22 novembre 2006

FORZA DI PACE INTERNAZIONALE A GAZA

Bolton, l’ambasciatore USA all’ONU, in merito alla proposta italo-francospagnola di inviare una forza di pace nella Striscia di Gaza per porre fine ai sanguinosi attacchi e contrattacchi che infieriscono soprattutto sulla popolazione civile (480 morti palestinesi, distruzioni di infrastrutture, mancanza di acqua e si luce, completa cessazione di ogni attività economica con la disoccupazione all’85%, 900.000 palestinesi assistiti dall’ONU) dichiara che “l’interposizione di una forza internazionale non crediamo possa contribuire a una soluzione permanente del problema dell’area”.
Ricordiamo che la Striscia di Gaza è mediamente larga 6 e lunga 42 Km (Kmq 252 il territorio di una media cittadina italiana) ed è abitata da 1.700.000 palestinesi.
Il giorno dopo. Il portavoce del ministro degli esteri israeliano, commentando la risoluzione di condanna dell’ONU circa l’uccisione di 19 palestinesi a Beit Hanun a causa di un bombardamento dell’artiglieria israeliana (un errore tecnico per Olmert, il primo ministro israeliano), e l’appello ad Israele idi cessare le azioni militari, afferma che la risoluzione “rappresenta un premio ai terroristi” e “non tiene conto che i terroristi si fanno scudo della popolazione palestinese”. L’ambasciatore israeliano all’ONU, inoltre, con grande rispetto, dichiara che “le forze del male tengono in ostaggio l’assemblea dell’ONU”. Senza dubbio una dichiarazione assai generosa sulle capacità intellettive e morali di un’assemblea che merita rispetto.
Infine, l’alto commissario dell’ONU per i diritti civili Louise Arbour, dopo la visita nella Striscia, denuncia gravi violazioni dei diritti nei territori palestinesi: “La violazione dei diritti umani…è intollerabile”. E ancora: “Essere qui, parlare e vedere con i miei occhi tutto questo è stata un’esperienza estremamente toccante”.
Il 20 scorso l’aviazione israeliana ha attaccato un veicolo che transitava a Gaza City. Bilancio provvisorio: due miliziani uccisi (l’obiettivo) e sei civili, tra cui una bambina di un anno, feriti (effetti collaterali…non voluti).
Non si vuol puntare il dito contro nessuno ma se gli USA fossero più recettivi e meno intransigenti (non si capisce perché), se gli israeliani tenessero nel dovuto conto le rioluzioni dell’ONU, se le ispezioni dell’ONU nella Striscia, nonostante le prese di posizione dei commissari, fossero tenute nella dovuta considerazione, se i palestinesi fossero più uniti, se…se…
Ma la storia non si fa con se, lo sappiamo, né tanto meno con la vecchia e infruttuosa strategia statunitense, israeliana e palestinese. Occorre cambiare metodo, partendo dalle sofferenze della gente palestinese e israeliana, di quella che vive per le strade e che ha diritto ad una vita serena nella pace. Ben venga, quindi, l’iniziativa italo-franco-spagnola se potrà aprire solo uno spiraglio nel nero di una lunga e sanguinosa guerra.
Gandhi: “Chiedi a te stesso il valore che la tua prossima azione avrà per l’uomo più povero della terra”.

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