15 maggio 2007

NOMINA MEOCCI: CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO DEI CONSIGLIERI RAI DELLA CdL

La Procura della Repubblica di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio (imputazione: abuso d’ufficio aggravato e continuato), su cui si esprimerà il gip Giorgio Maria Rossi, dei cinque consiglieri RAI in quota CdL ( M. Staderini – UdC, G. Bianchi Clerici _ Lega, G. Malgieri – AN, A.M. Petroni – nominato dall’allora ministro del tesoro Siniscalco), che nell’Agosto 2005 nominarono A.Meocci Direttore Generale della RAI, nonostante fosse evidente l’incompatibilità in quanto aveva fatto parte dell’Autority.
Allora la RAI fu condannata a pagare la multa 14,3 milioni di euro confermata sia dal TAR che dal Consiglio di Stato, poi gravati di un ulteriore 10% (1,5 milioni ulteriori) per ritardato pagamento.
In Paese che non è l’Italia, la patria del diritto, dove si è innocenti fino all’emissione della sentenza definitiva (campa cavallo che l’erba cresce!) e spesso a furor di partito, i cinque consiglieri per una questione di buon senso e di etica…politica (visto che furono nominati dai partiti) avrebbero già dovuto dimettersi. Invece sono sempre là a dare battaglia in contrapposizione a tutte le proposte che l’altra parte fa, indifferenti agli interessi dell’azienda che, dovrebbero ricordare, non è Mediaset.
Non so se l’eventuale riconoscimento finale dell’imputazione comporta il risarcimento del danno causato all’azienda. Se la condizione è che l’azionista unico si costituisca parte civile, allora il ministro Padoa Schioppa deve farlo.
Ma il signor ministro ha chiesto il parere all’Avvocatura dello Stato che, a quanto risulta (La Repubblica del 14 maggio 2007), sconsiglia di avviare un’azione di rivalsa poiché i 15,8 milioni della multa sono passati dalle casse pubbliche della RAI alle casse pubbliche del ministero dell’economia realizzando “una sostanziale compensazione”. Per di più il ministero, avendo partecipato alla nomina di Mocci attraverso il meccanismo dell’intesa con i consiglieri, gli stessi potrebbero sostenere che il danno lo causò lo stesso ministero.
Insomma, non è successo nulla. Nessuno pagherà …anzi stia attento il ministero che i cinque non chiedano i danni d’immagine e per essere stati indotti all’errore.
Ma se i Consiglieri non sono responsabili, se si parla in maniera indefinita di “ministero” e non di ministro, allora chi è il responsabile? Ma se il responsabile fosse il ministro Siniscalco, non ha agito forse nell’esercizio delle sue funzioni, cioè per bene della comunità ?
E’ un circolo…vizioso, un gatto che si morde la coda, ormai ridotta a un moncherino.
Finirà, quindi, come finisce sempre in Italia…paga Pantalone, cioè i cittadini.

P.S.: Il mio amico si chiede: come mai i nostri dipendenti non approvano una legge che istituisca la responsabilità personale, dal ministro all’assessore al consigliere comunale, mettendo fine ad abusi e sprechi ?
Spesso il mio amico dimentica dove vive e con chi a che fare!

Nessun commento: