25 agosto 2010

CUL DE SAC BIPOLARE
Noi italiani, si sa, cavilliamo. Il sofisma furbesco, l’artificio capzioso, l’arabesco intellettuale, sono il nostro vero sport nazionale ed in questo, ammettiamolo, non siamo secondi a nessuno. E’dunque assolutamente naturale trascorrere le nostre ferie d’agosto a disquisire sottilmente sulle ragioni di chi vorrebbe ricostruire una maggioranza di governo senza andare alle urne, e su quelle di chi invece non concepisce altre soluzioni che il ricorso al voto. E mentre si dibatte amabilmente, da fini giureconsulti degni eredi di Azzecagarbugli, sul fatto che tecnicamente hanno ragione coloro che vogliono il ribaltone mentre costituzionalmente hanno ragione coloro che vogliono il voto anticipato – e già questa evidente discrasia tra dettato costituzionale e sistema bipolare dovrebbe farci riflettere, se avessimo ancora una testa salda sulle spalle – si continua a guardare il dito invece che la luna che quello indica.
Perché la domanda è una sola: ma che cosa risolverebbe ora un nuovo turno elettorale?! E d’altro canto: come accidenti si esce da questo folle cul de sac bipolare che ci inchioda alla nostra stessa impotenza politica, civile e sociale?!
Le ragioni di chi vuole il voto sono chiare e niente affatto meritorie: Berlusconi lo considera una mera prova di forza con cui schiacciare definitivamente ogni velleità leaderistica di Fini; la Lega, che stante gli ultimi eclatanti risultati elettorali non ha alcun bisogno di una prova muscolare avendola già ampiamente fornita, vede però il voto come una concreta possibilità di mettere la freccia e di iniziare il sorpasso a destra. Va da sé che né l’uno né l’altra hanno la buona fede di ammettere che con questa legge elettorale illiberale che ha sancito lo strapotere della partitocrazia non ci sarebbe possibilità alcuna di cambiamento offerta agli elettori che dunque andando a votare perderebbero solo – e diciamolo senza ipocrisie, per la miseria – il loro tempo. E questa è la risposta alla prima domanda che ci siamo posti: un nuovo turno elettorale non risolverebbe nulla rispetto alla nostra situazione politica, servirebbe solo ad un regolamento di conti interno al centrodestra che francamente ci sembra del tutto ingiusto far pagare alla spesa pubblica già gravata oltre ogni possibilità. Berlusconi, Fini e Bossi si vedano dietro il Convento delle Carmelitane scalze, come si usava in tempi meno ipocriti di questi, e si sfidino a duello: il risultato sarà chiaro, la spesa del tutto contenuta e coperta peraltro dall’assicurazione sanitaria dei parlamentari.
Intanto, il Pd, che ha più paura del voto che del fantasma di Stalin, si affanna a vociare che con questa legge elettorale “scandalosa” – parole di Rosy Bindi – non si può votare: o bella, eppure questa legge fu voluta anche da loro, con l’entusiastico sostegno di Massimo D’Alema, ci avrà mica preso per bischeri smemorati il partito che non c’è?! In tutta la vicenda dell’attuale crisi della maggioranza abbiamo sentito Bersani ripetere fino allo sfinimento una sola frase: “Bisogna che Berlusconi se ne vada” che è un po’ come il “delenda Carthago est” di Catone il Censore, una via di mezzo fra una fissazione ossessiva-compulsiva e la patente incapacità di riconnettere il neurone ancora in circolo e partorire uno straccio, anche solo un brandello, di idea politica. Sorvoliamo sulla Bella dalle lunghe ciglia, ovvero Casini, che flirta con tutti ma poi non se la prende nessuno, su Bello Quaglione Rutelli che dice poco e mai nulla di minimamente significativo, sugli arrembaggi spericolati alla lingua italiana di Di Pietro, che aspira alle Idi di Marzo nel ruolo di Bruto ma sembra più il Commissario Basettoni alle prese con la Banda Bassotti, ed il quadro è completo. Allora, la risposta alla seconda domanda, ovvero come si esce da questo devastante cul de sac bipolare è: stando così le cose non se ne esce, e di questo dobbiamo ringraziare tutti quei signori sopra citati che hanno costruito un meccanismo chiuso, partitocratico, illiberale di cui oggi viviamo le conseguenze ultime e degenerate, di cui siamo letteralmente prigionieri, privi di ogni e qualsiasi strumento democratico per liberarcene, schiavi di una oligarchia fondata su lobbies economiche e di potere che non recede di un millimetro dalle proprie posizioni, consegnati mani e piedi ad una schiera di ignoranti asserviti che occupano le istituzioni per il solo merito di essere muti e consenzienti. Questa è la vera cancrena italiana che, ci dispiace per Bersani, non è causata da Berlusconi, perché lui e tutti gli altri, a destra come a sinistra, sono invece la conseguenza di un sistema che ha preso il via con Mani Pulite e si è poi insediato sulla partitocrazia assoluta. Sarebbe dunque oltremodo commendevole che i responsabili di tanto disastro facessero pubblica ammenda delle loro colpe, si assumessero la responsabilità del disastro politico, istituzionale ed amministrativo in cui ci hanno piombati e si decidessero ad avviare una riforma seria, completa, profonda e basilare di un intero sistema che non funziona più neanche come cane da guardia della conservazione del potere. Ma poiché non lo faranno, prepariamoci alla stagione della Lega: certo, se un tempo dicevamo di non voler morire democristiani, la prospettiva di morire leghisti ci piace ancora meno – ma se si continua a guardare il dito invece che la luna, prepariamoci ad indossare la camicia verde. Il presunto tiranno cadrà, ma noi ci faremo più male di lui.

Chiara Boriosi 25 Agosto 2010



Commento inviato il 25 Agosto 2010
Non entro in merito all’interpretazione, che possiamo o no condividere, della farsa politica estiva, frutto forse di un deficit “politico-istituzionale” degli interpreti, ma sicuramente chiara dimostrazione del pensiero corrente: il faccio tutto mi del cavaliere di Arcore (volevo scrivere di Cervantes, ma l’abisso è incolmabile), spalleggiato da cortigiani e sodali e il tirare a campare di Bersani per il quale è meglio gestire il poco o tanto che ancora ha il PD che perdere le lezioni, specialmente se le dovessero affrontare con questo spirito e con questi uomini di vecchio apparato., senza uno “straccio” di programma e di proposta alternativa.
Non condivido l’affermazione che “la vera cancrena” non è causata da Berlusconi che, poveretto, si è trovato a gestire una situazione causata da un sistema che “ha preso il via con Mani Pulite” e ha dato vita alla “partitocrazia assoluta”.
Non sono un difensore di quel periodo. Ma sarebbe giusto riconoscere che, pur nella sua azione devastante verso una politica corrotta, ha dato l’illusione ai cittadini che contavano qualcosa (ma siccome al fondo non c’è fine … ergo … l’assolutismo partitocratico stupendamente interpretato da Berlusconi circondato da una classe politica di infimo livello). Sono di quel periodo, se non erro, un provvedimento sull’immunità parlamentare e un referendum sul finanziamento pubblico dei partiti. Cosa è rimasto di questi provvedimenti? O, meglio, come sono stati superati quei provvedimenti?
Se ci troviamo in questa situazione da basso impero, la colpa non può essere, in ciò concordo, solo di Berlusconi … e non solo del PD o di Casini o di Di Pietro, ma di una politica priva del fondamento Etico e di una classe di intellettuali che ha lasciato che la politica la sovrastasse.
“Sarebbe commendevole che i responsabile di tanto disastro (penso siano i politici o no?) facessero pubblica ammenda … “.
Signora Boriosi non è che sta facendo come il cane che cerca di mordersi la coda e gira su se stesso? Ma le pare logico che ha combinato il pasticcio si accusi, quando potrà indicare altri? Le sembra possibile che i segretari di partito oggi cambino una legge porcata che li può riportare al potere ?
Le risposte lei le conosce bene visto che conclude con un rassegnato “prepariamoci ad indossare la camicia verde”.
A lei e ai tanti intellettuali o politici nascosti che conoscono bene il male e la causa di esso, non può bastare mettere il dito nella piaga e poi tirarlo via. Una terapia bisogna indicarla e parteciparla.
Non me ne voglia, ma è arrivato il tempo dell’agire, parlando di economia, d’informazione, di lavoro, di scuola, di giustizia uguale per tutti, di legge uguale per tutti, di conflitti d’interesse, di corruzione …
Ne conviene?
Distintamente
Cologno 25/08/2010

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