09 settembre 2007

EMILIO MARRESE DEMONIZZA BEPPE GRILLO: GRAZIE!

E. Marrese, noto giornalista del quotidiano “la Repubblica”, nel suo articolo sul supplemento del “Venerdì” del sette scorso ci mette in guardia dalla demagogia profusa a piene mani dal “socio-comico “ e “guru” Beppe Grillo.
Dall’articolo emerge un'immagine non proprio esaltante del “disincantatore” che viene indicato come qualunquista (“le sue invettive sconfinano nel qualunquismo”) a rischio di delirio di onnipotenza che “da quasi comunista (colpa o vergogna?) ” diventa “luogo-comunista”, come quello che vuol prenderne il posto.
Si viene, quindi, a sapere che è stato condannato ad un anno e due mesi per omicidio colposo (incidente stradale), che possiede due ville di cui una con impianto fotovoltaico che gli permette di vendere l’energia residua all’ENEL (chiunque ha un impianto simile deve cedere all’ENEL l’energia residua), che “colui che lancia anatemi contro gli evasori ha approfittato del condono tombale di Tremonti”, che è tirchio e “si dimentica di pagar chi lavora per lui”, che “abitava nello stesso palazzo del serial killer Donato Bilancia e frequentavano la stessa compagnia (?) …, che “qualche ingenuo rimane stupito dei prezzi delle sue esibizioni (ma come predica a pagamento), che aveva Ferrari e yacht.
Grazie dottor Marrese, grazie per averci aperto gli occhi su questo “demagogo”, come lei lo chiama.
Ma che vuole, come potevamo noi miseri mortali, sapere tutto questo! Pensavamo ingenuamente che i demagoghi in Italia fossero altri: molti politici e alcuni giornalisti smaliziati, entrambi le categorie bravi a vendere fumo e a conservare la carne.
Lei sostiene che Grillo ha buon gioco nelle sue invettive perché “gli italiani (al suo posto avrei usato la lettera maiuscola…ma forse la minuscola è stata usata con molta accortezza considerando quanto segue…) non aspettano altro che essere trattati da povere vittime del sistema”.
Onore a Grillo che ha capito l’antifona, ma….mi scusi, non lo dice lei stesso che nonostante “qualche bufala” (quale mortale non ne prende mai almeno una?) lancia sacrosanti messaggi, che ha anticipato mani pulite, il crac parmalat, le inchieste contro telecom o Fazio…?
Penso, deve convenirne, che “il demagogo più divertente d’Italia” per avere un tale seguito e una tale considerazione internazionale qualche verità scomoda la dice e gli Italiani, che poi così scemi non sono, sono più consapevoli di quanti politici e giornalisti credano, vedono in Grillo colui che può riuscire ad intaccare lo smisurato potere accumulato dalla “casta”; combattere le malefatte del potere politico sperando che uniti attorno ad un socio-comico possano creare un movimento di consapevoli che riporti il Paese nei binari giusti di una vera democrazia (è utopia, ma l’utopia ha il potere di muovere la storia).
Ed è molto grave che uomini di cultura che si dicono indipendenti confondono l’antipolitica con la presa di coscienza dei cittadini del proprio stato di sudditti e dei molti privilegi dei politici e di quanti girano loro attorno. Basta leggere il libro dei suoi colleghi del “Corriere della sera”.
E mi creda, l’antipolitica non la fa chi denuncia la crisi del sistema politico italiano ma quei politici che vivono lontano dalla gente e che hanno costruito attorno a loro una rete di protezione che si avvale di tutte le garanzie che offre il sistema democratico.
Ma quale scandalo sarebbe la nascita di un partito con Grillo, Travaglio, Fo e Beha?
Non mi sembra che qualcuno abbia mosso contestazione al movimento parapolitico di Pezzotta!
Forse siamo abituati alla solita politica da teatro e la novità, qualunque essa sia e da qualsiasi parte venga ci fa paura, perché mette in discussione le nostre sicurezze. E così ci contentiamo di vivere nella precarietà e senza una prospettiva di futuro dignitoso per i nostri figli.
Grazie, dottor Marrese, di tutte le mini e complete biografie dei principali politici italiani che settimanalmente ci offrirà. Ma, soprattutto, la ringrazio perché mi ha fatto capire cosa significa la vera libertà nell’informazione. Non è che le salta in mente di fondare l’F.I. (Forza informazione)?

1 commento:

Catlong ha detto...

Giornata mitica l’8 settembre a Bologna.
Siamo rientrati a Milano stanchissimi per aver passato un’intera giornata in piedi in mezzo alla folla immensa di Piazza Maggiore, ma felici e convinti di aver assistito a qualcosa di importante.
Al nostro arrivo, dai portici di Via Indipendenza abbiamo visto una piazza colma di gente in attesa di firmare la proposta di legge popolare.
Migliaia di persone sotto il sole, file che serpeggiavano da una parte all'altra della piazza e che solo di poco erano diminuite quando ci siamo recati a depositare, orgogliosi, le nostre firme a fine serata.
Alle 17, quando è partita la sigla della manifestazione cantata da Leo Pari, la piazza era al completo e il boato all'ingresso di Beppe Grillo non aveva niente da invidiare ad un concerto rock.
Fino alle 20,30 è andata avanti questa manifestazione catartica, luogo e tempo in cui finalmente ci si è liberati l'animo dalla rabbia con urla, gesti, applausi.
Non si è riuscito a portare sul palco tutto quello che si aveva in mente, ma lo scopo è stato pienamente raggiunto: una manifestazione umana, senza la presenza destabilizzante dei partiti politici a rendere tutto bellicoso. Un fiume di persone che univa, al di là della piazza bolognese, tutte le piazze d'Italia in un bisogno di rinnovamento.
Il risultato tangibile sono state oltre 300.000 firme, che pesano ancora di più se si aggiunge a questo numero quanti hanno appoggiato la cosa solo ideologicamente, senza partecipare per i più diversi motivi.
I mezzi di informazione sono stati prevedibilmente patetici, in coro con gli amici politici, nel trasfigurare, sminuire se non ignorare, l'evento e questa è stata la più grande testimonianza dello stato di cose con cui ci troviamo a coesistere.
La convinzione delle varie caste è che, passato qualche giorno, la notoriamente cortissima memoria del popolo dimentichi ciò che è successo: l'obiettivo sarà di mantenere accesa la miccia e vivo l'entusiasmo per giungere ad un vero nuovo Rinascimento.

Punto di merito ai due ragazzi con i capelli rasta sparati in cielo a forma di V, ai cartelloni e striscioni appesi in piazza e alle finestra (IGNORATECI ORA), ai vaffanculo urlati (anche in romano VAFFANCULOOOOUUUU e DAJEEEE), all'inno del V-day (ci sei o non ci sei?), ai ragazzi dei banchetti, indistruttibili e dalla calligrafia impeccabile anche a fine giornata.
Punto di demerito alla pizza di Altero che non ha alcun sapore, al tizio che vendeva il vino a 50cent al bicchiere inventandosi che l'aveva fatto lui, ai WC scomparsi da tutti i bar.

Ottimo Bergonzoni e Travaglio una vera star, Sabina Guzzanti un po' incerta e deludente; troppo pigro Ligabue su video messaggio registrato, troppo smacchevole Antonacci fischiato e zittito. Dj-set finale di Pau dei Negrita, fino a mezzanotte, superfluo: ridicolo vederlo dimenarsi mentre cambiava i dischi come se fosse nella sua cameretta, potevano proporre un altro paio di gruppi che avrebbero suonato dal vivo.
V-day everyday!