L’ultima strage porta il nome di Beit Hanun. Prima di questa, due donne che manifestavano (proteggevano dei miliziani, dicono gli israeliani. Ma ciò ha poca importanza…o tanta se è una giustificazione.) sono rimaste uccise, e prima ancora…l’elenco si farebbe troppo lungo.
Dal rapimento del caporale Ghilad Shalit tra i palestinesi si contano 300 morti (molti bambini) e 4.000 feriti: una reazione molto esagerata.
E’ una strage continua ed è gravissimo lo scarso interesse mostrato dalla cancellerie occidentali.
L’informazione (libera e indipendente?) non è da meno, anzi mette in evidenza le giustificazioni di Israele, ben sapendo che alla fine a forza di dirle le bugie, prima o poi, diventano mezze verità e poi verità assolute: nessuna responsabilità, ma solo casualità e ci sono pure …le scuse.
Per Olmert la strage è stata provocata, infatti, da un errore tecnico. Altre volte si è parlato di effetti collaterali, di vittime usate dai miliziani come “scudi” (oggetti di difesa che si possono abbattere4), di miliziani travestiti, di terroristi da eliminare e pazienza se molti pagano per l’unica colpa di trovarsi nei paraggi (tragici errori di armi intelligenti). Troppi errori tecnici e umani in questo impari conflitto. L’esistenza di Israele, ormai un dato di fatto incontrovertibile (tutti lo sanno, ma…), non può basarsi sul sangue, non è più ragionevole ne accettabile.
Spesso mi rivolgo le domande:
Perché le stragi provocate dai sofisticati missili israeliani sono errori tecnici giustificabili mentre i morti causati da razzi fai-da-te palestinesi sono esecrabili?
Perché gli attacchi dell’esercito d’Israele sono sacrosante reazioni a provocazioni e minacce e gli attacchi dei miliziani sono atti criminali?
Perché un soldato israeliano rapito riempie fogli di giornali e provocano sdegno e nessuno parla dei rappresentanti del governo palestinese rapiti e tenuti prigionieri nelle carceri israeliani?
Ho cercato delle risposte, ma sono diverse da quelle, ormai assimilate, di convenienza.
Penso che i due popoli, quello israeliano e quello palestinese, hanno il diritto di esistere in pace e prosperità, che i loro politici sono i veri responsabili di tali disastri che, prigionieri di vecchi schemi e di pregiudizi, non sapranno mai trovare una via d’uscita, una soluzione, dicono, conveniente.
Ma cosa c’è di più conveniente di far vivere il popolo in pace e senza il tormento della continua paura di un attentato?
La soluzione è più semplice di quanto non si creda, basta cercarla e, soprattutto, volerla.
Perché non applicare la risoluzione dell’ONU del Novembre del 1947?
P.S.: Il mio amico mi suggerisce un’ulteriore domanda: Perché chi può fare tanto (Bush), nonostante le reiterate promesse, non ha mosso un dito ma continua a giustificare le “reazione americane”?
12 novembre 2006
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento