30 giugno 2008

I CONTI E LA CORTE

Corte dei conti: organo ausiliario del governo con funzioni di controllo di legittimità sugli atti di bilancio dello stato e funzioni giurisdizionali in materia di contabilità pubblica e di responsabilità patrimoniale dei funzionari civili e militari dell’amministrazione pubblica (eug ’92).
La Corte dei conti, a ben vedere, riveste un ruolo importantissimo, di garanzia verso tutti i cittadini, assumendo, se ne ravvede il caso, provvedimenti di rettifica su settori del bilancio dello stato.
Dalla relazione della Corte si notano due constatazioni. La prima riguarda la spesa per interessi del decennio 1997 – 2007 che, scesa del 4,3 % grazie alla stabilità della moneta unica, è stata mal gestita e non ha portato alcun beneficio ai “conti” dello stato (solo lo 0,8 è stato usato per ridurre il deficit). La seconda sottolinea amaramente la condanna di una classe politica mediocre, dei presidenti del consiglio e dei ministri competenti succedutisi che hanno mostrato tutta la loro “incompetenza” e il loro provincialismo.
La ricetta che la Corte indica è sempre la stessa: tagliare sprechi e inefficienze nella sanità, non rinunciando al ticket sulla diagnostica, intervenire sulle province, accorpare i circa 6.000 piccoli comuni, intervenire sui costi dei dirigenti di stato, aumentati del 17 % dal 2002 al 2005.
Bene, anzi, male, malissimo. Saranno ancora una volta i cittadini a essere chiamati a “fare sacrifici” col viso costernato del premier Berlusconi e il sorriso affabile del teorico e creativo ministro Tremonti.
Così il ministro per gli Affari regionali Fitto ha fatto sapere che non ci sono le risorse per eliminare i Ticket. Però il governo ha strombazzato ai quattro venti che gli Italiani non pagheranno l’ICI sulla prima casa e i comuni, privati di un’entrata certa, o ridurranno i servizi o applicheranno la tassa di scopo, introdotta dalla precedente Finanziaria. Il duo Ber-Tre non metterà le mani nelle tasche degli italiani perché i soldi saranno prelevati direttamentealla fonte!
I dirigenti di stato, pochi ma …car-issimi, sembrano sfuggire ad ogni regola, come le spese dei singoli ministeri. I loro stipendi sono aumentati, come abbiamo visto, del 17% (Marcegaglia dove sei?). Hanno ben donde, visto le cifre modeste per il lavoro che svolgono e le responsabilità. Citiamone, solo per dovere di cronaca, alcuni: Piero Gnudi, presidente Enel, € 3,3 milioni; Roberto Poli, presidente Eni, € 3,2 milioni; Andrea Monorchio, ex Ragioniere generale dello stato, e 3 milioni; Pierfrancesco Guarguaglini, presidente Finmeccanica, € 2,8 milioni…sono solo 13. Sono cifre da capogiro. Nessun lavoro può essere retribuito tanto! Se si pensa quanto guadagnavano i poveri operai morti sul lavoro…qualsiasi commento risulterebbe ovvio.
Dulcis in fundo, la Corte rileva come nel 2006, 82 sentenze per fatti di corruzione imputabili a enti pubblici siano costati € 18, 8 milioni, aumentati del 30% rispetto al 2006.
Non voglio fare alcun commento, ma con qualche domanda: com’è possibile che un ente pubblico possa essere accusato di corruzione? Non dovrebbero essere le persone che li rappresentano ? Non dovrebbero essere queste ultime a dover pagare?

Nessun commento: