18 dicembre 2008

SACCONI E LE MINACCE ISTITUZIONALI

Mi auguro che l’”incursione” del ministro Sacconi non sortisca l’effetto sperato da lui e dal suo staff, con in testa la gentile e sorridente signora Roccella.
L’atto d’indirizzo del ministro è violento e, oltre a contenere gravi minacce e ricatti alla struttura che si è offerta ad assistere Eluana fino al suo ultimo respiro, rappresenta un’intromissione senza precedenti nella vita di una cittadina italiana alla quale si decide di prolungare la vita con un atto di estrema crudeltà che niente ha a che vedere con l’amore e la carità.
Il ministro farebbe cosa saggia se si occupasse di più e meglio, dato il momento di grave crisi che attraversa il Paese e moltissimi lavoratori che perdono o rischiano di perdere il posto di lavoro, di Welfare, della ragione del suo ministero, senza arrampicarsi sugli specchi per nascondere prese di posizione politiche e ideologiche.
Da privato cittadino, senza usare le istituzioni, può esprimere qualsiasi giudizio di merito, da politico responsabile di un ministero non può somministrare insegnamenti etici farciti da evidenti e gravi minacce, come non può disconoscere o misconoscere la sentenza di un tribunale della Repubblica resa definitiva dalla Cassazione.
Agire in contrapposizione alla legge è grave reato per un semplice cittadino, figurarsi per un suo rappresentante che ha il dovere di non creare conflitti di natura legale, quantomeno per non dare un esempio istituzionale poco corretto.
- Sacconi non è nuovo alle minacce e al ricatto, interviene il mio solito amico schiffaratu.
- Ma quando è successo?
- Se esamini, e nemmeno con tanta attenzione, l’affaire Alitalia - CAI te ne renderai conto!
Ha ragione il mio amico. La faccenda mi è sfuggita…noi gli italiani, purtroppo, dimentichiamo facilmente.
In questo caso minacciare sanzioni nei confronti della clinica di Udine, è un reato che chi di competenza dovrebbe perseguire.
I soloni nel nostro Paese sono tanti, i moralisti ancor di più e gli accattoni di sacrestia non si riesce a contarli. È un’amara considerazione ma, per quanto mi riguarda, è vera.
Addio Eluana e grazie a chi coraggiosamente ne rispetta la volontà.

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