Viso di cartapesta rimodellata,
suadente sorriso disegnato,
occhi di vetro senz’anima
fissano lontano.
Le labbra si muovono
atonici altoparlanti
ad imbonire una platea
stanca ormai e assuefatta.
Un crac e…
il palco crolla.
Avvvolti nella polvere,
gli astanti spingono,
cercano l’uscita.
Dalle macerie un omino
nel delirio si ricompone.
Una spolverata al gessato,
il sorriso di prima,
gli occhi spiritati,
ricomincia…
Le parole divorano le parole
nel deserto di vite spezzate
invano alla salvezza protese.
22 ottobre 2008
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