I rapporti tra lo Stato Italiano e la Città del Vaticano sono regolati dal Concordato, firmato da Craxi e dal cardinale Casaroli il 18/02/84 e ratificato in legge il 25/03/85, che sostituì il Concordato precedente (Patti Lateranensi) dell’11/02/29, sottoscritti da Mussolini e dal cardinali Gasparri.
Prima ancora era stata la Legge delle guarentigie, approvata unilateralmente dal parlamento italiano (13/05/1871), a regolare tale rapporto dopo la presa di Roma (20 Settembre 1870).
Cosa sono i due Concordati se non un compromesso tra due autorità (Stato e Chiesa), una convenienza reciproca che elimina questioni di principio ritenute, ricordiamo il famoso “non possumus”, irrinunciabili?
Non si può in questo caso parlare di relativismo?
O la Chiesa ha accettato il compromesso perché ritenuto vantaggioso (ragion di stato)?
Dove sta allora l’eticità di comportamento dalle altre autorità preteso?
L’annessione di Roma e dei territori pontifici vennero sanciti dal plebiscito del 02/10/1870.
Così, dopo 1549 anni, dal 321 quando Costantino I dona alla Chiesa il Palazzo del Vaticano, ebbe fine il potere temporale dei pontefici romani.
Il potere temporale dei papi si fa risalire all’anno 324 e si basò su un documento storico attribuito all’imperatore Costantino I, la “Donazione di Costantino (Constitutum donatio Costantini) che l’umanista Lorenzo Valla dimostrò nel 1440 in modo inequivocabile essere un falso (appropriazione indebita diremmo oggi). Il libro del Valle, “De falsio credita et ementita Costantini donatione declamatio”, fu possibile pubblicarlo nel 1517 solo tra i protestanti. La Chiesa difese ancora per secoli l’originalità del documento.
Molti studiosi ritengono che il falso venne confezionato, papa Stefano II, attorno all’anno 752.
Altro che diritto naturale! Altro che comportamento etico!
Con la Legge delle Guarentigie lo Stato Italiano garantiva il libero magistero papale ed ecclesiastico, la protezione giuridica per il Papa simile a quella accordata al re, il diritto di mantenere un corpo di guardia armato, la extraterritorialità per i palazzi del Vaticano e del Laterano e di Castelgandolfo.
Pio IX, con l’enciclica “Ubi nos” (15/05/1871) ribadisce il principio dell’inscindibilità del potere spirituale dal temporale e nel 1874 vieta ai cattolici la partecipazione alla vita politica (non expedit).
Pio X, eletto papa nel 1903, era convinto che i cattolici non potessero rimanere ancora fuori dalla politica e, attraverso una strategia di piccoli passi, permise loro di poter partecipare al voto del 1913 (Pattoi Gentiloni), votando i candidati liberali che avessero promesso di opporsi alle leggi anticlericali in parlamento.
Il suo successore Benedetto XV abrogò nel 1919 il “non expedit” e permise a don Luigi Sturzo di fondare il Partito popolare, un partito chiaramente cattolico.
Con i “Patti Lateranensi”, papa Benedetto XV regnante, lo Stato Italiano e la Santa Sede firmano il primo Concordato (il secondo sarà quello del 1984). Mussolini ottiene il riconoscimento dei cattolici, diciamo una legittimazione del suo potere. In cambio la S.S. ottiene vantaggi e privilegi e il riconoscimento del cattolicesimo quale religione di stato (conferma art. 1 dello “Statuto albertino”, con la consequenziale istituzione nel sistema scolastico pubblico della religione cattolica.
I Patti consistevano in un insieme di due protocolli: il Trattato e il Concordato.
Nella premessa del Trattato lo Stato Italiano ravvisa la necessità di costituire la “Città del Vaticano”, di cui riconosce l’indipendenza e la sovranità, e la S.S. riconosce la sovranità dello Stato Italiano con Roma capitale. Al Trattato è allegata la “Convenzione finanziaria” con la quale venivano liquidate a titolo di indennizzo tutte le pendenze economiche dal 1871.
Dalla Convenzione
“Le due Alte Parti…hanno convenuto:
1. L’Italia si obbliga a versare…alla S.S. la somma di lire …settecentocinquanta milioni ed a consegnare contemporaneamente alla medesima tanto consolidato italiano 5 per cento al portatore del valore nominale di lire italiane…un miliardo”.
I versamenti, se fatti nel 2002, rappresenterebbero:
750 milioni di lire = 1034 miliardi di lire = 534 miliardi di euro
1 miliardo di lire = 1379 miliardi di lire = 712 miliardi di euro
Il Concordato regolava i rapporti civili e religiosi tra lo Stato e la Chiesa. Garantiva alla Chiesa la libertà nell’esercizio del potere spirituale e alcuni privilegi agli ecclesiastici (esonero dalla leva militare, speciale trattamento penale…); conformava le leggi italiane sul matrimonio e sul divorzio a quelle della Chiesa. Unica concessione allo Stato Italiano: i candidati vescovi, prima della nomina, dovevano giurare fedeltà allo Stato (veniva escluso il Vescovo di Roma e il suo vicario) e veniva proibito loro di prendere parte alla vita politica.
E’ indicativo conoscere cosa scriveva A. De Gasperi al suo amico don S. Weber:
“…il pericolo…è nella politica concordataria. Ne verrà una compromissione della Chiesa come in Spagna… Io spero che le esperienze …freneranno certe intrusioni di fronte al fascismo, in modo che il popolo distingua tra cattolicesimo e fascismo…e certo il Duce vede la grande impresa oltre che dal punto di vista … della politica di prestigio anche in un certo nembo romantico che lo cinge della spada di Goffredo e lo corona della tiara di Carlo Magno; e certo…qualcuno crederà di riaprire le porte di secoli in cui s’intrecciarono lo scettro e il pastorale.
25 febbraio 2007
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