04 aprile 2006

COME IL CAVALIERE HA DIVISO L'ITALIA

Finora abbiamo assistito ad una campagna elettorale povera di idee ma ricca di colpi di scena e toni alti, come se chi più grida più ha ragione, diversa da quelle cui eravamo abituati:
- consigli (avvertimenti) clamorosi del Dipartimento di Stato americano, stranamente non respinti dal governo di un Paese sovrano, di evitare di visitare l'Italia per rischi attentati;
- attacchi irrispettosi e spesso irresponsabili (bocche che si aprono e lanciano parole senza sapere cosa possono determinare.) alla persona più che al politico, visto più come un nemico che come avversario;
- manifestazioni provocatorie (croci uncinate, svastiche liberamente circolanti...) o violente (Milano: c/so Buenos Aires), subito strumentalizzate;
- dibattiti Tv che diventano scambi di accuse e di offese sostenute da claque partigiane;
- iniziative di cattivo gusto (Formigoni a Milano lancia una torta infaccia a un finto Prodi.
Molti commentatori politici imputano tale clima di rissa alla NUOVA legge elettorale (definita dallo stesso "padre" Calderoli una porcata) che obbliga le forze politiche alla spasmodica ricerca di visibilità.
Non è la sola spiegazione, almeno non la più importante. Quando si soffia sul fuoco ad ogni occasione, vuol dire che la posta in gioco è più alta della semplice vittoria elettorale: è il rifiuto di farsi serenamente e compiutamente giudicare dal popolo, l'unico a detenere la sovranità, alla scadenza del legittimo mandato ricevuto, perchè l'elettore-cittadino possa scegliere con cognizione di causa.
Penso, come ho altre volte affermato, che il governo abbia il diritto di dimostrare il suo operato secondo quanto promesso nell'ormai famoso contratto; ma, allo stesso modo, i partiti dell'opposizione, che leggittimamente si propongono al governo del Paese, debbano poter esporre il loro programma senza ostruzionismi o false ineterpretazioni.
L'appello del Capo dello Stato di abbassare i toni dello scontro politico......è rivolto alla sinistra. E così, l'aggressione verbale della CdL non risparmia nessuno e nessuna istituzione, portando all'esasperazione il detto "chi non è con me è contro di me":
- la Magistratura rossa ("rossa di sangue" ebbe a replicare Di Liberto) ed eversiva che fa finta di non vedere "l'intreccio perverso tra le cooperative rosse, le giunte rosse e la criminalità organizzata"(Berlusconi a Napoli il 26/3/06);
- la Confindustria convertita al comunismo perchè ha osato dire ciò che è evidente: il fallimento della politica economica del governo (il paradosso è che datori di lavoro ed operai viaggiano sotto la stessa bandiera...);
- il cardinale Tettamanzi e la Curia di Milano, specialmente alcuni preti come don Colmegna o don Rigoldi, sono accudati di appoggiare l'Unione e di non rispettare le indicazioni di equidistanza date dal cardinal Ruini;
- la stampa, esclusa, s'intende, il 42% di proprietà del Cavaliere e qualche altra percentuale che fa il tifo, è di sinistra e, oltre alla campagna di disinformazione e di diffamazione, specie nella trascrizione delle dichiarazione del Presidente del Consiglio sempre non rispondenti al vero il giorno dopo, osa schierarsi con chiarezza a sinistra come ha fatto il "Corriere della sera";
- i comici che interpretano la satira a senso unico senza tener conto della par condicio e prendono di mira sempre Lui (ma l'esempio di Luttazzi non è allora servito?);
- i registi, i produttori, gli attori gli insegnanti non brillano per riconoscenza e cospirano assieme alla sinistra.
Ad oggi, mancano alcune "categorie" come gli sportivi, i tassisti, i farmacisti, gli operatori ecologici, gli uscieri....per gaggiungere tutte le componenti della società.
Ma al voto mancano ormai meno di due settimane: abbiate fede!

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