20 marzo 2009

RATZINGER E I CONDOM, AL SECOLO PRESERVATIVI

Il regista etiope Haille Gerima, a poche ore dalle dichiarazioni irresponsabili di papa Ratzinger che vieta l’uso del condom (parola più elegante per dire preservativo) per combattere l’Aids, che ormai in Africa è una malattia epidemica, replica molto duramente e, secondo me, a ragione: “Il Papa, con il suo intervento sui preservativi, è il simbolo della contraddizione dell’Europa. […] ha dimostrato di non aver capito l’origine del male e del dolore degli africani. Avrebbe dovuto chiedere scusa per i crimini commessi dai missionari” perché “la Chiesa cattolica è stata la prima a distruggere le tradizioni e il nostro patrimonio spirituale, a bruciare i simboli e la memoria, creando generazioni, come la mia, prive del passato”.
Il regista così continua: “Nessuno si chiede le ragioni dell’epidemia che colpisce l’Africa, la diseducazione dei giovani che assorbono culture occidentali senza possibilità di confronto con le tradizioni cancellate. Non è il sesso il responsabile dell’Aids. L’Aids, le malattie, la povertà dell’Africa sono un’industria che arricchisce l’elite e i governanti, che, come il Papa e i Paesi europei, non hanno interesse a cambiare l’immagine che loro hanno dell’Africa”.
Sono dichiarazioni molto dure ma vere.
L’Africa è stato, lo è ancora adesso, un continente depredato. La tratta degli schiavi che ha tolto all’Africa i giovani, uomini e donne, i veri protagonisti dello sviluppo; il colonialismo che ne ha rubato le risorse e ha privato i popoli della libertà (tra la prima e la seconda guerra mondiale ci fu un momento in cui nessun lembo d’Africa era indipendente), che li ha costretti a velocizzare il loro cammino di progresso, ma solo per produrre e consumare per i padroni; il neocolonialismo politico ed economico del dopoguerra ancora più deleterio che ha causato guerre tra fratelli, fino al genocidio. A tutto ciò va aggiunta la pretesa egemonica del cristianesimo cattolico che ne ha cancellato il patrimonio spirituale imponendo la croce di Cristo, fatta si sottomissione e di paura, peggiore anche del colonialismo, perché ha annichilito la volontà di ribellione. I problemi e i mali dell’Africa hanno una causa ben precisa, dalla quale non si può autoescludere la Chiesa di Roma, sempre al fianco degli invasori, in Africa come nelle Americhe, in Asia come in Australia: ovunque sbarcasse una spada accanto c’era una croce.
Non sono uno studioso della Bibbia, ma non mi risulta che Gesù abbia predicato l’astensione dal sesso e abbia vietato l’uso di un qualche mezzo contraccettivo o abbia vietato di lottare contro la malattia, in questo caso l’Aids, oggi la più pericolosa, sempre in agguato.
L’invasività della Chiesa è tale e la sua brama di controllo su tutto, anche sulla malattia e la morte, ha raggiunto tali eccessi che, pur di perseguire l’unico obiettivo del potere, non si vergogna, e dovrebbe, usa la ragione in modo distorto.
Oggi, la ricerca ha fatto si grandi passi verso la cura della malattia, ma l’uso del preservativo o condom resta il principale approccio, di cui non si può fare a meno e non valgono le ricette che Ratzinger prescrive.
D’altro canto, il Papa si limita a vietare il preservativo, ma non ci dice come combattere le cause della malattia, né offre aiuto concreto se non la preghiera che, funziona poco, visto che il flagello dell’Aids non sembra arrestarsi.
Si cura poco se nascono bambini già ammalati, che, visto dove nascono (in un continente da Dio abbandonato), non usufruiscono di cure adeguate e muoiono poco dopo la nascita o vivono pochi mesi e nella sofferenza.
Dire di non usare il condom è come rifiutare l’acqua a chi morirà di sete solo perché si aspetta di avere i bicchieri di vetro.
L’Europa ha risposto duramente alle parole del Papa.
“La Francia esprime la sua più viva inquietudine per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI che crediamo mettano a rischio le politiche della salute pubblica e gli imperativi della protezione della vita umana”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri.
“I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti…tutto il resto sarebbe irresponsabile”, è il comunicato stampa del ministro della salute tedesco.
Il commissario dell’Unione Europea così si esprime: “ il preservativo è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l’Aids”, mentre la Spagna, nell’invitare il Papa a fare mea culpa, dichiara che invierà in Africa un milione di preservativi.
Protesta pure il direttore esecutivo del Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids: “Queste parole sono inaccettabili. È una negazione dell’epidemia. E fare tali dichiarazioni in un continente che è sfortunatamente quello più colpito dalla malattia, è assolutamente incredibile. Chiedo che queste parole vengano ritirate in modo chiaro”.
L’Italia anche in quest’occasione si pone alla periferia dell’Europa, tanto che Berlusconi ha dichiarato: “Ciascuno svolge la sua missione ed è coerente col suo ruolo”.
Predicare non costa nulla, è un’abitudine. Intervenire costa. Pregare non costa, ma non rende. Avere le banche rende. Gli utili, se utilizzate per la lotta all’Aids, non rendono.
Il papa utilizzi i proventi delle sue banche, delle “elemosine” e del suo immenso patrimonio immobiliare, il più esteso in Italia e nel mondo, e scenda ammalato tra gli ammalati, svestendosi degli ori e dei lussuosi abiti e indossi il saio penitenziale.

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