19 ottobre 2008

LA GELMINI NON CAPISCE

La Gelmini, poveretta, non capisce perché centinaia di migliaia tra studenti, professori e genitori protestino. Forse avrebbe bisogno di un corso accelerato, differenziato da quello somministratogli dal ministro Tremonti, perché possa capire le ragioni della protesta. Potrebbe approfittarne, partecipando ad una delle numerose assemblee e chiedere con umiltà che gliele spiegassero.
La ministra, invece, racchiusa nella sua arroganza, sfugge a qualsiasi dibattito, anche parlamentare, forse, è questa la sensazione, per la pochezza delle argomentazioni a sua disposizione.
Se così non è, farebbe bene allora a scendere dallo scranno e spiegare in modo chiaro e semplice a cosa portano i provvedimenti che il parlamento, senza un minimo dibattito, si appresta a varare.
La pura e semplice verità, non la demagogia, non le bugie degli annunci altisonanti che le reti unificate Media-Rai riversano nelle case degli italiani.
Anche le Regioni, tutte le Regioni, anche quelle governate dal Pdl sono sul piede di guerra, e hanno disertato per protesta la Conferenza Stato Regioni.
Maestro unico e riduzione del tempo scuola alle elementari (24 ore), riduzione oraria nella scuola secondaria di I grado (ore 29 invece di 32) e nelle scuole superiori, accorpamenti d’istituzioni scolastiche che non raggiungono le 300 unità (circa 2600) e chiusura di circa 4200 plessi scolastici con meno di 50 alunni (sono scuole di piccoli paesi appenninici e alpini distanti tra loro e di difficile raggiungimento) porteranno al taglio di 87.400 cattedre e 44.500 posti di personale ATA.
Questo ultimo provvedimento è stato nascosto, per la vergogna, in un Decreto riguardante la sanità!!
Ma il tempo pieno, sostiene l’incompresa Gelmini non scomparirà, anzi, in certi casi, sarà potenziato. Se la matematica non è un’opinione, salvo che un Decreto non stabilisca il contrario, la ministra on è in grado di capire e allora dovrebbe, non dimettersi, ma essere dimessa.
Una riforma fatta solo di tagli (risparmio di otto miliardi di euro) e di un ritorno al passato non può essere una buona riforma. E’ solo un imbroglio!
E un governo che non discute con i cittadini su riforme di tale entità, non è un buon governo.

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