09 febbraio 2008

TANTO RUMORE PER NULLA

Siamo solo all’inizio della campagna elettorale e già sappiamo come si svolgerà. Sarà una guerra di tutti contro tutti, d’accuse reciproche sui mali dell’Italia. Saranno stilati programmi fantastici ma, già si sa, irrealizzabili perché lontani dai mille problemi della quotidianità vissuta dai cittadini, quelli veri che i politici così presi dalle loro beghe nemmeno immaginano.
Mi auguro che in queste elezioni vinca il senso di responsabilità e del dovere; che non si assista più a quelle scene di straordinaria follia del senato trasformato nella peggiore delle osterie con sputi, parolacce e brindisi per niente istituzionali; che le leggi siano fatte a vantaggio di tutti e non ad personam; che si ponga termini agli sprechi; che si facciano pagare a tutti le tasse; che lo Stato affermi la sua laicità e non ceda alle ingerenze confessionali.
Guardando a cosa ci offre la piazza, non c’è da stare allegri.
Oggi assistiamo solo a meri riposizionamenti. Si rimescolano le carte, ma la sostanza non muta. Berlusconi, Fini, Casini, Bossi li conosciamo bene. Da lupi non si trasformeranno in miti agnellini e continueranno, come tra l’altro hanno detto, la politica interrotta da due anni d’opposizione.
Il PD correrà da solo ma ciò non basta: occorre un programma leggero e comprensibile che risolva veramente i tanti problemi che attanagliano la nostra società sempre più divisa tra chi troppo ha, non si sa bene come, e chi sempre meno ha, e si sa come e perché.
Gli altri partitini, sia che concorreranno da soli sia che si federeranno, faranno solo una campagna contro. Togliendo, con le loro posizioni estreme, consensi ai maggiori partiti. In realtà è solo il PD a rischiare in quanto i partiti che concorreranno da soli o federati appartengono all’area di centro sinistra. Berlusconi ha provveduto diversamente, assorbendoli nel PDL. Così non avrà concorrenti d’area e non perderà consensi.

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