18 giugno 2006

BOSSI, IL REFERENDUM, LA DEMOCRAZIA

“Il lupo perde il pelo ma non il vizio.”, un antico saggio popolaresche risulta sempre applicabile ai politici nostrani.
Chi aveva dato per certo l’abbandono da parte di Bossi della politica di “Roma ladrona” è bello e servito. Pur di non perdere il consenso del “suo popolo” (re, stregone o re-stregone?), come alcuni, e sono tanti, incautamente scrivono, il capopopolo ha ripreso l’antico e provocatorio linguaggio.
Non che in cinque anni di governo l’avesse dimenticato. Ma veniva artatamente nascosto per riesumarlo all’occorrenza (Borghezio al Parlamento europeo, Calderoni in TV). Parodiando Enrico IV di Francia, il suo dire così suonerebbe: “Il potere val bene un viaggio a Roma.”
Finché ha potuto sfruttare bene l’asse Berlusconi – Tremonti, la Lega si è inserita nelle istituzione democratiche del Paese, governandolo con propri ministri e dando corpo e spesso nome alle riforma più infelici della trascorsa legislatura (chi non ricorda la “porcata” della riforma elettorale?),ma ora che occorre fare esprimere i cittadini in modo diretto emerge la vera natura, il lupo, della Lega: servirsi delle istituzioni finché possibile, poi torneremo all’antico.
“Se vincono i NO….Bisogna trovare altre vie, perché democraticamente non sarà più possibile cambiare niente….”. E ancora:”Dobbiamo vincere alla grande in Lombardia e in Veneto per dimostrare che abbiamo una grande forza e che i nostri popoli, con un referendum legale, hanno chiesto la libertà….Così guadagneremo un passaporto per andare all’ONU…”.
Le due dichiarazione dimostrano grande confusione ideologica e culturale, ma rappresentano un mix di farneticazioni eversive molto pericolose.
Vediamo di esaminare i concetti che emergono da alcune parole chiave:
- “i nostri popoli (Lombardo e Veneto)”. L’on. Bossi dimentica che la nostra Costituzione parla di Popolo Italiano, in nome del quale ha governato assieme ai ministri della Lega, prendendo in tal modo in giro non solo gli Italiani ma, soprattutto quei “popoli” cui fa appello. Ricordo, inoltre, che l’Italia di oggi è il risultato di quel movimento storico che è stato il Risorgimento e che l’Unità è stata voluta fortemente da illustri figli della Lombardia e del Veneto. Nei muri di Milano dominata dall’Austria si leggeva “Viva Verdi”, che voleva significare “Viva Vittorio Emanuele re d’Italia”.
- “guadagneremo il passaporto per l’ONU”. L’Italia da grandissimo tempo fa parte dell’ONU e non sembra che un semplice referendum confermativo di una modifica costituzionale, che dite non avrà conseguenze sul piano dell’integrità nazionale, possa dare il diritto alle regioni in cui si afferma il SI o il NO di proclamarsi Nazioni. Se così fosse, avremmo 20 Nazioni con 19 enclave al loro interno.
- “con un referendum legale”. Se il referendum viene riconosciuto come una grande espressione di democrazia, allora bisogna accettarne il risultato complessivo, senza lasciare intendere che “bisogna trovare altre vie.” Non pensa l’on. Bossi che ci sia in questa sua affermazione una grave contraddizione: usare due linguaggi diversi a seconda delle convenienze? Il suo elettorato, formato da cittadini comuni, intende, giudica e dà il responso: le ultime consultazioni, quelle di Aprile, non penso siano stati, nonostante i cinque anni di governo, per la Lega molto entusiasmanti.
Cologno, 16,06,06

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