21 dicembre 2007

IL CATECHISMO E LA PENA DI MORTE

Cesare Beccaria , a proposito della pena di morte, nel pamphlet "Dei delitti e delle pene" nel 1764 scriveva: "Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscano l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordini un pubblico assassinio".
Il Granducato di Toscana nel 1786 fu il primo Stato al mondo ad abolire la pena di morte.
Su iniziativa dell'Italia, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 18 Dicembre2007, ha approvato la risoluzione per la moratoria universale contro la pena di morte nel mondo.
Ma il punto 2267 de "Il nuovo catechismo della Chiesa cattolica" (1992, rivisto nel 1999) così recita: "L'insegnamento tradizinale della Chiesa non esclude (...) il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani. (...).
Oggi (...) i casi di assoluta necessità di soppressione del reo sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti (quest'ultimo paragrafo, aggiunto successivamente, proviene dall'enciclica di Giovanni Paolo II "Evangelium vitae" del 1995)".
Ecco l'assurdo! La Chiesa nella sua dottrina fondamentale, il catechismmo, mantiene ancora la pena di morte anche se edulcorata dall'aggiunta di un paragrafetto dell'enciclica sopradetta. Le lancette del tempo sembrano essersi fermate, meno male che la ...Santa Inquisizione è lontana!
Eppure nel Nuovo testamento Gesù invoca il perdono nell'episodio della lapidazione della donna adultera: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei (Giovanni 1 cap 8, 7)".
E Giovanni Paolo II dichiara durante la visita negli USA che la Chiesa è "incondizionatamente a favore della vita" e che, essendo la nostra società "in possesso dei mezzi per proteggersi (...) la pena si morte è crudele e non necessaria".
Insomma sembra l'applicazione completa del V comandamento: non uccidere. Ma non è così. Infatti, quando si afferma che sono rari i casi "di assoluta necessità di soppressione del reo", si ammette che in qualche caso la pena di morte è ammessa.
Qualcuno scrive che questo vale per la legittima difesa (punto 2266). Ma quanti innocenti, nel Far West del mondo civilizzato, furono uccisi in nome della legittima difesa? Quando, allora, si può parlare di legittima difesa, ovvero quale tipo di reato autorizza alla pena capitale?
E se "la pena di morte è crudele e non necessaria" perché viene ancora mantenuto nel catechismo il punto 2267, che rappresenta un affronto all'etica del perdono e della misericordia e lascia l'impressione che si possa, in qualche caso, utilizzarlo?
I cittadini italiani, fedeli e non, considerando la presenza invasiva della Chiesa nella vita pubblica e privata e l'affermazione di Giovanni Paolo II, secondo cui il diritto alla vita è il fondamento di ogni altro diritto, vogliono che Essa intervenga anche in maniera formale cancellando dal catechismo il punto 2267, sgombrando così il campo da ogni malcelato dubbio di opportunismo.

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