16 maggio 2008

DOPO LA 194, IL GOVERNO

Non dal Pd, che il cavaliere ritiene la vera e unica opposizione, il governo Berlusconi IV riceve una pesante critica, ma dalla Chiesa, attraverso Famiglia Cristiana, che, oltre ad essere “il primo governo senza un solo ministro del mondo cattolico”, viene definito “di basso profilo ma fortemente compatto, perché alla competenza si è preferita la fedeltà”.
Il Pdl replica sciorinando la lista dei tanti ministri cattolici, ma dalla quale mancano Ruini e Bertoni ai quali si sarebbe potuto affidare almeno lo scomparso ministero della famiglia e la delega al potenziamento e finanziamento delle scuole cattoliche.
Non è tanto il giudizio sul governo, potrebbe trovarmi d’accordo, che mi fa indignare, quanto la pretesa che il mondo cattolico debba avere un ministro…con tanto d’etichetta, come i vini, doc o igt.
Famiglia Cristiana passa poi al giudizio sui provvedimenti in esame del governo e si chiede: “E’ più urgente il federalismo fiscale o il quoziente familiare?”, mentre è sicura che “alle politiche familiari non basterà certo il colpo di teatro dell’abolizione dell’ICI, che non porterà alcun beneficio”.
Provo un senso di colpa, che deriva da anni di catechismo, dire che siamo di fronte all’ennesima invadenza di campo, alla solita ingerenza nella politica di uno stato sovrano e laico, ma non posso fare a meno di ripeterlo.
La mancanza di una ferma e motivata reazione dei politici nostrani, mostra il loro elevato grado di sudditanza e il loro basso profilo culturale.
Finché il nostro Stato si avvarrà delle cure della Santa Sede e finché questa classe politica, destra o sinistra per me pari sono, non avrà consapevolezza che nemmeno il papa può entrare nel merito delle leggi di uno stato laico, dettando condizioni e uomini, saremo una italietta piccola piccola.

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