I funerali di stato a Messina dopo una tragedia da due anni annunciata, rappresentano il trionfo dell’ipocrisia.
Le istituzioni, le massime autorità politiche e religiose si danno convegno, in un rituale che sa tanto di sciacallaggio.
Tutti presenti: il premier Berlusconi, il presidente del senato Schifani, il ministro Alfano, la ministra Prestigiacomo e il presidente della Regione Sicilia Lombardo.
I funerali di stato per disastri naturali dovuta all’incuria e alla responsabilità del potere politico sono in continuo aumento
A cosa servono e a chi servono?
Non servono a niente. Servono solo a prolungare il dolore dei familiari. Si è perduto anche il raccoglimento in memoria dei chi non c’è più, per una disgrazia annunciata: “L’evento era stato previsto”, ha dichiarato Berlusconi.
La solita omelia del vescovo locale che chiede più rispetto per la “sua” (perché sua?) gente e più responsabilità dei politici nel risolvere i problemi, i soliti visi composti di circostanza dei soliti politici, le solite dichiarazioni (indagheremo, i colpevoli pagheranno...) le solite assicurazioni di ricostruzione rapida come rapida sarà la messa in sicurezza…la solita passerella acchiappatoti, la solita Tivù che fa vedere e sentire gli applausi e taglia le contestazioni e i fischi.
Da tutto ciò emerge un’Italia sfigata e…contenta, dove le promesse diventano realtà e i politici, veri responsabili del degrado, in questo caso di Messina, invece di assumersi le responsabilità (Matteoli è stato per cinque anni il ministro di competenza come lo è oggi la ministra Prestigiacomo…per di più siciliana) continuano, senza rispetto per i morti, a predicare un’Italia che non c’è.
È una disgrazia, una sciagura…sì, quella di avere questa classe politica mediocre per la quale l’apparire è più importante dell’essere.
Se la sovranità, come recita l’articolo uno, appartiene al popolo, il popolo dovrebbe essere messo nella condizione di esercitarla, in primis eleggendo direttamente i propri rappresentanti, buttando a mare le liste bloccate di fascista memoria.
Quando si porrà fine a tale insulsa usanza, rendendo omaggio e riservatezza al dolore dei familiari delle vittime delle disgrazie?
12 ottobre 2009
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