E’ veramente patetico vedere il portavoce di FI, on. Bondi, invocare l’intervento del Capo dello Stato (ora garante…poi vedremo…) se il governo porrà la fiducia sulla Finanziaria.
Il già presidente della Camera, on. Casini, parla di esproprio delle prerogative del Parlamento e l’ex ministro dell’economia, on. Tremonti, di attentato ala democrazia.
Il capo di AN, on. Fini, già vice di Berlusconi, afferma che “ci sarà, se la porranno, una reazione durissima”. La stessa falsariga tengono i molti rappresentanti della CdL nella loro passerella televisiva.
Un portavoce autorevole, un presidente della camera, un ministro dell’economia, un ministro degli esteri, esponenti di primo piano, dunque, del passato governo, sembra abbiano dimenticato (un vuoto mentale capita a tutti, specie a chi vuol rimuovere il proprio passato…) le tante volte in cui il loro governo pur disponendo di una maggioranza straripante sia alla camera che al senato, ha posto la fiducia come è successo per le ultime tre finanziarie.
Niente di grave, per carità, se il comportamento di oggi deriva dalla consapevolezza delle buone ragioni della democrazia, dopo anni di foschia istituzionale. Meglio tardi che mai!
Per l’on. Bondi è un’altra conversione sulla strada di Damasco, tanto non costa nulla; per l’on. Casini una confessione a voce alta di qualche peccatuccio istituzionale, una penitenza più toccante e più partecipata; per il creativo vice presidente di FI un’occasione persa di ben tacere; per l’on. Fini l’ennesima indignazione verso i comportamenti altrui, come il gobbo della favola di Fedro.
La Finanziaria rappresenta l’atto più importante di ogni governo ed è giusto che il Parlamento possa dibatterne i contenuti. In una democrazia adulta, con politici all’altezza del compito assegnato loro dagli elettori (essere al servizio del proprio Paese in modo disinteressato e non al servizio della pars d’appartenenza), il problema della fiducia non si porrebbe in quanto il confronto, nel rispetto dei ruoli (governo, opposizione) si realizzerebbe nei limiti della correttezza, con lealtà e senza ostruzionismo: non è possibile discutere e votare migliaia di emendamenti
Se il governo fosse battuto sulla finanziaria neanche l’opposizione, specie la più responsabile, avrebbe da rallegrarsene. Consultazioni, tentativi di grande coalizione o di governi tecnici, di governi a tempo, l’esercizio provvisorio, l’Europa, la nostra credibilità,, il treno del risanamento che poassa…elezioni anticipate con una legge elettorale che è “una porcata” e che potrebbe riproporre la stessa precarietà di oggi. Avremmo, insomma, un Paese allo sfascio e senza futuro.
Se lor signori vogliono questo, allora continuino nella strada dell’irresponsabilità e nella vecchia abitudine, tutta italiana, del “muore Sansone con tutti i Filistei”.
08 novembre 2006
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