27 aprile 2006

L’OSTRUZIONISMO DI BERLUSCONI

L’ostruzionismo, in termini calcistici, è l’azione di ostacolo per impedire in modo scorretto all’avversario di proseguire nell’azione e viene punito dall’arbitro con una punizione di prima.

L’ostruzionismo politico, in questo caso, è l’atteggiamento scorretto della parte politica del già Presidente del Consiglio atto ad allontanare nel tempo l’incarico istituzionale al capo della coalizione che, seppur di poco ma legittimamente, ha vinto le elezioni e, quindi, il diritto a governare.

Nell’approvazione delle leggi, perchè non si ricorra spesso all’ostruzionismo, i tempi della discussione vengono contingentati. Ciò accade per non rimandare alle calende greche l’approvazione di provvedimenti legislativi, spesso urgenti, che la maggioranza ritiene essere importanti per la crescita economica e civile del Paese che amministra. Insomma, per dare al governo il diritto di governare. In ogni democrazia matura, in cui le forze politiche di maggioranza e di opposizione si guardano bene dal delegittimare gli avversari ed evitare il decadimento delle istituzioni, ciò è la prassi.

Dalla diffusione dei risultati elettorali, or sono 18 giorni, la CdL con in testa FI, non ha fastto altro che frapporre ostacoli al riconoscimento della vittoria dell’Unione. Ad oggi, non risulta che Berlusconi abbia riconosciuto, nè voglia riconoscere, la vittoria di Prodi.

Prima la certezza di brogli elettorali (ministro degli interni Pisanu) e la richiesta di conteggio delle schede contestate nell’ordine di poche migliaia; poi, al pronunciamento della Corte di Cassazione che ufficializza i risultati, spunta la trovata di Calderoli (il ministro della “porcata”) ; quindi le schede bianche o nulle; e, ancora, il voto degli italiani all’estero (ministro Tremaglia di AN); per non parlare delle dichiarazioni irresponsabili di Berlusconi, ancora facente funzioni, e dei sodali che denotano un bassissimo senso dello stato, dimostrando la propensione a considerare “cosa propria” le istituzioni e ritenere , almeno il 50% degli italiani dei “coglioni”, incapaci d’intendere.

Ora, alla luce delle valutazioni per niente lusinghiere sullo stato di salute dell’economia italiana del Fmi ( Rodrigo Rato,managing director, pronostica per l’Italia un mix di crescita relativamente basso e di alto disavanzo e alto debito pubblico.) e dell’invito del commissario per gli affari economici Almunia (“Il nuovo esecutivo sa bene cosa fare e deve avere l’appoggio di tutti per il bene dell’Italia.”) emerge una situazione economica allarmante e una situazione politica disarmante.

Per rimettere in ordine i conti onde dare stabilità al sistema italia e la speranza di un futuro sereno agli italiani, occorre che un governo legittimo guidi il Paese. E ciò nel più breve tempo possibile.

Faccio fatica, quindi, a capire la strategia di Berlusconi. Quale vantaggio può derivare all’Italia, quale alla sua parte politica?

All’Italia certamente nessun vantaggio anzi, ritardare a dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, ripristinando rituali da basso impero, la nomina di Prodi, non farebbe altro che aggravare lo stato di malessere.

O, forse, Berlusconi giocando la “senile”carta di Andreotti (l’on. sen.,che tanto ha dato, avrebbe fatto meglio a ringraziare e , quindi, a defilarsi...) presidente del senato, spera di spaccare l’Unione, facendo emergere malcontenti e contraddizioni e, quindi, non riesco ad immaginare altro, ottenere vantaggi non tanto per la parte politica che rappresenta quanto per sè e per le sue aziende?

Comunque si voglia rispondere, un fatto appare certo: Berlusconi e i suoi non potevano finire peggio un’esperienza deleteria per l’economia e le istituzioni, lasciando, fortemente volendo, solo rovine. L’eredità è drammatica e il compito che attende il nuovo Presidente della Repubblica, rappresenta l’unità nazionale, e il nuovo Presidente del Consiglio è di quelli da far tremare le vene e i polsi: pazienza, umiltà, determinazione coerenza e, soprattutto, unita d’intenti.

A proposito dell’incarico che il Presidente della Repubblica dovrà affidare a Prodi non sta scritto da nessuna parte che deve essere il nuovo Presidente a conferirlo. Il Presidente Ciampi rimane nel pieno delle sue prerogative costituzionali (solamente non può sciogliere le camere) finchè non sarà nominato il suo successore. E la precarietà economica dell’Italia non ha bisogno di bizantinismi ma di decisioni e operatività immediate.

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