo abituati alla solita politica da teatro e la novità, qualunque essa sia e da qualsiasi parte venga ci fa paura, perché mette in discussione le nostre sicurezze. E così ci contentiamo di vivere nella precarietà e senza una prospettiva di futuro dignitoso per i nostri figli.
Grazie, dottor Marrese, di tutte le mini e complete biografie dei principali politici italiani che settimanalmente ci offrirà. Ma, soprattutto, la ringrazio perché mi ha fatto capire cosa significa la vera libertà nell’informazione. Non è che le salta in mente di fondare l’F.I. (Forza informazione)?