23 giugno 2009

IL MITE BONDI

Finalmente il mite Bondi, l’agnello sacrificale del premier, l’amico che ogni amico vorrebbe avere, non ce l’ha fatta più. Ed ha ragione, poveretto! Non ha potuto più sopportare i tanti attacchi al premier la persona più buona che esista, la mano di Dio, la Provvidenza fatta persona. Invece di pregare perché ce lo salvino ancora a lungo, il quotidiano “la Repubblica”, nido di comunisti in doppio petto, rancorosi oltre che irresponsabili del male che spargono, “getta fango da mesi sul premier utilizzando i più sleali mezzi a disposizione del giornalismo”, cioè…l’informazione. Così, armato di penna, la stessa che usa per le sue poesie, ha scritto una lettera di fuoco al “Giornale”, un quotidiano che più indipendente non si può, definendo “la Repubblica” “un’insidia per la democrazia”. È buono Bondi, conosce bene i comunisti per essere stato, prima della conversione sulla strada di Arcore, uno di loro, addirittura un sindaco comunista. Sa di cosa sono capaci. Strumentalizzano l’informazione, ingannano i cittadini, carpendone la buona fede, mangiano i bambini… questo no…forse succedeva ai suoi tempi. Ora, se li vedete, li riconoscete subito, sono magri come un grissino…guardate Fassino e ve ne convincerete.
Un giornale serio, per Diana, non fa gossip. Per questo ci sono i giornali specializzati, “Chi” per esempio. Il caso Noemi, un’innocente presenza ad una festa di compleanno trasformata in un atto d’accusa infamante; le veline in politica, ma che c’è di strano, mostrare il corpo è un lavoro come altri e un bel corpo può nascondere eccezionali qualità politiche, la Carlucci e la Carfagna e ora la Matera ne sono l’esempio, nudi artistici e senso dello Stato non sono incompatibili (detto tra noi, meglio presentarci a Strasburgo con delle belle donne che con politici inetti e assenteisti); i voli di stato utilizzati per portare gli ospiti a Villa Certosa, ma che c’è di male a dare un passaggio a delle belle ragazze o a qualche menestrello che lo aiuta nel suo hobby creativo; le feste a palazzo Grazioli, le escort, le belle donne…ma che cosa fa di male e per di più a casa sua. La verità è che i comunisti sono invidiosi. Loro sono sempre tristi, grigi, non sorridono mai, mai che raccontino una barzelletta, mai delle corna in una foto di rappresentanza, mai un cucù. Ha fatto bene Bondi, quando ci vuole, ci vuole. Certo che la stampa libera rafforza la democrazia, certo che le notizie vanno date, ma bisogna fare una giusta selezione sia delle testate che delle notizie. Non si può buttare nel panico e nello sconcerto una Nazione che adora il suo premier, che riempie le piazze al suo apparire che tutto il mondo c’invidia, dopo Cavour il più grande statista che l’Italia abbia avuto. E il ministro, nonché coordinatore del partito di maggioranza relativa, già portavoce, soffre per le infamità sul premier e perché, data la sua mitica mitezza, non si può lanciare in invettive violente e offensive contro certa stampa che, invece di contribuire a costruire un’immagine positiva all’estero dell’Italia e del suo premier, diventa complice di un complotto infamante. Grazie Bondi, è ora di suonare le trombe e approvare una legge, al più presto, che sanzioni gravemente, fino alla chiusura, parziale o definitiva, della testata che si rendesse colpevole di lesa patria e di lesa maestà. Occorre, insomma, che i comunisti tuttalpiù si trasferiscano in Russia, dall’amico Putin.

Nessun commento: