La Gelmini è come l’asino davanti al cardo: non si sposta, nemmeno a prenderlo a calci. In questo assomiglia senz’altro al suo capo.
Aveva partorito il topolino di sentire gli studenti medi e universitari.
L’ha fatto, ma alla fine dell’incontro, ha ribadito che il decreto non cambia, perché e valido e serve a dare loro una scuola migliore. Non ha spiegato come e che fine faranno i 10 miliardi di tagli alla scuola pubblica, perché qui sta il busillis: come riformare la scuola e a costo sotto zero, mantenendo il tempo pieno, sostenendo la ricerca e migliorando la preparazione.
Risponda la signora egida armata, senza lingua biforcuta, in un confronto pubblico, aperto e con il testo del decreto tra le mani, proprio come si fa a scuola.
Alla fine, come c’era da aspettarsi, l’incontro è stato “concesso” per “sentire”, non per iniziare un confronto.
E’ questo il dialogo a cui pensa il governo e la maggioranza di riferimento, un dialogo in cui “loro” decidono, mentre le varie controparti parlano, anche se sarebbe meglio che si limitassero ad ascoltare.
L’incontro è stato una farsa, come una farsa è tutto quanto il governo fa, “fregandosene” della democrazia e delle proteste che, va sottolineato, salgono dal mondo della scuola genitori compresi che hanno capito i danni che la cosiddetta riforma arrecherà nella formazione dei loro figli.
Oggi scende in piazza la scuola, domani le piccole e medie aziende, i disoccupati, i pensionati i lavoratori…
Non è solo una questione di crisi economica. E’un modo di essere governati, con annunci spettacolari a reti unificate e senza sostanza. Quando i cittadini si accorgeranno dell’inconsistenza della classe politica al potere, incapace di risolvere i problemi dell’Italia, per il governo non ci sarà scampo, a dispetto dei sorrisi e delle televisioni amiche.
La scuola, signora Gelmini, i giovani studenti, con la loro protesta non violenta e propositiva, vi hanno messo in difficoltà. Non sapete come reagire, perché a voi è precluso qualsiasi ripensamento, quell’umiltà che porta alla scelta migliore.
La scuola sta mettendo a nudo tutta la vostra arroganza con cui avete nascosto la vostra inettitudine e aprirà gli occhi alla maggior parte degli italiani.
Abbiate almeno il coraggio di dimettervi, prima di procurare danni maggiori alle istituzioni e al Paese.
25 ottobre 2008
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