18 febbraio 2007

VICENZA: PISANU DELUSO

Gli esponenti dell’opposizione nella loro triste passerella quotidiana di commento alla manifestazione di Vicenza, rilasciano le solite, vecchie, monotone dichiarazioni che, ormai, gli italiani non ascoltano più.
Nella mediocrità ripetitiva, qualcuno si salva! E’ il caso dell’ex ministro Pisanu: “A Vicenza oggi manca qualcuno tra i manifestanti: i quindici arrestati l’altro giorno per terrorismo”.
Una dichiarazione delirante, rilasciata da un ex ministro considerato un moderato.
Non è che il già ministro si aspettava una qualche forma di guerriglia e c’è rimasto male, avendo dovuto cambiare la dichiarazione già preparata?
Ma come, una manifestazione che si conclude senza cassonetti a fuoco, macchine della polizia rovesciate, vetri rotti, fumo di lacrimogeni, nonostante una settimana di moniti, allarmi e prese di posizione? Non è concepibile, vero dr Pisanu?, che una manifestazione così imponente, principalmente voluta dai cittadini vicentini, si sia trasformata in una festa, non è possibile che i cittadini reagiscano con una civile manifestazione a una decisione assurda, contro ogni logica di “interesse nazionale”, in evidente sottomissione all’”impero” del…bene americano.
Berlusconi, nella sua concezione manichea della realtà (più semplicemente: chi non è con me è contro di me) si è dichiarato molto triste perché “migliaia di dimostranti stanno sfilando a Vicenza contro gli Americani”.
E’ lontano dal suo pensiero che manifestare in difesa del loro territorio e contro il raddoppio della base USA, non NATO, è un diritto dei cittadini di Vicenza che più di lui e dei suoi alleati capiscono che nella nuova realtà geopolitica Vicenza rappresenta un avamposto di guerra. E ciò non significa essere antiamericani. Ormai diventa anche patetico per l’ex presidente, ricordare il sacrificio di tanti giovani americani venuti a morire in Italia.
E’ vero, nessuno lo nega. Il popolo italiano deve essere sempre grato a quei valorosi giovani, ma ha anche il diritto di decidere sul destino del suo territorio e sul suo futuro di Nazione libera, con una sua politica estera autonoma e costruttiva.
E non dimentichiamo, mi invita a scrivere il mio amico, i tanti giovani emigranti italiani che sono morti per fare grande l’America.

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