19 luglio 2006

MEDIO ORIENTE: LA PACE COME DISCONTINUITA’ COL PASSATO

Ho scritto il 17 scorso che esprimere un’opinione nel conflitto arabo-israeliano- palestinese, uscendo dalla strada tracciata da un’ipocrisia sottaciuta unita ad un servilismo umiliante, significa venire tacciati di antisemitismo….anche dai nipotini del Duce. Ed è quanto dire.
Durante il dibattito al Senato seguito alla relazione del ministro degli esteri sulla crisi Medio orientale, il senatore Andreotti ha osato uscire dalla suddetta strada, attirandosi le reazioni sdegnate del centro destra e del signor Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche. Voglio citare integralmente la frase incriminata :”Credo che ognuno di noi e fosse nato in un campo di concentramento, da cinquant’anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire, sarebbe un terrorista.”
E’ una frase vera che, d’improvviso forse con brutalità, ci costringe a togliere la testa dalla sabbia, a ritornare per un attimo uomini, ad abbandonare la corazza piumata degli struzzi.
Se vogliamo affrontare il drammatico problema, cercando una soluzione vera, non un palliativo, bisogna abbandonare i soliti schemi che, dalla prima risoluzione ONU ad oggi, non hanno risolto un bel niente.
Il diritto all’esistenza e all’autodifesa d’Israele nessuno li nega.
Ma incominciamo a parlare di diritto all’esistenza e all’autodifesa dei palestinesi.
Eliminiamo i campi profughi dando agli occupanti una patria e una dignità.
Eliminiamo le colonie dai territori assegnati ai palestinesi.
Se accusiamo di terrorismo i palestinesi delle striscia di Gaza e della Cisgiordania occupata, abbiamo il coraggio di sanzionare duramente gli attacchi dell’esercito israeliano che procurano numerosi vittime tra i civili e distruggono le poche strutture come centrali nucleari o ospedali. Se condanniamo il rapimento dei soldati israeliani perché permettiamo che ministri di un governo democraticamente e legittimamente eletto vengano prelevati e trasferiti nelle prigioni d’Israele, con quale diritto?
Se promuoviamo una veglia di solidarietà per i cittadini israeliani perché non ne promoviamo una per i cittadini palestinesi?
Perché le richieste di tregua del governo libanese, del G8 e di Kofi Annan non vengono prese in considerazione dal premier Olmert che, invece, rilancia l’offensiva, cosa dicono i nostri bravi ed esperti politici?
Certo , “la discontinuità” in questo caso li farebbe pensare troppo, ne affaticherebbe la mente “in tutt’altre faccende affaccendata”. E così il Medio-oriente sarà sempre più una palude, Israele costruirà muri, i palestinesi faranno qualche attentato e subiranno la solita reazione, gli hezbollah, la Siria e l’Iran strumentalizzeranno la situazione e Bush avrà un colpevole da indicare e possibilmente da colpire con l’aiuto della comunità internazionale e che, proprio per questo, sarà sempre più forte e , questo è l’aspetto più grave, punto di riferimento dei palestinesi più oltranzisti e del mondo arabo. Insomma, una guerra senza fine.
Borgetto 19, 07,06

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