03 febbraio 2009

IL RIPOSO DI ELUANA

AQuando una persona ci lascia, proviamo dolore e non compiacimento. A nessuno è permesso gioire in casi come quello di Eluana, ammantato di dolore e d’ipocrisia istituzionale, la peggiore.
La Chiesa, le Associazioni a essa legate, la politica, qualche ateo-devoto in cerca di pubblicità, opinionisti della carta e della TV spazzatura, tutti diranno quella che a noi sembra essere la loro opinione. Ma questi sepolcri imbiancati non hanno opinioni, si muovono tra l’ipocrisia e l’arroganza, pontificando quando dovrebbero stare zitti e scomparendo dal pubblico quando, per il loro ruolo, dovrebbero risolvere i problemi per cui occupano posti di responsabilità, spesso nominati invece che eletti. È il caso del ministro Sacconi con le sue improprie circolari dense di minacce che intervengono su quanto, in uno stato di diritto e in mancanza di un’apposita legge, spetta a un ordine diverso dal suo che, se non lo sapesse è solo esecutivo in quanto ministro o legislativo in quanto parlamentare nominato, sicuramente non giudiziario.
Il signor Gulisano, presidente del CAV di Lecco, manifestanti, sicuramente in buona fede, e politici locali hanno cercato di fermare l’ambulanza. “Un’iniziativa assolutamente spontanea”, tanto spontanea che sono stati esposti degli striscioni contro un diritto espresso dalla stessa Eluana che chiamano eutanasia, e “per dare una testimonianza di solidarietà” (se così fosse lascerebbero in pace Eluana e la famiglia, provvisti di quella carità cristiana che manca all’arcivescovo di Udine che continua a definire eutanasia un’espressione di volontà, com’è tata ampiamente dimostrato dalla lunga vicenda processuale).
Se il CAV e il monsignore indirizzassero i loro sforzi a lenire la sofferenza come l’insegnamento cristiano comanda, avrebbero più meriti nei confronti dell’Altissimo!
Anche l’OmceoMi (Ordine dei medici chirurgi e odontoiatri di Milano) prende posizione dichiarando, a proposito della sentenza del Tar di Milano, che la via giudiziaria rappresenta “una via sbagliata per risolvere un caso che attiene al sentire più profondo dell’animo umano”.
Se la via giudiziaria non è quella giusta, sarebbe opportuno e lodevole suggerire un’altra via più consona, come sarebbe sapere a quale animo umano si riferisce la “nota”. Se a quello di Eluana, a quello dei familiari, a quello dei politici, a quello della Chiesa a…potremmo ancora continuare. Quando si esprimono posizioni contro, occorre motivarle e indicare le proprie.
L’OmceoMi ha paura che nasca un “medico per sentenza: l’acritico esecutore di volontà sanitarie altrui”. Siamo al relativismo, lo stesso, ribaltando i riferimenti, di Benedetto XVI.
Chi detiene, in uno stato democratico e laico, fondato sulla costituzione, il diritto di decidere ciò che è giusto e ciò che giusto non è? Non certamente la coscienza individuale se tutti noi, cittadini italiani, accettiamo la Costituzione come la legge fondamentale dello Stato che è anche Stato etico.
I medici ospedalieri, dipendenti dello Stato, da cui percepiscono uno stipendio, possono nel loro intimo dichiararsi obiettori di coscienza, ma nella realtà di ogni giorno non possono essere guidati dal loro credo religioso. Devono garantire che le leggi dello Stato, anche rivolte a una minoranza di cittadini, siano rese esecutive. Paradossalmente, il diritto di obiezione, un compromesso tutto italiano, potrebbe fermare tanti interventi ospedalieri, in quanto nessuno di essi è privo di rischi.
Ma questo è un altro discorso che andrebbe affrontato con serietà, tanta umiltà e rispetto per chi soffre.

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