Leggo(“La Repubblica” del 7 Aprile 2007): “L’intesa è stata raggiunta ieri mattina…Gli aumenti scatteranno dal primo gennaio del 2007…”.
Assistiamo ad un furto da parte dello Stato, ancora una volta recidivo, complici i sindacati che sono bravi a gridare “al lupo” ma poi col lupo si mettono d’accordo sulla pelle degli altri.
Angeletti, segretario generale della UIL, dichiara: “Un buon contratto, è il minimo… per salvaguardare il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici, senza contratto da 15 mesi”.
Se il contratto della scuola, dove operavo fino all’agosto del 2006, è scaduto a dicembre del 2005, giusto 15 mesi fa, che fine hanno fatto i 12 mesi, dal primo gennaio del 2006 al 31 dicembre del 2006, quale gioco di prestigio li ha fatti scomparire dal tavolo delle trattative?
E’ così, signor Angeletti e colleghi di Cgil e Cisl, che difendete il potere d’acquisto dei dipendenti?
Un breve calcolo ci fa vedere come ogni dipendente della scuola verrà a perdere 1000 – 1200 euro nell’immediato con gravi ripercussioni su tutto il suo percorso economico e pensionistico.
Per verificare il risparmio dello Stato basta moltiplicare 1000 € per 1.130.658 dipendenti.
Ergo, i dipendenti si pagheranno gli aumenti salariali.
E’ una vergogna! Lo Stato, il garante della legalità e dei diritti, è il primo a violare i diritti dei suoi cittadini! Non rinnova il contratto per 15 mesi (e la vacatio?) e per di più non riconosce un anno di aumenti e, col silenzio e la complicità di tutti, il contratto da biennale diventerà triennale.
E’ difficile accettare un tale furto, insisto furto, ma potremmo provarci se i parlamentari dessero l’esempio riducendo la loro ricca indennità e rinunciando agli adeguamenti almeno per un anno. Non mi risulta che i parlamentari;quelli che in realtà sono i nostri dipendenti, abbiano mai rinunciato a un privilegio, figuriamoci a quello che considerano un diritto!
Quando l’illegalità emana dalle istituzioni, il cammino verso il baratro dell’anarchia e della dissoluzione della società è vicino.
Oggi, mi sento due volte umiliato, come cittadino e come lavoratore.
Impotente a far valer miei diritti, mi convinco sempre più della precarietà di uno Stato incapace a dare sicurezza attraverso la certezza delle leggi.
P.S.: La disgrazia è che ormai, dato il clima di rassegnazione che circola nel Paese (solo le lobby fanno ciò che vogliono), il personale della scuola, di per sé apatico, non osa più protestare e accetta le situazioni come inevitabili.
Continueranno a lavorare con uno stipendio inadeguato al ruolo che svolgono; continueranno a votare una classe politica assolutamente indegna; continueranno a scriversi a sindacati ormai lontani dalle vere ragioni della loro nascita, ma di questo parleremo nei prossimi giorni.
Lasciate ogni indugio e riprendete la lotta (non il solito e inconcludente sciopero) per avere riconosciuti quei diritti che i potere, il colore non conta, calpesta.
01 maggio 2007
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