08 maggio 2007

LA VIA PER LA VITA ETERNA E ALTRO

Caro Scalese,
ti ringrazio per la lezione di catechismo. Non è mai troppo tardi per imparare.Ecco il perché delle mie elementari domande.
Dalla tua elementare risposta, diretta ad un adulto – bambino, ho capito, finalmente, qual è la via per la vita eterna, molto semplice e garantita: poiché “chiunque è degno del perdono di Dio, anche il più grande dei peccatori” (Pinochet o Franco, Stalin o Mussolini…?), tutti possono accedere al Paradiso purché si pentano in punto di morte, come sicuramente avrà fatto “Renatino” della Magliana mentre, pistola in pugno, cercava di salvare la pelle.
Penso, comunque, che chiedere risposte, non significhi “ciurlare nel manico”.
Ma la misericordia divina o come la chiamava Manzoni la Provvidenza come è scesa su Napoleone (…il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola, sulla deserta coltrice accanto a lui posò), non ha potuto scendere su Welby? E lo stesso Welby non ha potuto chiedere perdono a Dio, mentre moriva?
Come vedi, noi laici (la laicità, come ben sai, non implica l’essere non credente) rispettosi di tutte le opinioni e di tutte le religioni, ci nutriamo di domande e di risposte semplici e comprensibili perché, in fondo, siamo degli eterni bambini.

P.S.: Conosco il pensiero di Weber in modo piuttosto frammentario e può aver detto, a proposito della società occidentale, che, grazie alla religione cristiana, si sia evoluta più delle altre.
Permettimi, comunque, di segnalarti che dall’opera“L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” (1904), si evince che lo sviluppo del capitalismo moderno è in larga parte attribuibile a un elemento sovrastrutturale e mentale-culturale quale quello della Riforma protestante. Infatti, l’attivismo di alcune sette protestanti, il loro ascetismo intramondano, anche certi aspetti della teoria della predestinazione e della giustificazione per fede, furono elementi che determinarono lo spirito del capitalismo.

Su Galilei si può con certezza affermare che formalmente è stato assolto dall’accusa di eresia solo nel 1992, ma il tempo è un’invenzione dell’uomo, quello che conta è l’eternità.
Non capisco quali risposte avrebbe dovuto dare a Keplero e su che cosa visto che il 1° gennaio 1611 così scriveva “A Giuliano dei Medici in Praga”: “Averanno dunque il signor Keplero e gli altri copernicani da gloriarsi di aver creduto e filosofato bene…”
Invece, si sa con certezza che Galilei, subito dopo la pubblicazione (21/02/1632) del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, venne convocato (01/ 10/1632) a Roma dall’Inquisizione (santa?), in quanto per l’istruttoria, prima, per il processo, poi, si era reso “veementemente sospetto d’heresia, cioè d’avere tenuto e creduto dottrina falsa e contraria alle Sacre e Divine Scritture, ch’il sole sia centro della terra e che non si muove da oriente a occidente, e che la terra si muova e non sia centro del mondo”.
Costretto ad abiurare, Galilei fu condannato alla prigione a vita che, con somma misericordia, fu commutata in isolamento assoluto presso il vescovo Piccolomini, prima, e nella sua villa di Aletri, poi.
Con affetto sincero

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