03 ottobre 2010

UNA POLITICA PICCOLA PICCOLA

Ormai è da più di un mese che non scrivo sul blog. Mi scuso con i miei lettori, augurandomi che ritornino.
La ragione è la mediocrità della politica come conseguenza dell’insufficienza culturale e morale dei politici, dei tuttologi del “fare” che mancano di competenze di base specifiche, che, proprio come certi alunni, prediligono una sola “materia”: l’esercizio del potere incontrollato e non punibile. Per realizzare ciò si esercitano nell’arte della retorica relativistica, cambiando il significato della terminologia.
Il termine “giustizia” è inteso non più come “valore etico-sociale in base al quale si riconoscono e si rispettano i diritti altrui come si vuole che siano riconosciuti e rispettati i propri”, ma come una strada per disporre della propria impunità infinita in barba a leggi già esistenti (ne possono fare di nuove, abbassando i tempi della prescrizione, riducendo, ma di fatto, eliminando le intercettazioni, introducendo il processo breve, nel suo valore assoluto accettabile, ma facendolo precedere da una “nota transitoria” che esaurisce i processi cui è coinvolto il presidente del consiglio, ricorrendo il legittimo impedimento per la “casta“ del Cda dello stato e del suo ad …) e alla legge fondamentale che è la “Costituzione”. Il termine “giustizialismo” è usato dal potere per indicare quanti chiedono il rispetto della “giustizia” e delle regole uguali per tutti, è diventato, quindi, moralismo forcaiolo (!). Il mercato dei parlamentari, non tenendo conto delle dichiarazioni di quanti hanno rifiutato di prostituirsi, una normale e giusta riconsiderazione delle convinzioni ideologiche.
Così, le necessità della casta nel creare quella rete legislativa che la metta al riparo da ogni intervento della giustizia, legittimando abusi e prevaricazioni, distruggendo il rapporto consolidato tra i vari ordini dello Stato, diventa necessità dei cittadini … come, per esempio, fossero sempre intercettati, come in un grande fratello e giustamente chiedessero il rispetto della privacy.
Solo mistificazioni e furberie da ragazzini capricciosi, ma che stanno procurando disastri al vivere assieme con la “furbizia” innalzata a dea nostra.
Speriamo che il popolo italiano si svegli in tempo e ponga fine a questa marcia verso la rovina, perché è facile distruggere una costruzione, mentre è più difficile ricostruirla.
La deriva leghista
Uil sindaco leghista di Adro ha inaugurato una scuola dedicandola all’ideologo Miglio e marchiandola con centinaia di simboli della Lega. Le autorità locali e nazionali hanno tardato non molto a obbligare il sindaco a rimuovere detti simboli.
“Se me lo chiede Bossi, assicura, si farà”.
Mi ricordo che Bossi è il ministro della Repubblica Italiana, quello dal pollice diritto e dalla traduzione dell’acronimo SPQR, un’autorità etica … un padre della patria … padania … un altro acronimo intraducibile ancorché inesistente.
Polemica dopo polemica, talk show dopo talk show, il Consiglio comunale, riunito a porte chiuse delibera che i simboli saranno tolti, quando si sarà appurato chi pagherà la somme occorrente, ben trentamila euro.
La domanda, quindi è la seguente: Chi pagherà la rimozione dei simboli, che nel frattempo continueranno a fare bella mostra di sé?
La risposta è, se non fossimo in Italia, molto semplice: il sindaco e la giunta, in quanto loro è stata la decisione.
Ma siamo in Italia, dove è impossibile individuare responsabilità e colpe dei pubblici amministratori, specie se al governo nazionale siedono i compagni del sindaco.
Il guaio è che ai leghisti e al suo massimo rappresentante in questi ultimi anni è stato permesso di tutto e tutto è stato perdonato come espressione folkloristica, mentre le istituzione venivano vilipese, a partire dalla bandiera, e indebolite.
Bossi è stato costretto, da un sommovimento nazionale (molti ministri e uomini politici e di cultura, hanno fatto finta di non sentire, considerando le dichiarazioni, una gag, come nel caso della ministra per/della gioventù Meloni) e da una mozione di sfiducia presentata dal Pd a chiedere scusa (finalmente qualcuno si è svegliato da un lungo torpore!).

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