04 aprile 2008

I SINDACATI CAUSA DEL FALLIMENTO

La vicenda Alitalia, ma come questa tante altre, ha dimostrato la pochezza del movimento sindacale italiano che, come ho scritto nel mio post del primo d’Aprile, “vivono in una torre d’avorio, lontani dall’Europa e dal resto del mondo…aggrappati ai loro privilegi e interessi …non difendono più né i salari né la dignità dei lavoratori”.
Nove sigle sindacali per ventimila dipendenti, ognuna chiusa alle altre a difesa del proprio recinto.
Hanno voluto tirare troppo una corda molto sfilacciata, pensando di trattare con il governo di turno pronto a cedere per ovvie ragioni clientelari, e la corda si è rotta. All’ennesima richiesta monsieur Spinetta ha tolto…la spina, lasciando i signori sindacalisti col moccolo e con la grave responsabilità di un futuro segnato dal fallimento dell’azienda, con l’inevitabile perdita di un numero elevato di posti di lavoro.
Invece di trattare per il bene dell’azienda, mettendo sul piatto anche l’eventualità dolorosa dei licenziamenti hanno rilanciato, costringendo Air France a troncare la trattativa.
Si parla, ora, di retromarcia dei sindacati. Ritornare sui propri passi è indice di maturità e di ragionevolezza, ma non per “questi” sindacati che hanno cambiato atteggiamento sia a causa della sempre più forte pressione della base, che, prevedendo ancora più gravi conseguenze occupazionali, non vuole il commissariamento dell’azienda, sia per la mancanza della famigerata “cordata” d’imprenditori italiani, sicuramente pronti, come sempre, a partecipare ad un’azione di sciacallaggio non di salvataggio mettendo a rischio i “sudati” soldi.
Il leader del Pdl, che tanto si è prodigato per far fallire la trattativa (italianità dell’azienda, cordata, umilianti condizioni poste da Air France, Malpensa…), sembra scomparso, così come i suoi numerosi e saputelli epigoni.
Il titolo in borsa, tra alti bassi, è stato bloccato fino a martedì, il presidente dell’Alitalia si è dimesso, le prenotazioni sembra siano crollate del 40%, e il candidato premier, come il solito, la fa franca perché le istituzioni preposte non trovano il tempo di intervenire nei suoi confronti, accusandolo magari di turbativa …ma siamo in Italia dove la legge non è uguale per tutti. O forse il suo viene considerato ancora il carro del vincitore!
P.S.: Stralcio dell’intervista al segretario dell’UIL, Angeletti (la Repubblica del 4/4/08):
- …mi sono accorto che invece di trattare i miei colleghi rilanciavano da matti.
- Alla fine della fiera è spuntata la proposta. L’Italia mette i soldi che servono e tu compri Alitalia che però resta com’é.
- …Alitalia ha tanti piloti che potrebbe permettersi il triplo di aerei…impiegati amministrativi in numero sufficiente a coprire le esigenze di dici aziende,un call center che costa due, tre volte di più di quelli equivalenti…
- …se domani si facesse un referendum tra i dipendenti Alitalia la maggioranza assoluta sarebbe favorevole al piano Air France.
Chi vuol capire capisca!

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