30 ottobre 2006

UN ALTRO BIPARTINCIUCIO

Un gruppo di onorevoli e personalità di varia cultura, capitanati dal trio Guzzetti – Realacci – Segni (toh , chi si rivede!), propone un referendum abrogativo parziale (una trovata geniale) riguardante l’attuale legge elettorale, col patrocinio delle maggiori forze politiche (DS, Margherita, FI, AN).
Si propone di cancellare le candidature multiple, di dare il premio di maggioranza alla lista più votata e non alla coalizione, di mantenere gli sbarramenti del 4% e dell’8 % senza ripescaggi.
Il trio si mobiliterà per un referendum dai costi elevati per la comunità, quando, data la consistenza numerica degli sponsor, si potrebbe modificare la legge elettorale in parlamento. Ma , si sa. Chiunque ha il diritto di ritagliarsi un pezzo di notorietà…dopo tanto silenzio.
Condivido i tre quesiti per ragioni molto semplici:
- il rispetto degli sbarramenti è necessario per evitare il proliferare di partitini fai da te che, grazie a deroghe ad hoc , possono avere rappresentanze parlamentari anche determinanti (è il caso dei due partitini, Democrazia Cristian e Nuovo PSI, che assieme hanno racimolato solo il 6 %);
- è giustissimo eliminare le candidature plurime per evitare non solo l’effetto trascinamento dei leader ma di mettere in secondo piano o eliminare del tutto i candidati locali;
- il premio di maggioranza alla lista serve a evitare calcoli farraginosi e situazioni strumentali.
Ma l’aspetto più grave della legge che si vuole “referendare”, la mancanza del voto di preferenza, non è stato nemmeno marginalmente sfiorato.
Saranno ancora i partiti a nominare i candidati (ma perché chiamarli ancora così? Non è meglio chiamarli “gli eletti”?).
Una lista in tal modo composta (i primi sicuri di andare e gli altri a portare acqua e a chiedere indennizzi: commissioni, presidenze, posti nei C A…) è un atto di arroganza e di mortificazione della democrazia. Un esproprio del diritto del cittadino di esprimere la preferenza per questo o quel candidato ritenuto più valido..
I partiti diventano , quindi, delle vere e proprie SpA col loro Consiglio di Amministrazione e il loro Amministratore Delegato. Che motivo c’è di tenere aperta una struttura così costosa e ormai inutile come il parlamento? Non si potrebbe pensare a una struttura più leggera e, perché no, itinerante, come un Consorzio (da noi ce ne sono tanti…) col suo CD e il suo AD, espressione della maggioranza azionaria del momento?
E pensare che c’è ancora chi ingenuamente pensa che i partiti hanno lo scopo di raccogliere le istanze dei cittadini e tradurle in proposte politiche! Che c’è ancora chi pensa che funzionano in modo democratico con congressi veri come in FI! Che, quando impongono come parlamentarti mogli, fratelli e parenti, lo fanno perché ne riconoscono le grandi capacità spesso…in embrione.
Forse un giorno ci riprenderemo la sovranità scippata. Ma quando?

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