20 novembre 2006

ROMA: IL CORTEO MALEDETTO

Poche decine, un centinaio…non è una questione di numeri. Bisogna avere il coraggio di chiamare le cose col loro giusto nome: è stato un atto di barbarie assoluta.
Una manifestazione per la pace in Medio Oriente si è trasformata in uno spettacolo indecente, partendo dal vergognoso e già sentito coro d’insulti (dieci, cento mille Nassiriya) al rogo dei tre fantocci avvolti nelle bandiere italiana, americana e israeliana.
Espressioni di sdegno e condanne verbale da parte delle istituzioni e dei politici…ma non basta.
Non è più il tempo della tolleranza e delle giustificazioni. I facinorosi manifestanti di indubbia provenienza devono essere isolati da tutti i democratici, specialmente da quelle forze politiche cui fanno riferimento e sulle quali gettano discredito (l’opinione pubblica fa presto ad associarle alla sinistra in genere). Così la destra con Cicchetto e Gasparri ha buon gioco nel paventare una sorta di complicità tra la maggioranza e il governo con i responsabili dell’ignobile misfatto, vista la partecipazione alla manifestazione del segretario del Pdci Di Liberto che sembra chiuda la faccenda con la seguente dichiarazione di condanna: “Chi grida certi slogan è nemico della causa palestinese. Il rogo è opera di quattro imbecilli”.
Non basta. L’onorevole Di Liberto, per il ruolo che svolge e per l’intelligenza politica che lo contraddistingue, non può parlare così semplicemente di quattro imbecilli, perché sa che non sono quattro imbecilli, considerando, tra l’altro, che non è la prima volta che partecipa a manifestazioni così composite e movimentate.
Il problema è molto più complesso e investe tutta la sinistra, da quella più moderata a quella radicale, ormai pure essa sinistra di governo, che deve dare delle risposte convincenti.
Come la democrazia non si esporta con le armi, la pace non s’impone con la violenza. Tanto basta, quindi, perché tutta la sinistra, da Fassino a Di Liberto, dichiari a voce “forte e chiara” che non ha niente in comune con questi facinorosi violenti e insensati; che non parteciperanno mai a nessuna manifestazioni che preveda la loro presenza. Tutto ciò senza doppi giochi e furberie.
La sinistra per affermare i valori propri non ha bisogno di avvalersi della violenza di pochi “imbecilli”, ma deve distinguersi. Deve isolarli, abbandonarli al loro destino.
Manifestare con determinazione ma con serenità si può. E Milano ne è la riprova. Forse l’onorevole Di Liberto avrebbe fatto meglio a unirsi ai manifestanti di Milano.

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