“Ringrazio Boselli per la sua offerta, ma non mi candido”. Una risposta che riscatta, in un certo senso, Mastella, ma non salva Boselli da una proposta improvvida e indecente.
Boselli non ha atteso nemmeno la risposta del gip alla proposta d’archiviazione di Why not della procura di Catanzaro e, ribadendo che i socialisti sono garantisti, gli offre “di essere capolista (del Partito Socialista) completamente indipendente del Senato in Campania”.
Sono grandissimamente indignato. Pur di raccogliere voti che nessuno ha accettato, né a destra né a sinistra, Boselli non ha esitato all’avance, mettendo in difficoltà quei compagni che fino ad oggi hanno giustificato tutte le sue cervellotiche scelte continuando a votare socialista.
Se prima, accettando la massima latina “primum vivere deinde philosofhare”, abbiamo ingoiato qualsiasi rospo (Dini, per restare in zoologia…), oggi è molto meglio assai (concedetemi lo strafalcione letterario) philosophare per ricostruire, dando coraggio a quei pochi giovani che ancora ci seguono, nonostante cotanta guida (o guide).
Quel poco di dignità rimastaci è andata in fumo.
Arrivato a casa da un incontro di socialisti, mia moglie e i miei figli, che avevano appena ascoltato il TG, mi hanno duramente rimproverato, non di essere socialista, ma di seguire una ciurma di sepolcri imbiancati che ad oggi non hanno fatto altro che svendere e umiliare quei valori ancora validi per i quali in tanti hanno sacrificato la loro vita.
Domenica scorsa sono stato assieme a mia moglie a Genova. C’erano altri compagni di Milano e tra questi dei giovani. Tutti siamo rimasti delusi da un leader che non solo non sa tirare la volata, ma nemmeno correre (forse aspettava l’ultima chiamata da Veltroni).
Ma come si fa a proporre la candidatura, addirittura capolista, a Mastella, il ministro dell’indulto, l’inaffidabile, il clericale dichiarato contro i Dico e schiacciato sulle posizioni ruiniane, pronto a cambiare la 194, il boss di Ceppaloni? Come si fa a svendere i valori del socialismo per una possibilità assai remota di raggiungere l’8% al Senato?
Anche se Mastella ha rifiutato, resta il fatto in sé, il disprezzo verso tutti gli iscritti che hanno creduto nella “Costituente” e che oggi sono rimasti orfani di un’idea.
09 marzo 2008
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