13 luglio 2006

L’AFGHANISTAN E I DISSIDENTI-PACIFISTI

D’Alema minaccia le dimissioni se i cosiddetti dissidenti-pacifisti non voteranno il rifinanziamento delle missioni italiane, in primis quella in Afghanistan, rifiutando stravaganze”, cioè, immagino, soluzione pasticciate e di dubbio valore sulla politica estera italiana.
Sicuramente i pacifisti, fuori e dentro il Parlamento, portano avanti il valore assoluto e imprescindibile della pace che va perseguita ad ogni costo e sempre, senza se e senza ma.
Ma oggi, non rifinanziare la missione in Afghanistan sarebbe esiziale per il governo, per altro ad appena due mesi dall’insediamento, a causa della stentata maggioranza al Senato che deve indurre a serie riflessioni.
Non si può essere così “coglioni” da permettere a Berlusconi , a Calderoni e ai post-fascisti di Fini di rientrare in gioco. Sarebbe un ritorno al passato più triste!
E’ indubbio che un messaggio di discontinuità va dato. Innanzitutto è stato risolto, a quanto pare, il problema della presenza di militari italiani in Iraq. Riguardo all’Afghanistan i dissidenti -pacifisti ricorderanno che non è stato un intervento unilaterale americano ma deciso in sede ONU e la missione italiana è in ambito NATO. Ciò non significa che il ruolo dell’Italia non sia modificabile ed è giusto che chi si è sempre battuto contro ogni guerra ponga il problema del ritiro; ma è anche vero che l’Italia ha assunto in antecedenza degli impegni che nell’immediato deve mantenere.
E’, pertanto, auspicabile che, prima della discussione a Montecitorio, il presidente Prodi e il ministro D’Alema incontrino i parlamentari dissidenti (l’umiltà è sempre l’arma più giusta), che chiariscano le ragioni del governo, che non sono peregrine ma pregnanti, e che si assumano l’impegno che l’Italia si farà promotrice di una iniziativa che prevede per L’Afghanistan la fine dell’egemonia guerriera degli Stati Uniti e metta in luce le vere ragioni del conflitto ormai troppo lungo, quasi un’occupazione.
In fondo, l’art. 11 della nostra Costituzione ripudia il ricorso alla guerra per dirimere le controversie internazionali.
Borgetto 12,07,06

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