21 novembre 2006

LEGGE ELETTORALE: E IL VOTO DI PREFERENZA?

Non è ripetitivo ritornare a parlare di legge elettorale perché i nostri “dipendenti”, ormai padroni, non sono interessati a cambiarla veramente.
L’apparenza: tutti i partiti,anche la Lega, condannano la “porcata” di Calderoli.
La realtà: tutti, per opportunismo politico (egoismo di partito) non sono in grado di abrogarla.
I primi a apporsi sono i partiti minori, specie quelli regionalistici o familiari che non vogliono la soglia di esclusione, 4 o 5 % che sia, né il ritorno ai collegi uninominali (segnerebbero la loro fine).
I partiti maggiori di governo non vogliono andare alle elezioni anticipate a legge approvata come invece chiede in modo pregiudiziale l’opposizione prima di discutere di riforma.
Rimarrebbe il referendum. Ma, anche in questo caso, i partiti minori si sono premurati a far sapere che, qualora un partito della coalizione lo sostenesse, si riterrebbero liberi da qualsiasi vincolo.
E i partiti maggiori governo? Se il referendum passasse, il parlamento si dovrebbe sciogliere. Quindi…non sono interessati, come quelli dell’opposizione
Il ministro Chiti proporrà ad alleati e opposizione la proposta D’Alimone, valente politologo e professore universitario, che si articola in cinque punti: premio di maggioranza al senato a livello nazionale; voto ai diciottenni anche al senato; eliminazione delle candidature plurime; i voti delle liste che non superano lo sbarramento saranno escluse dal computo per l’assegnazione del premio di maggioranza alla camera e al senato; inclusione dei voti della Val d’Aosta ai fini dell’assegnazione del premio di maggioranza alla camera.
Ritengo la proposta valida ma incompleta in quanto non fa cenno alcuno al voto di preferenza.
Ancora una volta il detentore della sovranità non viene preso in considerazione. Saranno i partiti a decidere chi rappresenterà il popolo in parlamento quando definiranno le liste bloccate da presentare agli elettori. Il voto di preferenza è l’unico strumento, anche se limitato, che permetta un possibile ricambio della classe politica che, vecchia e arrogante, ha paura di mettersi in discussione, affrontando il giudizio degli elettori. Sarà il trionfo del nepotismo (familiari, amici fidati…).
Dice il mio amico: “ Ma di cosa ti preoccupi; non è meglio avere qualcuno, per esempio un professionista della politica, che pensa per te, che interpreta i tuoi desideri, che ti conduca per mano recapitandoti al mattino il cibo della giornata e le informazioni giuste? Tanto loro sanno cosa è la democrazia e la tengono ben salda tra le mani”.
Ma il mio amico, spero l’abbiate capito, è un po’ strano, sembra di un altro pianeta.

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