20 ottobre 2010

UNA POLITICA PICCOLA PICCOLA n° 5

Non sono né un giurista né un costituzionalista, ma un cittadino che crede nell’uguaglianza di tutti i cittadini come sancisce l’art. 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. L’emendamento al cosiddetto “Lodo (?) Alfano Costituzionale” approvato alla Commissione affari costituzionali del Senato col voto favorevole di tutta la maggioranza, Fini e Lombardo compresi, non va in questa direzione, ma rende il cittadino Berlusconi più uguale degli altri, mortificando la Costituzione ma, soprattutto, tutti i cittadini che rispettano la legge.
Come il condono, poi scudo fiscale, che dà il diritto di evadere le tasse, permettendo agli evasori di, allo stesso modo il “lodo” dà il diritto a un’unica persona, anche se votato (o indicato, come si compiace lo stesso Berlusconi di dire) dal popolo di essere più uguale egli altri.
L’emendamento afferma che “i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti all’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare”.
Risulta evidente una prima anomalia grande come una casa: il coinvolgimento del presidente della Repubblica, per rendere il “lodo” più credibile e pubblicizzarlo meglio in tutte le sedi Media-rai e nella stampa amica come al di sopra della disputa su Berlusconi. A tal proposito è bene, però, puntualizzare che il presidente della Repubblica non ha bisogno di nessun lodo, poiché l’art. 90 della Costituzione recita: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione”.
Il voler coinvolgere il presidente della Repubblica potrebbe nascondere l’elezione di Berlusconi a tale carica senza dover rispondere ad accuse d’incompatibilità: nessuna condanna peserebbe sulla sua persona. Le condizioni alla scadenza del mandato di Napolitano ci sono tutte. Altri sette anni d’immunità! Poi si vedrà!
L’altra anomalia truffaldina riguarda la retroattività del “lodo”. I reati che riguardano il presidente del Consiglio sono stati commessi da questi prima che ricoprisse questa carica e non nell’esercizio delle sue funzioni. Se sono stati commessi prima, non riguardano l’esercizio delle sue funzioni, ergo: dovrebbe essere giudicato come ogni cittadino in base al principio di uguaglianza e non sfuggire al giudizio. Dare l’esempio e fare emergere l’infondatezza delle accuse, considerando che si proclama innocente e vittima, porterebbe a far ricredere i cittadini nei suoi riguardi e alla valorizzazione della sua immagine.
Dichiara la finiana Bongiorno, paladina della legalità assieme a Fini e alla Fel, che “la finalità (della retroattività) è quella di salvaguardare la serenità nello svolgimento delle funzioni […] che, ovviamente, potrebbe essere compromessa nel caso in cui non fossero sospesi i processi per fatti antecedenti all’assunzione della carica”.
Berlusconi non è stato obbligato, onorevole Bongiorno a scendere in politica né a fare il presidente del Consiglio. Se l’ha fatto, era cosciente delle regole della Repubblica o non conosceva, fatto grave, la Costituzione. Sia coerente col principio di legalità sbandierato ai quattro venti da lei, da Fini e dalla Fel! Ma la ragion di partito, lo sappiamo, è più forte … i cittadini capiranno … Così, non è cambiato – ha dato solo l’impressione – nulla: un altro gruppo di potere, altri dipendenti pubblici che giocano con i cittadini!
Casini, altro paladino della legalità che indica Di Pietro come giustizialista, ha dato la sua disponibilità a votare il lodo e, come facevano i democristiani, che a tanto mai arrivarono, fa precedere il suo assenso da una circonlocuzione che sembra uscire dalla bocca di Crozza (mi scusi il comico): “Anomalia, accettabile soluzione sui generis […] perché nostra intenzione è dare un segnale di stabilità e tentare di rimuovere il macigno (!) dei processi del premier una volta per tutte.”. Questo è parlar chiaro!
Per Bersani “è una vergogna, faremo le barricate”. Penso che questa sia un’occasione unica per l’opposizione di scendere in piazza … in tutte le piazze d’Italia e sottolineare lo scempio che questa maggioranza vuole fare della legalità. Deve scendere tra i cittadini e incazzarsi, civilmente, ma incazzarsi e non permettere il vilipendio delle istituzioni. Troveranno tanta gente dalla loro parte.

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