20 dicembre 2007

LA LEGGE ELETTORALE CHE VERRA’: UNA FURBATA

Vassallum o bozza Bianco…o referendum: interviste, dichiarazioni, esternazioni riempiono pagine di giornali e talk show. La politica sembra riappropriarsi del suo spazio.
Ma è il solito specchietto per le allodole, un’ulteriore disunione per noi cittadini. I politici e i politologi (schiere di cortigiani con qualche eccezione) discutono non per dare all’Italia una legge adeguata ad una grande democrazia moderna rispettosa della Costituzione, ma per se stessi, per mantenere spazi e prebende.
Tutti i piccoli partiti fanno la voce…grossa; nessuno vuole essere tagliato fuori, ognuno reclama il proprio orticello: meglio generale di un drappello che soldato tra soldati.
E nel reclamare il proprio spazio usano il ricatto, la sola arma, per la verità molto potente, di cui attualmente dispongono e qualcuno, mi sembra Mastella, minaccia addirittura di non votare la finanziaria o di allocarsi altrove.
Legittime e nobili pretese, come si vede, di partiti familiari o locali che dimenticano, come i grandi, che la sovranità (comma 2, articolo 1 della Costituzione) appartiene al popolo e non ai capipartito.
La nuova legge elettorale si rende necessaria per la governabilità. Bene, giusto. Ma allora perché non spiegano ai cittadini come mai sia il vassallum, sia la bozza Bianco, sia il referendum non prevedono il voto di preferenza ma le liste bloccate?
In democrazia è fondamentale che l’elettore scelga il candidato di sua fiducia non quello (collegi uninominali) o quelli (liste bloccate) che il partito gli impone in ordine di eleggibilità.
Ma ad oggi nessun partito, sottolineo nessuno, si espresso sulla reintroduzione del voto di preferenza, in quanto le liste bloccate rappresentano il paradiso dei familiari o degli impresentabili o dei trasformisti o, comunque, dei privi di preferenza e rimarcano l’invadenza dei partiti.
Io voglio che mi sia ridato il voto di preferenza di cui sono stato espropriato.
Desidero, altresì, la scomparsa di tutti i cespugli che inselvatichiscono la politica, immiserendola e rendendola vittima di ogni ricatto.

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