15 agosto 2006

LA LEZIONE DEL PROFESSOR PANEBIANCO

Il professor Panebianco, abituato a parlare ex cathedra ai suoi alunni, col suo editoriale del 13 scorso sul “Corriere della sera” ha trasformato l’Italia in un’aula universitaria, elargendo a piene mani, per primo, anche se con molto ritardo rispetto alla fine della seconda guerra mondiale (momento a partire dal quale l’italiano diventa incapace di mettere a fuoco “il nemico vero, assoluto, quello che ti ucciderà se non riuscirai a neutralizzarlo”.) il suo sapere a noi poveri ignoranti (senza vergogna, s’intende! Anzi, ben vengano dotti e indipendenti maestri che ci facciano aprire gli occhi e ci indichino la via.).
Il prof. Panebianco ci dice che i “neofiti della legalità” (Coloro che sono “incapaci di mettere a fuoco il nemico”, che pensano che “la guerra è un fenomeno letteralmente incomprensibile, che credono nella legalità e nei diritti umani e nello stato di diritto, “in genere senza sapere che cosa sia”.), a differenza dei liberali di antica data (Ferrara?), “non capiranno mai (!)” che il compromesso (riconoscimento dell’esistenza “di una zona grigia a cavallo tra la legalità e l’illegalità, dove gli operatori della sicurezza possano agire per sventare le minacce più gravi”.) è l’unica cosa che possa salvare lo stato di diritto e la democrazia.
Da quando ho incominciato a sviluppare le mie capacità intellettive so dell’esistenza (film, articoli giornalistici, documenti, riforme di servizi vari…) di più servizi che vigilano sulla sicurezza dello Stato, che agiscono in quella famosa “zona grigia”, spesso andando oltre, come il coevo “affaire SISMI” chiaramente ci dimostra (è stato usato, ma lo sapeva,Farina, il vice direttore di Libero; hanno intercettato – spiato?- altri giornalisti).
Se ad oggi i risultati sembrano poco soddisfacenti, il professore non se la prenda con l’ignoranza degli italiani, ma con la scarsa efficienza degli addetti alla zona.
Tra l’altro i servizi su cui il professore fa tanto affidamento hanno dato, stando a resoconti giornalistici, scarsa affidabilità e attaccamento limitato allo Stato (costruzione prove uranio, rapimento Abu Omar).
Per inciso, sembra fuor di luogo la difesa dell’attuale SISMI, ma questa è un’altra storia.
Accertato che “il dilemma etico” si risolve a vantaggio dei torturatori (chiunque può essere torturato o solo chi è sicuro terrorista? Nel dubbio come ci si comporterà? Si terrà conto della razza, o del colore degli occhi o della lunghezza della barba?), il professore concorda col direttore del Foglio sull’esistenza dei nemici interni (Ferrara è sempre stato a caccia di nemici…) alleati di fatto del terrorismo Jahadista. Una teoria piuttosto singolare secondo la quale ogni mio vicino è un potenziale nemico: uno stato di guerra continuo che, questo si, favorirà la restrizione delle libertà individuali, primo passo verso soluzioni autoritarie.
Il compromesso non è “l’unica cosa che possa salvare lo stato di diritto e la democrazia”. Esistono altre “cose”: rimuovere le cause del terrorismo esaminando in maniera critica fenomeni politici come il colonialismo ( a partire dal 1492?), l’imperialismo, l’assolutismo della verità; risolvere il problema della fame nel mondo (principio della solidarietà o “dilemma etico” tra chi fa del cibo un avanzo e chi il cibo lo sogna); risolvere senza ipocrisie e strumentalizzazioni il problema palestinese…..
Certo, “una classe politica degna di questo nome non può far finta di nulla”. Deve riformare “i servizi”, deve essere al servizio del cittadino, visto come “l’uomo”, artefice del proprio destino in una visione umanistica, oggi solo mortificata, con la quale, con umiltà e senza ipocrisie e faziosità, affrontare i problemi determinandone le soluzioni condivise, vantaggiose per tutte le parti in conflitto. Visto che discutiamo in termini di guerra, penso, prof. Panebianco, che gli Italiani la conoscono bene tanto che, avendola subita sul proprio territorio, manifestarono per evitare quella finta in Iraq (finta solo nelle cause non nelle morti).
Voglio concludere con “un’ipotesi di fantasia ma non proprio del tutto implausibile”.
Immaginiamo che un carissimo congiunto del prof. Panebianco sia in vacanza a Gaza. I servizi segreti israeliani sanno per certo che in una certa auto c’è un pericoloso terrorista. Decidono, come al solito, di fare esplodere l’auto lanciando un missile. Il carissimo congiunto si trova appoggiato all’auto in questione al momento dell’esplosione….
“Chi se la sentirebbe di condannare gli israeliani? La risposta è: un gran numero di persone. In Italia più che altrove”.
Borgetto 15,08,06

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