Al TG1 di qualche sera fa, Dino Boffo, direttore dell’Avvenire, ha dichiarato, sicuramente col beneplacito dell’imam cardinal Ruini e fornendo un aiuto all’Udc, che “E’ interesse dei cattolici, ma anche dello stesso centrodestra, che sia salvaguardata la presenza in quello schieramento di un partito che fa direttamente riferimento alla dottrina sociale cristiana”.
E’ ovvio, quindi la scelta di campo della gerarchia ecclesiastica: il centrodestra con l’Udc di Casini, che, permettetemi un inciso, con Cuffaro in Sicilia raccoglie un numero elevato di consensi.
Fermo restando che ognuno è libero fare propaganda elettorale, non mi sembra il caso che la “voce” dei vescovi si serve di un mezzo pubblico per fare campagna elettorale per l’Udc.
Il cardinale Martino, presidente del Consiglio pontificio Giustizia e Pace, in un’intervista a ”la Repubblica” dell’11 Febbraio, sottolineando l’autonomia dei cattolici nel “vedere quale dei partiti meglio risponde alle esigenze cristiane (sembra una correzione a Boffo)”, afferma che “non posso e non desidero entrare in particolari”. Ma poi dichiara che “i cattolici non devono fare solo da spettatori…E se non c’è un partito adeguato, saranno loro a farlo…”. Infine, come al solito, arriva l’indicazione per i cattolici di “operare secondo coscienza”.
Questa intervista ci dice che all’interno della gerarchia cattolica non c’è unità di vedute circa il soggetto politico di riferimento. Boffo fa riferimento all’Udc, ma il cardinal Martino sembra indicare “La rosa bianca” di Baccini e Tabacci, ma anche di Pezzotta che è approdato dal possibile para-partito al partito dei cattolici. Il Family day, un trampolino per il ritorno in grande stile dei cattolici alla politica attiva in sostituzione della Democrazia Cristiana. Non è un po’ sospetto che “la rosa bianca” non ha cercato alleanza alcuna? Non è che fa riferimento alle sacrestie di Martino?
Non sarebbe stato più chiaro per gli elettori cattolici che il nuovo partito fosse chiamato CEI (Congregazione Elettorale Italiana)? Forse avrebbe avuto l’imprimatur dell’imam cardinal Ruini, l’eminenza politica più determinata della Chiesa.
11 febbraio 2008
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