14 maggio 2008

UN’ULTERIORE INGERENZA DI RATZINGER

Ratzinger, il papa più litigioso e integralista della storia recente, ha indicato la via: “la 194 è una ferita per la società italiana”. Come percorrerla, almeno ufficialmente, spetterà a Carlo Casini, il presidente del Movimento per la vita.
Ancora u una volta assistiamo ad una forte e illegittima ingerenza di uno Stato straniero nella politica interna. E non mi si venga a dire che il papa, nella sua duplice funzione di capo della Chiesa e massima (?) autorità etica, ha il diritto di esplicitare il suo pensiero.
Questa volta Ratzinger, mi sia consentito, va oltre poiché non si limita ad esprimere un giudizio sull’aborto in sé, ma parla esplicitamente, di una legge dello Stato Italiano, appunto la 194, approvata dal parlamento nel pieno delle funzioni espresse dalla Costituzione e usando per di più, giornalmente o quasi, la TV italiana (compare in TV più il papa che il presidente della Repubblica!).
All’udienza papale in questione mancava l’ateo fedele G. Ferrara e la trinità era completa.
La 194 “non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto un’ulteriore ferita (…)”. Nessuna legge risolve tutti i problemi relativi, ma forse al papa non è stato detto che dal 1982 le interruzioni di gravidanza sono diminuite del 46 % (da 234.801 a 127.038) e che gli interventi clandestini, escludendo i casi dovuti al gran numero di ginecologi obiettori sono scomparsi. Basterebbero solo questi dati per far emergere la positività della Legge.
Le “molte donne” di cui il papa parla, sono “le donne” offese e umiliate perché costrette a ricorrere alle mammane che operavano in cantine trasformate all’occorrenza in camere operatorie o a metodi improvvisate, spesso lasciandoci la vita o sopportando conseguenze invalidanti permanenti.
Forse il papa farebbe bene a chiedere l’applicazione della legge in tutte le sue parti!
Ma l’intromissione del papa va oltre. Afferma, infatti, che la Chiesa promuoverà iniziative per la “tutela dell’istituto della famiglia fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna”.
Come si può notare, ritorna il vecchio ritornello, rivolto ai politici: no alle unioni di fatto, no alle convivenze, no…sempre e solo “no”.
Io penso che la politica dovrebbe reagire energicamente alle ingerenze, specialmente quando sono così evidente e attaccano le leggi di uno stato sovrano e laico.
Ma siamo in Italia e i politici sono quel che sono: accattoni di sacrestia!

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