Il dibattito sul diritto all’informazione, dopo la puntata di “Anno zero”, si è spostato, questa volta per merito del Pdl (Scaiola – Romani), sulla querelle se trasmissioni come questa o quella della Dandini sono compatibili col servizio pubblico, specie se, nel caso di “Anno zero” ospita l’escort D’Addario.
Il sottosegretario Romani non si chiede, però, se fosse compatibile con palazzo Grazioli, quando fu ospite per ben due volte, così dicono, del premier, una delle quali del letto di Putin. Per carità, niente di male…ma un po’ di decenza sarebbe d’obbligo!
Il sottosegretario non si chiede nemmeno se la trasmissione di Vespa dal titolo roboante “Stasera parlo io”, ospite senza contraddittorio il suo Presidente del Consiglio, sia stata compatibile col servizio pubblico.
Penso che, se i telespettatori dovevano sapere allora la versione di Berlusconi su Noemi e la presa di posizione della signora Lario, oggi devono conoscere la versione di una testimone diretta. Se quella trasmissione è stata compatibile col servizio pubblico non si capisce perché non lo è stata “Anno zero”. Il premier può buttare in piazza la sua vita privata e la sua verità nelle tivù, nei rotocalchi e nei quotidiani, ma il cittadino non deve sapere da chi è governato se sono altri fonti a parlarne, pur avendone il diritto.
Quello che in ogni democrazia è la normalità, in Italia diventa un abuso, un’incompatibilità e così siamo scivolati al 73° posto per la libertà di stampa: da non crederci!
I cittadini hanno il diritto di essere informati e saranno loro stessi a decidere quali trasmissioni vedere e quali no, perché, come dicono gli onorevoli del Pdl, gli italiani sono intelligenti perché hanno saputo scegliere. Bene!
Per di più queste trasmissioni di parte e faziose, portano voti al Pdl, lo dice lo stesso Berlusconi, è allora perché questo attacco scomposto, perché sono stati convocati d’urgenza dal governo il vertice della Rai?
Il sottosegretario assicura che non ci sono fini sanzionatori (non spetta governo deciderli) né di verifica della linea editoriale della Rai (nemmeno questa la decide il governo) né censure. Ma intimidazioni e minacce alla libertà d’informazione?
Ma non scherziamo, l’Italia è il paese dove l’informazione gode della più ampia libertà. È sufficiente andare in edicola il mattino e vedere che c’è anche “il giornale” di Feltri oltre alle altre testate.
Ha ragione Romani. È un’indecenza. Quando finirà l’incubo?
01 ottobre 2009
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