16 dicembre 2006

LA PRESCRIZIONE NON E' ASSOLUZIONE

Il comitato per le incompatibilità della giunta per le elezioni della Camera ha deciso all’unanimità che l’onorevole Previti deve decadere da deputato in quanto condannato con sentenza definitiva sei anni e all’interdizione definitiva dai pubblici uffici (affare Imi-Sir. Sarà, comunque, la Camera a dire la parola definitiva.
Previti ha tentato di evitare la decisione della commissioni con due motivazioni non accettate:
- il fumus persecutionis, inconsistente perché la sentenza della Cassazione che sposta il processo SME a Perugia lo ha salvato dalla condanna dopo due gradi di giudizio, dimostrando l’assenza di “fumus”;
- l’anticipazione dell’annullamento dell’interdizione perpetua in quanto assegnato, dopo l’indulto (sconto di tre anni sui sei), ai servizi sociali ; non concessa perché il beneficio s’incassa dopo aver scontato la condanna, non prima.
Una sentenza passata in giudicato e un’altra annullata dalla Cassazione perché la competenza territoriale non era Milano ma Perugia.
Meno male che la Cassazione se ne è accorta …dopo due ricorsi, così per 12 anni si è scherzato. Buon per l’imputato che certamente alla ripresa del processo godrà della prescrizione.
Si presentano tre scenari:
- i giudici di Milano sono degli incompetenti animati da fumus persecutionis;
- i giudici di Milano programmarono tutto perché sapevano che al terzo appello la Cassazione si sarebbe espressa per il trasferimento del processo a Perugina, rendendo inutile la condanna (cinque anni) e tutto l’iter giudiziario; si inizia il nuovo processo mentre si avvicina la prescrizione;
- i giudici milanesi avevano ragione….
Nel primo scenario i giudici vanno licenziati e condannati a risarcire l’imputato per “fumus”e lo Stato per la loro incompetenza.
Nel secondo scenario si può presumere l’esistenza di un piano diabolico tra Previti e i giudici che avrebbe condotto l’imputato prima a Perugina e poi alla prescrizione. Le vie del Signore ssono infinite e tutte praticabili…basta aver fede.
Il terzo scenario….
Resta il fatto che dopo anni di spreco di energie e di denaro e dopo che per due volte la Cassazione aveva confermato la competenza di Milano, solo ora la stessa Cassazione si accorge di aver sbagliato. Meglio tardi che mai.
C’è di che rimanere allibiti. Viviamo in un Paese in cui il diritto si esercita per competenza territoriale e non per il reato commesso e dove per la lungaggine dei procedimenti si arriva alla spugna della prescrizione (penso che l’innocente abbia tutto l’interesse ad essere giudicato).
“Di cosa ti lamenti?” (interviene il mio amico) “Ieri e toccato a Berlusconi chissà a quanti altri, oggi tocca a Previti e domani potrà toccare a te. La gente, comunque, sa che il trasferimento di un processo, come la prescrizione, non è assoluzione. E’ un processo non fatto e non conta niente se c’è una condanna a cinque anni, perché la la stessa è come se non fosse stata mai emessa e poi….altri giudici altra sentenza”.

Nessun commento: