In una delle mie divagazioni avevo posto il problema del pagamento del canone in rapporto al prodotto che viene proposto o meglio imposto.
La risposta non si è fatta attendere: il canone obbligatorio (Così è se vi pare…) passa da € 99,60 a 104…per un posto in prima fila.
Il ministro Gentiloni ci dice che rappresenta un recupero dell’inflazione - il canone è rimasto bloccato per tre anni - e, nello stesso tempo, bontà sua, chiede una maggiore qualità dei programmi.
Sulla futura qualità dei programmi è meglio lasciar perdere. Vedremo, infatti il solito palinsesto: mediocre in prima serata, con talk o reality show di infima qualità; o le solite vite romanzate di santi o papi, il tutto preceduto o seguito da giochi a quiz che mettono in risalto l’alto livello culturale dei partecipanti.
Dimenticavo i vari programmi di intrattenimento politico, indipendenti di destra o di sinistra, sempre condotti da inossidabili personaggi che sfornano libri a iosa…di storia o di costume. Il teatrino della politica in sostituzione delle rappresentazioni teatrali noiose e…incomprensibili. Pirandello, Goldoni, Shakespeare…chi sono costoro?
La qualità della televisione è direttamente proporzionale ai compensi: più alto è il compenso più la qualità si eleva!
Così, a me viene il dubbio che l’aumento del canone servirà a far fronte agli ingaggi stratosferici dei vari Vespa , l’instancabile, o Santoro, il resuscitato, e di tanti altri conduttori dispensatori di “pacchi”; o a pagare la multa di 14,3 milioni di euro del caso Meocci, mentre i veri responsabili sono sempre al loro posto decisionale; o a far fronte al rinnovo del contratto dei giornalisti, a proposito del quale, come nostri dipendenti, avremmo tutto il diritto di conoscere l’ammontare dei loro di certo magri stipendi.
Finché la RAI sarà parcellizzata tra i partiti (in nome del pluralismo, s’intende!) pagheremo il canone come un’ulteriore forma di finanziamento alla politi… spettacolo, con decine di politici e portavoce ( si potrebbe allestire per le feste natalizie un coro a più voci…finalmente avremmo la “grande coalizione”) a gara si sproloqui.
Il mio amico mi suggerisce che fanno meno danno al Paese di quando siedono in Parlamento.
Sarebbe, comunque, cosa buona e giusta se i partiti lasciassero la RAI.
Concludo con due perle:
- Romani (FI): “Al danno…le beffe visto che milioni di famiglie del centro destra dovranno finanziare la RAI succube delle sinistre (Il cda è a maggioranza CdL…caso Mocci docet.)”.Landolfi (AN): “Spero che i telegiornali pubblici sentano ora per intero il dovere del pluralismo (quell’”ora”suona come un’ammissione di colpa)”.
19 dicembre 2006
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