13 febbraio 2008

W FERRARA, ATEO-DEVOTO

Ieri avevo scritto che nella gerarchia ecclesiastica non c’è identità di vedute sul soggetto politico di riferimento. Oggi ne sono più convinto per la discesa in campo dell’ateo devoto Ferrara. Così i soggetti interessati diventano tre: l’Udc, la Rosa bianca e la Lista elettorale per la vita.
Nonostante la confusione, la gerarchia gongola per l’abbondanza. Financo un ateo, anche se devoto, tra i supporters! Non potevano sperare in un “miracolo” maggiore. Tra i tre la Chiesa sicuramente orienterà le “coscienze” verso l’antiabortista rinsavito. E’ pure possibile che dietro tutto questo ci sia una combine, perché sembra poco credibile che il solo Ferrara possa avere la forza economica organizzativa per affrontare una campagna elettorale.
E’certo che la Chiesa sarà la vera protagonista della campagna elettorale.
Tre partiti che si richiamano ai valori etici cristiani e un numero consistente di “coscienze” sparse tra gli altri partiti, rappresentano il vero pericolo della democrazia italiana e la cosiddetta “moratoria per l’aborto” è solo la punta dell’iceberg.
L’ateo-devoto, turbato nel suo intimo, dichiara che “un miliardo di aborti sono uno scandalo intollerabile” e così “faccio un partito contro l’aborto per la difesa della vita”.
Nobile pensiero, nobile iniziativa di un personaggio tronfio, mosso da un culto sfrenato di se stesso.
Quando parla di un miliardo d’aborti, penso si riferisca all’intera umanità. Ciò può essere scandaloso per Ferrara e forse anche per noi. Ma bisogna che Ferrara vada a dirlo agli indiani o ai cinesi o alle popolazioni del terzo mondo, perché è molto comodo parlare da un giornale o da una poltrona televisiva senza interlocutore interessato e lontano dalla situazione drammatica in cui vivano quelle popolazioni, dove centinaia di migliaia di bambini muoiono dopo pochi giorni di vita per la fame e per l’AIDS. E tutto ciò avviene nel silenzio più totale dei media e delle grandi firme del giornalismo nostrano cui appartiene il nostro ateo-devoto.
L’”Osservatorio Romano”, come previsto, plaude alla lista di Ferrara e spinge per una lista unitaria con l’Udc. La senatrice Binetti (0pus dei) prova apprezzamento. Perché non abbandona, allora, il PD e va a rinforzare il partito della “vita”?
La 194 è stata una legge di civiltà, una conquista di tutte le donne, anche di quelle morte negli scantinati, in ambulatori improvvisati, senza assistenza e alla mercé della mammana di turno. Le altre, quelle ricche, signor Ferrara, andavano in Svizzera.

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