06 marzo 2008

PANNELLA E LO SCIOPERO DEL POSTO

Pannella fa lo sciopero della fame e della sete perché uno o due dei nove posti sicuri nelle liste del PD sono traballanti.
Io ho pensato, ascoltando la notizia, che lo sciopero riguardasse un forte principio etico-politico, non “la parola data” da Veltroni. Cosa vuole che importi agl’Italiani l’interpretazione di un accordo sui posti da occupare in parlamento.
Dai radicali mi sarei aspettato qualcosa di diverso: la richiesta di una riforma in senso partecipativo della politica, la conferma di una visione laica dello stato, la revisione del rapporto Stato – Chiesa, l’applicazione reale della divisione fondamentale dei poteri fondanti della democrazia…
Da Pannella uno sciopero per la salvaguardia della 194 e non per una richiesta di posti.
Questo è accattonaggio politico di un movimento e di un leader in disarmo.
Altri soggetti politici più gloriosi, come il Partito Socialista, che ha dato ai lavoratori il diritto all’emancipazione, attraverso un riformismo tuttora vincente, non hanno accettato il ricatto dell’allegra brigata veltroniana e correranno da soli col proprio simbolo, con la propria identità e la propria storia antifascista e di libertà.
Come mai i radicali e Pannella, quello delle due tessere, non hanno pensato di affiancare i socialisti o di correre da soli mettendosi in gioco? Come mai, tradendo numerosi militanti, hanno messo su un mercato delle vacche con chi hanno escluso i socialisti con i quali i radicali hanno sostenute numerose battaglie d’avanguardia?
Forse perché comandare è meglio di f….re, o forse perché Bonino e Pannella sono molto più vecchi di quanto dimostrano. La vecchiaia arriva per tutti e stare al calduccio evita l’influenza!

1 commento:

Anonimo ha detto...

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